Verso i primi test e il lancio sul mercato. Picosats, società spin-off dell’Università degli studi di Trieste e nata nel 2014 con l’obiettivo di rendere più rapido ed economico l’accesso allo spazio, ha raccolto un milione di euro in un round di investimento di tipo seed a cui hanno partecipato Progress Tech Transfer, fondo italiano di venture capital interamente focalizzato sulle tecnologie per la sostenibilità, e Liftt, holding di venture capital guidata dall’imprenditore scienziato Stefano Buono.

Fondata dalla professoressa Anna Gregorio (nella foto), Picosats utilizzerà i fondi raccolti dal finanziamento per portare Radiosat – un ricetrasmettitore satellitare ad alta frequenza con performance estreme, in termini di velocità di trasmissione dati, peso e dimensioni, il primo in Europa e fra i primi a livello mondiale – ai test in orbita, passo fondamentale per lanciare poi il prodotto sui mercati europei e internazionali.

Tra materiali, strumenti e prototipi in questi anni la realtà ha mosso i primi passi da sola, grazie ai premi vinti, spendendo più di un milione di euro. Come quello nel 2015, lo Startcup Fvg 2015 in ambito industrial dal valore di 5mila euro più altri 20mila in servizi di preincubazione e mentoring tramite un incubatore certificato; lo Space exploration masters 2018 organizzato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) da 500mila euro e il premio LVenture-Peekaboo all’Italian Master Startup Award (Imsa). Nel 2020 Picosats ha inoltre ricevuto il Best startup pitch al New Space Economy forum, seal of excellence della Commissione Europea. Nel 2021 poi la startup è stata selezionata da Prospera Women, un programma di accelerazione di startup negli Stati Uniti focalizzato sull’imprenditoria femminile.

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