Un nuovo brand per segnare l’avvio di un percorso improntato all’ibridazione delle asset class del real estate e allo sviluppo all’estero. Gva Redilco & Sigest diventa Dils. E vara una massiccia campagna di comunicazione per inaugurare una nuova stagione per la “startup con ottant’anni di storia”, come la definisce l’amministratore delegato, Giuseppe Amitrano (nella foto di copertina).
“Non è solo un brand”, ha spiegato Amitrano. “E’ un nuovo modo di immaginare il futuro”: infatti, il payoff della campagna di comunicazione è “it’s time to imagine your future“. Un’interpretazione del desiderio di cambiamento generalizzato, sforzo molto complicato in un’industry che, sebbene sia il primo comparto al mondo (270mila miliardi di dollari), “è ultima per innovazione”.

La scelta del nuovo brand
Dils è stato scelto perché ha “un sound internazionale”: Amitrano sottolinea che è una società al 100% italiana punta a crescere all’estero. Inoltre, Dils “va oltre i confini del real estate”, oltre a essere contenuto nella precedente denominazione Gva Redilco & Sigest.
In materia di espansione all’estero, l’AD ha parlato dell’ambizione di diventare “un player europeo” per gradi, focalizzandosi prima su Spagna, Portogallo e Francia, in seconda battuta su Germania, Belelux e Polonia, infine sul Regno Unito. Una crescita all’estero che potrà avvenire sia “attraverso l’attività di m&a, acquisendo società con una forte predisposizione al cambiamento”, oppure tramite “l’apertura di sedi e l’assunzione di professionalità”. Entrambe le soluzioni sono sul tavolo.
Amitrano ha ricordato che uno step fondamentale della nuova strategia è avvenuto a novembre, con l’ingresso nel capitale, con una quota del 18%, di Redeal, un veicolo che riunisce diversi investitori di lungo termine, prevalentemente family office, con la regia di H14.
Dils dovrebbe archiviare il 2021 con un fatturato di circa 40 milioni, in netto aumento rispetto ai 30 milioni dell’anno scorso. Il gruppo gestisce immobili per circa 3 milioni di metri quadri e conta su 130 dipendenti.

L’outlook sul settore
Amitrano ha fornito una view sul settore del real estate in Italia. Ha detto di stimare per quest’anno investimenti per 9-10 miliardi, con una quota di player esteri stabile attorno al 70%. Il manager prevede “un fortissimo ritorno degli uffici nel 2022”. Ma non sarà l’ufficio tradizionale, bensì uno spazio diverso. Amitrano ha anche suggerito di cambiare il nome dell’ufficio in “officing“, una sorta di “comfort zone” in cui si compenetrano spazi di lavoro e di living.
L’ibridazione delle asset class del real estate è il faro del nuovo corso di Dils. Amitrano ha coniato un altro termine, “logitail“, che fonde logistica e retail. In materia di logistica, ha ribadito che sta vivendo “un boom mondiale”, legato ai cambiamenti nella distribuzione delle merci. Ma, ha aggiunto, la necessità di garantire la sostenibilità ambientale dell’economia sta cambiando i trasporti, spingendo verso la logistica last mile.
Un accenno anche al segmento alberghiero, che, come il retail, “va completamente rivisto”. L’hotel tradizionale, ha pronostica Amitrano, è destinato a soffrire, schiacciato dalla concorrenza dell’affitto short term. Un segmento, quello del built-to-rent, in cui il manager prevede che “entreranno le grandi catene internazionali”. Secondo l’AD, i principali player dell’hospitality sono destinati a guardare anche agli uffici, “in una logica di ibridazione degli spazi per il lavoro, il living e il turismo”.
In “fortissima ascesa” anche il residenziale, con transazioni che hanno raggiunto i livelli pre-pandemia. Ma la domanda è talmente alta, in città, che “non c’è più prodotto”. E ciò crea “un effetto scarsità”, dunque “un aumento dei prezzi”. E anche nel living si assiste a un’ibridazione delle asset class: le abitazioni di nuova costruzione devono necessariamente prevedere spazi di co-working, aree wellness, stanze dove mettere i pacchi del delivery.
Grazie all’utilizzo dei dati e delle tecnologie, Dils vuole essere “un opinion leader di mercato”. E intende creare un indice del mercato immobiliare, basato su un algoritmo che metta assieme dati di varia natura. La tecnologia servirà anche per automatizzare la due diligence e creare una piattaforma di Crm dedicata al real estate. L’attenzione alla tecnologia si esprime anche nella creazione di una factory interna, un transformation team formato da 35 persone.
Per l’attività di rebranding e l’accelerazione nella trasformazione tecnologica il gruppo ha investito “10 milioni negli ultimi 24 mesi”. E “continueremo a investire nei prossimi mesi”.