L’inflazione è sicuramente uno dei principali nemici per chi fa asset management e per sconfiggerla gli alternativi, dalle infrastrutture al venture capital passando per private equity e debito, potrebbero essere la soluzione per calmierare gli effetti dell’aumento del costo del denaro.

Ne sono convinti da Arcano Partners, società di consulenza e gestione spagnola guidata in Italia da Paule Ansoleaga (foto), che particolarmente vuole rafforzarsi nel nostro paese e anzi punta a “rendere la penisola il secondo mercato dopo la Spagna”, ha spiegato in conferenza stampa il partner e co-ceo Josè Luis del Rio.

Alternativi in crescita

Per la società le masse degli asset alternativi, nel loro complesso, sono previste in crescita a livello globale a 23,3 miliardi di dollari entro il 2027, dai 13,7 miliardi di dollari del 2021 (CAGR 9,3%). L’incremento è ben presente anche in Europa, con asset previsti a 4,8 miliardi di dollari nel 2027 dai 2,9 miliardi di dollari del 2021 (CAGR 8,8%).

“GLi alternativi hanno tutte le caratteristiche per mitigare l’effetto dell’inflazione – ha spiegato Manuel Mendivìl CIO e Co-CEO di Arcano Capital – tra le quali bassa volatilità, alti ritorni e un orizzonte temporale di investimento di lungo periodo”. Inoltre, ha aggiunto, “nello scenario attuale stiamo andando incontro a un periodo di bassa crescita e alta inflazione, condizioni in cui le asset class tradizionali storicamente non performano bene”. Da qui il focus sul mercato privato in tutte le sue sfaccettature.

Nel dettaglio, rilevano dalla società, ogni asset class alternativa presenta caratteristiche interessanti. Il private debt, ad esempio, in termini di scelte di portafoglio, con Euribor +6-9% offre rendimenti reali positivi e copertura dall’inflazione. Esistono inoltre titoli di debito quotati in borsa con tassi d’interesse variabili, in particolare il mercato dei leveraged loans e delle obbligazioni high yield floating rate. “In particolare, le strategie di direct lending – ha commentato Mendivil – beneficiano sia di rendimenti relativamente elevati sia di un basso rischio di tasso in quanto l’interesse effettivamente pagato sui prestiti fluttua con gli aumenti o le diminuzioni del tasso di riferimento a breve termine: una caratteristica strutturale che offre protezione dall’inflazione”.

Spazio anche alle infrastrutture, dove i contratti sono a lungo termine e sostenuti da forti investimenti iniziali e alti margini, e garantiscono ricavi certi e, solitamente, sono indicizzati o protetti dall’inflazione con spese operative molto basse. Tra le protezioni contro l’inflazione offerte dagli asset infrastrutturali, da Arcano ricordano le strutture di finanziamento che coprono il rischio di tasso di interesse variabile (interest rate swap) e l’impatto limitato di alti tassi di interesse nella valutazione degli asset. Dinamiche simili anche per il real estate, dove gli investimenti di lungo periodo contribuscono – nel breve – a ridurre l’impatto delle pressioni inflazionistiche su un portafoglio che però sia diversificato. Sul fronte del debito, gli operatori di real estate utilizzano tipicamente un LTV (Loan to Value) fino al 70% per finanziare le acquisizioni: un’inflazione elevata, superiore al tasso variabile, riduce il valore del debito stesso. Infine, nell’immobiliare, ulteriori vantaggi in periodi di inflazione elevata risiedono nel ricorrere a swap per coprire il rischio di tasso variabile.

Poi c’è naturalmente il private equity, “l’asset class più grande”, ha sottolineato il cio,  e nella quale “i gestori sono più orientati alla creazione di valore attraverso miglioramenti operativi e un minore ricorso alla leva finanziaria”, e infine il venture capital, laddove la tecnologia può rappresentare la soluzione a molte delle sfide poste dai  mercati attuali, nonché un fattore per incrementare la produttività, e richiede una dipendenza dal debito sostanzialmente contenuta.

Arcano in Italia

In Italia Arcano Partners – che di recente ha realizzato una partnership con la boutique m&a lanciata dall’ex Kpmg Giuseppe Latorre Kitra Advisory, punterà prevalentemente sulle infrastrutture, in particolare impianti di energia rinnovabile, e sul private equity. Sul primo fronte, la società ha in portafoglio asset per 30MW per investimenti totali pari a 60 milioni di euro, e in pipeline ci sono 15MW aggiuntivi per ulteriori 7 milioni.

Quanto al private equity, Arcano ha investito già oggi il 15% del portafoglio da 2 miliardi di asset al nostro Paese, sia attraverso investimenti diretti (come quelli in Flos o Engineering) e co-investimenti sia tramite fondi di fondi. Per i prossimi mesi sono previsti fra le altre cose il lancio, nell’ultimo quarter di quest’anno, del fondo Arcano Impact Private Equity Fund II n con target di raccolta di 300 milioni di euro e un Irr del 10-12% che investirà sia in aziende sia in fondi, e Arcano Secondary Fund XV per co-investimenti al fianco di private equity esistenti e in secondario.

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