La Commissione Ue (nella foto, la presidente Ursula von der Leyen) ha approvato la proroga della garanzia pubblica sulle tranche senior delle cartolarizzazioni di crediti in sofferenza (gacs).
Il sistema era stato prolungato nel maggio 2019. Ora sarà valido fino al 14 giugno 2022.
Bruxelles ha ribadito che la misura è da considerare esente da aiuti di Stato ai sensi delle norme dell’Ue.
Il governo italiano stava negoziando con la Ue l’estensione della gacs da inizio anno. Come previsto, la garanzia pubblica non è stata ampliata gli unlikely-to-pay.
In base allo schema, le banche italiane che soddisfano determinate condizioni continueranno a poter richiedere una garanzia statale sui titoli senior a basso rischio emessi da veicoli di cartolarizzazione che finanziano la vendita dei portafogli di non performing loans. Le tranche di finanziamento più rischiose dei veicoli di cartolarizzazione continueranno a essere vendute a investitori privati e non saranno garantite dallo Stato.
Come stanno andando le cartolarizzazioni con garanzia pubblica
Le gacs, secondo l’ultimo Market Watch di Banca Ifis, hanno contribuito al rialzo al 36% dal 27% del 2019 del prezzo medio delle operazioni su npl secured.
Il report di Banca Ifis riferisce che dal 2016 a oggi le gacs sono state 35, per un totale di 85 miliardi di euro lordi di npl cartolarizzati.
Le performance delle cartolarizzazioni sono state quasi tutte impattate in maniera significativa dalla pandemia Covid-19. Su un totale di 22 operazioni di cartolarizzazione di npl valutate tra il 2016 e la prima metà del 2020, Dbrs Morningstar ha calcolato che a oggi i servicer di 21 di quelle operazioni hanno modificato i business plan di recupero, prevedendo un ammontare dei recuperi lordi in calo rispetto ai piani originari in un range compreso tra lo 0,1% e il 20,4% .
ScopeRatings nell’ultimo report segnala una differenza marcata tra il ritmo dei recuperi dei sei mesi a marzo 2021 e dei sei mesi precedenti.
E anche Moody’s lo scorso aprile aveva sottolineato che ben 15 delle 24 cartolarizzazioni italiane, portoghesi e spagnole monitorate registravano recuperi lordi cumulati inferiori alle previsioni dei servicer inserite nei business plan originari.