Da disegni di scimmiette a video clips, da sneakers di lusso a opere artistiche, la vendita dei Non-fungible-tokens (o Nft) ha raggiunto qualcosa come 25 miliardi di dollari nel 2021, stando al market tracker DappRadar. Una crescita vertiginosa rispetto ai 95 milioni dell’anno precedente. E per Jeffries il valore del mercato degli Nft passerà dai 35 miliardi di dollari nel 2022 a oltre 80 miliardi al 2025, stando a un’analisi dell’investment bank statunitense Jefferies.
Ma che cosa sono gli Nft? Qui sta il cuore del problema, almeno dal punto di vista normativo. Perché a fronte di un mercato che cresce, i regolatori di tutto il mondo stanno cercando di capire dove e come intervenire per arginare, fra le altre cose, fenomeni criminali come il riciclaggio di denaro o violazioni di diritti come la proprietà intellettuale. Ma, come davanti al famoso paradosso di Zenone di Achille e la tartaruga, più il fenomeno si estende, meno il regolatore riesce a definirne i contorni.
Tecnicamente, un Nft è un token, un bene di scambio digitale, associato a un contenuto digitale di cui garantisce l’unicità e l’autenticità, conferendo al proprietario anche un certificato di proprietà grazie alla tecnologia blockchain. Ogni Nft diventa così un pezzo unico con un proprio valore e non è reciprocamente intercambiabile. “In senso stretto l’Nft è infungibile al 100%, quindi è un bene unico e per questo è spesso associato all’arte”, spiega Alessandro Portolano, partner dello studio Chiomenti e autore, assieme agli avvocati degli studi legali Quatrecasas, Gide Loyrette Nouel e Gleiss Lutz di un paper sulla regolamentazione degli nft in Europa. “Tuttavia – aggiunge l’avvocato – il problema principale dal punto di vista regolamentare è definire la natura di un Nft. È un bene finanziario? È portatore di una proprietà intellettuale? Una volta definita la natura del bene sarà poi più semplice costruire l’apparato regolamentare”.
La questione, ricorda l’avvocato, non è nuova ma riguarda anche “altri tipi di beni come ad esempio i diamanti o i contratti di acquisto di beni che accrescono il loro valore nel tempo come il vino”. E per questo secondo Portolano “saranno la prassi e il tempo ad aiutare la normativa, che segue il principio della neutralità tecnologica, nella definizione degli Nft. Definizione che, è bene tenerlo presente, dovrà necessariamente viaggiare su più livelli”.