Sempre più pmi guardano alla Borsa, ma quello italiano resta ancora un listino marginale. Le nuove regole per la quotazione approvate da Consob semplificano il processo di Ipo, ma tempi più ridotti, e quindi meno costi, non bastano. A cambiare deve essere anche la consapevolezza dei benefici del processo di quotazione e soprattutto, per aprire la platea degli investitori servono nuovi incentivi fiscali, come emerso nell’ultima roundtable di quest’anno di Dealflower che si è tenuta a Le Village By CA Milano dal titolo Pmi in Borsa: le nuove regole per favorire la quotazione.

Con l’inflazione crescente, tassi di interesse in aumento e liquidità ridotta per tutte le asset class, le quotazioni stanno rallentando in tutta Europa, con una previsione di operazioni a fine 2022 in contrazione di due terzi rispetto alle tremila del 2021. In particolare, come rilevato da Envent Capital Markets, nei primi nove mesi dell’anno su Milano Egm ci sono state 17 Ipo con una raccolta pari a 831 milioni di euro, rispetto ai 44 collocamenti dell’anno precedente e gli 834 milioni di euro raccolti complessivamente. Ma anche, ben sette delisting e un translisting a Euronext Milano.

Dal 3 ottobre, però, sono entrate in vigore le nuove regole di Borsa Italiana, parte del gruppo Euronext, sulle quotazioni, a vantaggio delle società che intendono raccogliere capitali sul mercato regolamentato Euronext Milan. Le nuove norme si allineano agli standard europei e globali e punta no a semplificare gli obblighi per le società che si preparano a quotarsi, riducendo così il carico di lavoro e i tempi di accesso al mercato.

Un primo passo importante per il mercato italiano, sottolinea Barbara Lunghi, head of listing sales Italy di Borsa Italiana. “Minor testo equivale a un minor costo, fattore che le società che vogliono quotarsi prendono in considerazione”. Sull’eventualità di applicare le nuove norme non solo sul listino principale ma anche su Egm, Lunghi conferma che ci sono dei “lavori in corso”. sul tavolo ci sarebbero, infatti, “proposte interessanti per gli altri listini, ci stiamo lavorando”.

Anche Francesco Dagnino, managing partner di Lexia Avvocati conferma l’importanza delle tempistiche e quindi la positività delle nuove regole di Borsa “che ha fatto il primo passo, ma il secondo dobbiamo farlo noi operatori”.

Secondo Eugenio Anglani, head of Ecm di Intermonte, però, il listino Egm non ha bisogno di ulteriori semplificazioni. Dopotutto, nel 2021 ha dominato la scena domina la scena e su 50 quotazioni ne ha messe a segno 45. Mentre Euronext Milan ne ha registrate cinque. Quello che deve cambiare, però, come sottolinea head of Ecm di Intermonte, è la “consapevolezza della società che deve approcciare il mercato borsistico con una certa preparazione, in termini di organizzazione interna e con eventuali consulenti può gestire sul mercato Egm la quotazione in soli tre mesi”.

Per aprire poi la platea degli investitori, poi, oltre alle nuove regole introdotte, suggerisce Anglani, “servono nuovi incentivi fiscali per gli investitori stessi che devono essere spinti a investire in un ottica di medio e lungo termine”.

Tempi e costi, però, non sono l’unico problema da risolvere sul mercato. Secondo Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Yolo Group e Digitouch, sono diversi i punti che devono essere presi in esame per incentivare le quotazioni: come le aspettative dell’imprenditore che non sempre è consapevole dei processi e dei risultati dell’Ipo e il gap presente da un punto di vista qualitativo e di esperienza degli investitori.

Ma anche, “ci deve essere una maggiore comprensione del business e dell’ecosistema degli operatori. Come anche il fatto che saranno le tecnologie a guidare il market nei prossimi anni. Il venture capital in Italia, dopotutto, ha investito praticamente 2 miliardi principalmente sulle aziende tecnologiche”, spiega il presidente di Yolo.

Infine, Michele Corradi, co-fondatore e amministratore delegato di Lindbergh, ribadisce l’importanza che ha l’aspetto economico del percorso di quotazione per un imprenditore: “Un fattore che è sempre preso in considerazione. Ma anche, l’azienda deve essere pronta, come i collaboratori devono essere motivati. Nel nostro percorso ci ha aiuto entrare in Elite a fine 2018, inizio 2019. E’ stata la chiave che ci ha permesso di iniziare a ragionare sull’ipo. Volevamo crescere, ma volevamo anche mantenere il controllo della società, non volevamo quindi privati o fondi all’interno dell’azienda e li abbiamo capito come prepararci”.

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