Come si produce la birra? Quali sono i passaggi fondamentali del malto? Da oggi è possibile saperlo, grazie a Peroni, marchio italiano che produce fra Roma, Bari e Padova 6 milioni di ettolitri annui di birra (il 30% esportato in 71 Paesi), dal 2016 nell’orbita del gruppo multinazionale giapponese Asahi Breweries. L’azienda, infatti, ha sviluppato tramite blockchain la possibilità a fornitori, consumatori e stakeholder di tracciare l’intera filiera del malto utilizzato, dalla semina dell’orzo in campo fino all’uscita della birra imbottigliata dalla linea di produzione. Lo riporta il Corriere della sera.
Il primo progetto sperimentale di tracciabilità è stato lanciato a maggio 2020 con la startup pOsti, e ha riguardato il mais, l’ingrediente caratteristico di Nastro Azzurro, ha spiegato alla testata l’amministratore delegato Enrico Galasso (nella foto). Sempre con l’obiettivo di valorizzare la trasparenza delle filiere agroalimentari, dopo il successo per primo progetto pilota, l’azienda ha deciso di estendere l’innovazione alle birre della famiglia Peroni, tracciandone in blockchain l’ingrediente principale: cioè il malto italiano.
Le informazioni, garantite attraverso la blockchain Ethereum abilitata dalla tecnologica OpsChain Traceability di Ey, sono fruibili attraverso un QR Code presente sull’etichetta delle bottiglie, il quale rimanda a una landing page personalizzata, anche sulla base del momento e del luogo in cui viene effettuata la scansione.
Il progetto è stato premiato dal Mit di Boston che lo ha inserito nella lista delle migliori soluzioni nell’abito della trasparenza e sostenibilità delle filiere agroalimentari, dedicandovi uno studio pubblicato dalla Mit Sloan Management Review.
L’obiettivo dell’azienda, fondata nel 1846 a Vigevano e che oggi occupa oltre 700 addetti, ha chiuso il 2021 con 445 milioni di euro di ricavi (il 16% in più sull’esercizio precedente per un utile di 98 milioni): punta ad arrivare non solo alle zero emissioni nei siti italiani entro il 2030, ma di portare a zero l’impronta di carbonio su tutta la filiera entro il 2050.