Nestlé ha investito 5 milioni di euro nel fondo italiano di venture capital Eureka! Fund, gestito da Eureka! Venture. L’investimento punta ad accelerare la transizione verso soluzioni di imballaggio più sostenibili, ma anche migliorare la qualità dei processi di raccolta e riciclo e aumentare l’adozione di plastica riciclata a uso alimentare.

L’operazione

La cifra investita è parte del fondo da 250 milioni di franchi svizzeri (quasi 240 milioni di euro) stanziato nel 2020 a livello globale dal gruppo Nestlé sempre per trovare imballaggi più sostenibili e migliorare i sistemi di riciclo.

Si tratta del primo investimento per l’azienda alimentare Nestlé in Italia tramite il fondo globale di venture capital da 250 milioni di franchi svizzeri: un investimento che intende rendere il 100% degli imballaggi riciclabili o riutilizzabili entro il 2025 e ridurre di un terzo l’uso di plastica vergine nello stesso periodo di tempo. In Italia sono stati già ottenuti risultati significativi, si legge in una nota, con il 97% riciclabile di tutti gli imballaggi prodotti da Nestlé.

L’amministratore delegato di Eureka! Venture, Stefano Peroncini (nella foto), sottolinea a Dealflower che “Eureka! Fund è al momento anche l’unico fondo italiano che attingerà a questo enorme strumento messo a punto dal gruppo Nestlé, quindi una grande testimonianza della nostra qualità e dei nostri centri di ricerca scientifica”.

Grazie all’investimento di Nestlé e alla collaborazione con oltre 30 università ed enti di ricerca, Eureka! si concentrerà sulla ricerca di tecnologie e soluzioni sostenibili, come l’innovazione di packaging, l’incremento nell’adozione di plastica riciclata ad uso alimentare e lo sviluppo di tecnologie che possano rendere più efficace lo smistamento e la raccolta dei materiali, impattando positivamente su qualità e quantità dei processi di riciclo.

“Ad oggi solo il 10% della plastica è riciclata, ma costa di più ed è meno performante rispetto alla plastica normale. Serve quindi fare più ricerca nell’ambito. La plastica è una delle problematiche ambientali che ci troviamo ad affrontare fra le più grandi. È necessario quindi fare più investimenti di questo tipo per contribuire veramente alla sostenibilità ambientale”, ha aggiunto Peroncini.

Il gruppo svizzero non è l’unico ad aver creduto in Eureka!. Con l’obiettivo di finalizzare lo sviluppo di nuove soluzioni e tecnologie a dicembre scorso, infatti, A2A è entrata nel fondo di Eureka! Fund I – Technology Transfer, fondo specializzato nel trasferimento tecnologico che si focalizza su investimenti in advanced materials e più in generale in applicazioni e tecnologie riconducibili alla scienza e ingegneria dei materiali.

Chiuso il 2021, il fondo si prepara a un altro anno dinamico. “Siamo in dirittura di arrivo con la raccolta di fundraising del fondo che si chiuderà a fine gennaio. Ci eravamo dati come obiettivo minino 50 milioni di euro, ma ora siamo arrivati oltre i 62 milioni – spiega l’Ad di Eureka! Venture – Ad oggi, poi, abbiamo in portafoglio otto investimenti più una società dedicata ad investire in proof of concept. Nel corso del 2022 puntiamo ad aggiungerne altri cinque o sei. I temi tecnologici su cui lavoreremo sono sempre la sostenibilità ambientale e transizione energetica”.

Gli advisor

Ad assistere Eureka! Venture nell’operazione negli aspetti legali e regolamentari relativi all’operazione di investimento è stato Alma Sta, con un team composto dal senior associate Tommaso Pepe e dal junior associate Giuseppe di Leva, sotto la supervisione del managing partner Alessandro Corno.

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