Dall’edizione del Wall Street Journal di mercoledì 26 aprile, a firma di Patricia Kowsmann (qui la versione online):

“Il mondo finanziario potrà anche trovarsi in un momento di crisi, ma c’è un titolo bancario che è più che raddoppiato nell’ultimo anno, spinto da un obiettivo audace: trasformare un istituto di credito italiano, un tempo in difficoltà,  in una macchina da profitti. La banca è Unicredit. E per il 2022 ha registrato l’utile annuale più alto in oltre un decennio. Alla chiusura delle contrattazioni di martedì 25 aprile, le sue azioni sono salite del 38% dall’inizio di quest’anno, nonostante le forti turbolenze di marzo, a fronte di un aumento del 6,8% dell’indice legato al settore bancario europeo, lo Stoxx Europe 600 Banks.

Il rilancio è stato guidato da Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs Group Ag. Ad aprile 2021 ha assunto la carica di amministratore delegato, ereditando un istituto ancora in fase di ristrutturazione, con sede nel Paese noto per un’anemica crescita economica come l’Italia. Unicredit aveva raccolto miliardi di euro di capitale nel 2017 e si stava ancora liberando di un pesante carico di di crediti inesigibili risalenti alla crisi del debito sovrano in Europa nel 2011.

orcel

“Orcel ha dato una scossa”

Orcel si è mosso rapidamente per rendere la banca più agile, con focus sulla crescita. Ha accorciato i tempi di approvazione dei mutui, ha eliminato i comitati interni che rallentavano il processo decisionale. Ha ridotto il costo del lavoro delle società di consulenza esterne e eliminato gli strati di gestione, dando più potere ai dipendenti ai livelli più bassi. “Quello che mi piace di Andrea Orcel è la sua volontà di dare una scossa”, ha dichiarato Cole Smead, Ceo di Smead Capital Management. Aggiungendo di aver apprezzato anche le operazioni di buyback che la banca ha iniziato l’anno scorso, attività non così diffusa tra gli istituti di credito europei. Un fondo di Smead Capital ha investito in Unicredit.

Il titolo è più che raddoppiato negli ultimi 12 mesi, più di qualsiasi altro componente dell’indice S&P 1200 Global Financials, stando ai dati di S&P Global Market Intelligence. Nella seduta del 25 aprile Unicredit si è deprezzata del 2,7% martedì, seguendo i più ampi ribassi delle banche europee. Il mandato di Orcel ha coinciso con la fine dei tassi di interesse negativi in Europa, che per anni hanno mantenuto bassi i profitti delle banche”.

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