Per il Collins Dictionary Nft (acronimo di non fungible tokens, ovvero token non fungibili) è stata la parola dell’anno che si è appena chiuso, per altri è sicuramente una grandissima opportunità di business da mettere in fase con gli sviluppi tecnologi del mondo crypto e del metaverso nell’anno che verrà. L’interesse per i token digitali è infatti esploso negli ultimi mesi, cambiando paradigmi da un sistema centralizzato verso la decentralizzazione, grazie alla blockchain.

Un processo che porta giù i suoi frutti: nel 2021, secondo un report di Chainalysis, il mercato degli Nft a livello mondiale ha generato transazioni per 26,9 miliardi di dollari in criptovalute (la maggior parte Ethereum). E, nel 2022, molte aziende a tutte le latitudini – da Microsoft a Nike passando per Tencent – sono pronte a mettere il piede nel metaverso. Basta unire i punti per capire le possibilità che ne potrebbero derivare.

“Saremo sempre più coinvolti nel metaverso, questo mondo digitale dove ogni valore sarà rappresentato da un nft e gli scambi avverranno tramite le monete digitali”, hanno spiegato a Dealflower Alessandro Ronchi e Alessandro Frizzoni, i fondatori di Crypto Smart, fra i primi exchange italiani di critpovalute. Insomma dal mondo artistico fino a quello finanziario le opportunità non sembrano mancare. Ma andiamo con ordine.

Dall’arte in poi 

Tutto l’interesse per i token non fungibili affonda le sue radici nel mondo artistico. Come non citare record toccati nell’aprile 2021 con Beeple ha venduto l’opera Everydays alla prima asta di arte digitale di Christie’s per 69,3 milioni di dollari tramite la blockchain Ethereum. E anche lo scorso dicembre con Pak, un artista anonimo, che ha venduto quasi 267mila nft per 91,8 milioni di dollari sulla piattaforma Nifty Gateaway. Tuttavia, “il mercato degli Nft continua a crescere, sebbene i prezzi si stiano stabilizzando. In particolare, si osserva un crescente interesse verso le opere d’arte ‘native digitali’, ossia create fin dall’origine digitalmente”, spiega a Dealflower l’avvocato Giulia Cipollini, partner dello studio legale Withers.

Inoltre, “alcuni artisti digitali cominciano ad esporre le proprie creazioni in istituzioni museali, segno che sono in corso i primi tentativi di “storicizzazione”. Accanto ai nuovi cripto-artisti, poi, sono sempre di più gli artisti “tradizionali” che stanno creando nft di opere digitali originali oppure di opere fisiche trasformate in nft. Anche sul fronte delle fiere e delle gallerie internazionali gli nft cominciano a diffondersi”, continua. Non va dimenticato, poi, che un’altra area dove si concentra l’interesse di collezionisti e investitori in Nft è quello dei “collectibles“, come ad esempio la serie BoredApes o CryptoPunks, il cui mercato ha raggiunto cifre a 9 zeri e le cui vendite sono in aumento.

“Durante l’ultima ArtBasel Miami, la galleria Nagel Draxer ha presentato uno stand dedicato agli Nft creati dall’art-insider, dealer e artista Kenny Schachter, mentre Pace Gallery, che aveva già venduto opere native digitali Nft dello scultore Urs Fischer, ha presentato la sua nuova piattaforma Pace Verso, dedicata all’arte digitale, vendendo un Nft di due artisti del collettivo Drift per 550mila dollari“, racconta Cipollini. Non solo: anche il mondo istituzionale della cultura si sta interessando al fenomeno. In Italia, gli Uffizi hanno avviato una collaborazione con la startup Cinello tokenizzando il celebre Tondo Doni di Michelangelo, che è stato poi venduto per 240mila euro. Su questa scia, l’Hermitage di San Pietroburgo ha raccolto ben 440mila dollari dalla vendita di capolavori trasformati in Nft.

“È probabile che il mercato degli Nft continuerà ad incrementare nel 2022 e che sempre più artisti e gallerie proporranno al mercato opere NFTs. Sopratutto, il metaverso darà sicuramente un forte impulso al mercato”, conclude Cipollini. Insomma dall’arte puramente digitale – cui si stanno progressivamente abituando le case d’asta – si finirà dentro un nuovo mondo digitale, dove questo mercato sarà sicuramente fra i protagonisti.

Tutta un’altra musica 

Anche l’industria musicale ha sin da subito fiutato le potenzialità degli nft, sia come strumento di guadagno che come possibilità di produrre esperienze e contenuti unici.  “Negli ultimi mesi i numeri degli nft sono in crescita esponenziale. Nel caso musicale, lo strumento nft può rappresentare varie opportunità di business”, spiega a Dealflower l’avvocato Andrea Pantaleo di Dla Piper “L’approccio che ho riscontrato in questi mesi è quello di decentralizzare il business musicale che oggi ad esempio è totalmente centralizzato”. Basta pensare, infatti, a grandi colossi come Spotify. “Ogni mille riproduzioni un artista guadagna fra 4-5 dollari perché le piattaforme trattengono parte degli introiti”, fa notare.”Tramite gli nft si sono ottenuti guadagni molto più generosi”

Insomma, nel futuro la parola d’ordine è decentralizzazione. “Con la creazione di Nft che consento di lanciare delle iniziative che permettono all’utente che acquista di vivere esperienze o partecipare ad eventi unici”, continua Pantaleo. Si pensi, ad esempio, all’iniziativa di beneficenza di Achille Lauro che ha trasformato il proprio battito cardiaco in un’opera digitale venduta come nft all’asta. “Lato business si punta molto sull’esclusività dell’nft e la fan experience: dare al fan la possibilità di vivere un’esperienza che altri non posso vivere. Insomma, con questa tecnologia si va dalla fase creativa di un brano fino all’incisione e al concerto”, aggiunge.

Immaginare la musica nel metaverso è anche possibile, anche se probabilmente solo per eventi che non sono fruibili live e quindi confezionati ad hoc. Tuttavia, LiveNow ha annunciato MetaStage, il primo concerto di un’artista italiana interamente nel metaverso. Lo show vedrà salire sul palco BigMama, una delle rapper più promettenti del panorama italiano. Ma anche Justin Bieber ha annunciato che si esibirà nel mondo digitale dove lo strumento dell’nft si rivela cruciale. “Questo consente una serie di benefici sia all’etichetta che all’artista. Se si pensa allo smart contract sottostante si notano una serie di automatismi, come lo sharing di diritti e profitti anche sulle successive vendite nel mercato secondario”, sottolinea Pantaleo.

Non bisogna fare confusione: “L’nft – spiega l’avvocato – è un sistema automatizzato che risponde a determinati input e indicazioni che si danno allo smart contract affinché funzioni in un certo modo, ma il rapporto e i diritti che ci sono dietro variano in base agli accordi fra le parti. Oggi non a caso si inizia a parlare di smart legal contract. L’nft contiene al suo interno il diritto che io decido di fargli contenere, che può essere un diritto di proprietà di godimento, una licenza”. E questo, soprattutto in ambito musicale, deve essere regolato in maniera precisa e incontrovertibile in modo tale che lo smart contract possa dare esecuzione a quel contratto in maniera corretta. Tuttavia, “l’Nft ha davvero le carte per sbaragliare il mercato perché ha una versatilità e modularità che nessun altro strumento detiene e quindi le applicazioni sono davvero moltissime”, conclude Pantaleo.

Sport e dintorni 

Ma anche il mondo dello sport è attratto dall’industria digitale, nft e metaverso. Questo, secondo l’avvocato Pierfilippo Capello, senior partner di Withers, avviene per due motivi:  “in primo luogo, questi appaiono come strumenti per incrementare i proventi derivanti dalle attività sportive, e in un settore che è per definizione cash – consuming questa è un’opportunità che non può essere ignorata. Inoltre,  lo sport è caratterizzato dalla centralità delle attività della persona fisica, del singolo che, con le sue performances in campo attira l’attenzione del pubblico”.

Ecco che “il metaverso – prosegue Capello – è evidentemente il media perfetto per creare delle nuove modalità di utilizzo e fruizione della performance sportiva, facendo passare l’utente–tifoso dal tradizionale ruolo spettatore che, dagli spalti o dal divano di casa, assiste all’evento sportivo, a soggetto che (per quanto in maniera virtuale) può ‘entrare’ direttamente nell’evento, e addirittura influenzarne l’esito”. Lo sport, in realtà, è stato fra i pionieri dell’utilizzo delle nuove tecnologie: tutti i grandi club di calcio, ma anche di basket e di rugby europei, infatti, già commercializzano i propri token, che permettono ai fan di accedere ai beni e servizi esclusivi.

Infatti, dalle classiche figurine si è passati alle digital cards: non a caso all’inizio dell’hype attorno al fenomeno Nft si associa spesso il mondo dello sport ai beni collezionabili dell’Nba, soprattutto tramite la piattaforma nbatopshot.com. L’Nba, tramite questa piattaforma, solo nel 2021 ha prodotto un fatturato di oltre 230 milioni di dollari. “I moment possono contenere di tutto, dalle giocate spettacolari, alle interviste, alla raccolta di azioni di un singolo atleta alle migliori (o peggiori…) performances di un club, fino ai cosiddetti funny moments, cioè i momenti più buffi di un’intera stagione. Insomma, le possibilità sono potenzialmente infinte”, chiosa Capello.

Questi nuovi mercati digitali, così come il metaverso, gli nft e le digital cards “sono ancora in una fase di sviluppo nell’industria dello sport e le opportunità che porteranno sono, potenzialmente, enormi”, continua l’avvocato che punta il dito sulla regolamentazione: “va notato che queste attività sono in gran parte ancora da regolare sono gli aspetti legali, finanziari e fiscali”.

Città virtuali 

Nel futuro ci saranno città che sono diverse dalle smart city fisiche che immaginiamo per ridisegnare le nostre metropoli. La musica, lo sport e l’arte saranno infatti attività cruciali delle nuovi città digitali: The Sandbox, Decentraland, CryptoVoxels, Earth 2 e Somnium Space sono solo alcuni esempi di metropoli moderne iperconnesse, che però non esistono fisicamente.

Il real estate virtuale è sicuramente terreno fertile per Nft e metaverso, basti pensare anche all’applicazione del token alla multiproprietà (intuita sin dall’inizio del fenomeno Nft). Solo nel 2021 è stata realizzata la prima casa Nft della storia del mercato immobiliare virtuale: “Mars House” che è stata venduto a 500mila dollari. Ma questo mercato va oltre il collezionismo.

Infatti, guardando agli ultimi dati, il traffico dei trader ha superato i seimila scambi a settimana mentre a fine novembre un terreno di Decentraland è stato venduto per 2,4 milioni (equivalenti) in criptovalute.  Insomma, l’affitto e la vendita di immobili e pezzi di terra virtuali caratterizzerà un domani dove i grandi nomi – da Gucci, Burberry, Adidas – hanno già messo un piede.

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