Ci sono i futures di Wall Street negativi dopo otto sedute consecutive di guadagni perché Netflix e Tesla mostrano trimestrali in chiaroscuro (nell’after market rispettivamente -8,1% e -4,2%). E in assenza di dati macroeconomici rilevanti, l’Europa si muove in apertura con cautela. In fondo il meeting della Bce non è così lontana e si sa, quando tocca all’Eurotower, prevale sempre la prudenza.

In questo senso, per una volta, ha parlato un membro della Banca centrale europea con posizioni da colomba: “Potrebbe esserci un nuovo intervento la settimana prossima ma non sono sicuro che si procederà oltre -ha detto Yannis Stournaras, banchiere centrale greco e consigliere Bce-. Ci fermeremo. Ulteriori rialzi potrebbero danneggiare l’economia. Questa è la mia posizione” ha dichiarato all’emittente tv che fa parte della ‘China Global Television Network’.

Netflix e Tesla zavorrano Wall Street, Europa cauta

Piazza Affari parte appena sotto la parità: -0,08% a 28.689 punti. Francoforte più debole: -0,3% in avvio a 16.054 punti mentre Parigi segna -0,2% a 7.309 punti. Spread ancora in lieve calo, 166 pb in apertura di contrattazioni, con il rendimento del Btp decennale che si riposiziona sul 4% mentre il Bund tedesco rende il 2,38%.

Bper Banca è il titolo migliore in avvio di scambi: +1,2%, seguito da Poste e Intesa Sanpaolo, +0,7%. Il comparto bancario continua a beneficiare delle buone trimestrali delle grandi banche d’affari americane, segnale che evidentemente il momento di crisi del settore avviato da Silicon Valley Bank può considerarsi archiviato.

Storie di borsa: Eni, Saras, Stm

Tra i titoli a seguire ci sono gli energetici, in particolare Eni (+0,5%) e Saras (-0,4%), perché l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti delle due società ma anche di Esso, Ip, Iplom, Q8 e Tamoil per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita del carburante da autotrazione. Un portavoce Eni dichiara che il gruppo sta offrendo piena collaborazione all’Antitrust ed è convinto della correttezza del proprio operato.

Occhio a Stm, il peggiore in avvio (-1,8%), perché una delle società a presentare gli earnings nella giornata odierna è Tsmc, colosso dei chip di Taiwan (leggi qui il nostro approfondimento).

Fuori dal Ftse Mib: Pop Sondrio, Dovalue e Lazio

Tra i bancari Pop Sondrio (+0,6%) vede risultati del primo semestre oltre le previsioni del piano industriale, si legge nella consueta lettera di metà anno inviata dal presidente e dall’ad ai soci dell’istituto.

Dovalue perde il -0,7%: in pole position per il ruolo di prossimo amministratore delegato ci sarebbero Manuela Franchi, attuale direttore generale e ceo ad interim da aprile dopo l’uscita di Andrea Mangoni, e Marina Natale, ex numero uno di Amco.

Lazio sugli scudi, -0,9% sui minimi del mese, dopo aver ufficializzato la cessione in via definitiva di Sergej Milinkovic Savic al club Saudita Al Hilal Sfc per un corrispettivo di 40 milioni di euro netti.

Cereali, prezzi in forte rialzo

Sul fronte delle materie prime grano e mais registrano rialzi consistenti del prezzo. La Russia ha annunciato che considererà un obiettivo militare qualsiasi nave diretta ai porti del grano del Mar Nero in Ucraina, poiché Kiev chiede scorte internazionali per le navi da carico dopo la scadenza dell’accordo alimentare globale.

L’Ucraina ha ripetuto che non possono esserci negoziati con Mosca e preteso dagli alleati occidentali centinaia di veicoli corazzati aggiuntivi e aerei da combattimento americani F-16. Conseguenza del blocco della Russia del ‘corridoio’ sicuro nel Mar Nero che era stato negoziato con Mosca attraverso l’Onu e la Turchia per esportare i cereali ucraini via cargo, il grano ha chiuso con corsi in aumento di oltre l’8% (grafico sopra). Il ministero della Difesa russo ha annunciato che d’ora in poi “tutte le navi che navigano nelle acque del Mar Nero dirette ai porti ucraini saranno considerate navi che potenzialmente trasportano carichi militari”.

Wall Street, ecco perché i futures di Netflix e Tesla precipitano

I risultati del secondo trimestre di Tesla riportano ricavi record: +47%, quasi 25 miliardi di dollari. Sono i margini a scendere, -9,6%, a causa dei tagli ai prezzi: “L’obiettivo di Elon Musk non è cambiato -spiega Gloria Grigolon, investment specialist di Pictet Am– ovverosia sacrificare la redditività per spingere i consumi. Inoltre Tesla punta a diventare leader nel super computing. Annunciati in questo senso 1 miliardo di dollari d’investimenti entro il 2024″.

Situazione simile per Netflix. Tra aprile e giugno gli utenti crescono ma calano i ricavi e delude l’outlook. 8,19 miliardi di dollari di entrate hanno mancato la stima del consenso di 8,27 miliardi. Gli abbonati sono 5,9 milioni in più e superano i 4 milioni stimati. Ma il ricavo medio per abbonamento è diminuito del 3% per i limitati aumenti dei prezzi negli ultimi 12 mesi, complice l’implementazione della condizione a pagamento in oltre 100 paesi.

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