A gestione perlopiù famigliare e per oltre la metà del totale in mano a over 65. Con questo profilo specifico, le imprese italiane, e in particolare le pmi, si trovano di fronte a una sfida cruciale: la gestione del passaggio generazionale. Un fattore non da poco se si vuole preservare il valore dell’azienda e considerata appunto l’età avanzata dei proprietari di maggioranza. 

Un recente studio dell’Ufficio Studi di Scouting Capital Advisors, condotto da Filippo Bratta e Giuseppe Pelliccioni, ha rivelato infatti dati significativi sulla concentrazione della proprietà nelle aziende italiane. 

Imprese italiane: un terzo gestito da over 65

L’analisi, che ha esaminato un campione di 35.785 società di capitali con bilancio 2022 disponibile e ricavi tra i 10 e i 300 milioni di euro, ha mostrato che tra le persone fisiche aventi una quota superiore al 50%, circa 1/3 ha una età anagrafica superiore ai 65 anni.

Inoltre, il 63% di queste persone riveste ruoli chiave come Amministratore unico o Presidente del Cda. La maggior parte del campione è formato da pmi (oltre il 50% è infatti rappresentato da società con un fatturato tra i 10 ed i 20 mln di euro), con una preferenza della forma giuridica di Srl (66%).

Distribuzione delle società totali in base alla fascia di ricavi

Imprese italiane: distribuzione delle società totali in base alla fascia giuridica

Distribuzione delle società controllate in base al cluster dimensionale

Differentemente da quanto si possa pensare, focalizzandosi sulla frequenza relativa in ogni singolo cluster dimensionale, l’incidenza delle società con proprietà concentrata nelle mani di una singola controparte aumenta man mano che aumenta la dimensione della società.

 

 

Soffermandoci sulle due tipologie di azionisti di controllo (società vs persone fisiche), la dinamica per cluster dimensionale dell’incidenza risulta opposta: man mano che la società aumenta di dimensione, si riducono progressivamente i casi in cui la quota di maggioranza è detenuta direttamente dalla persona fisica.

I veicoli societari

Altra evidenza da notare è che più aumentano le dimensioni dell’impresa, più aumenta la presenza di un veicolo societario. I veicoli societari, per il 43%, non risultano di diritto italiano. Analizzando il restante 67% (n.9127 società) emerge come, a loro volta, la maggioranza sia nelle mani di una unica controparte in 5.741 casi suddivisi quasi equamente tra persone giuridiche e persone fisiche (2.644 i primi e 2.573 i secondi, a cui si aggiungono altre tipologie di veicoli nei 524 casi rimanenti).

“La maggioranza delle società analizzate mostra una proprietà concentrata nelle mani di un’unica controparte, con prevalenza di pmi e Srl – sottolinea l’autore dello studio Filippo Bratta -. Questa concentrazione di proprietà aumenta con le dimensioni aziendali: nel 95% dei casi, la maggioranza è detenuta da una singola persona fisica o tramite un veicolo societario, spesso di diritto estero”.

Fusioni, acquisizioni, quotazioni in borsa e riorganizzazioni interne: come gestire il passaggio generazionale 

Tra le strategie indicate e più utili per affrontare il passaggio, è essenziale adottare strategie di mercato che includano fusioni e acquisizioni, quotazioni in borsa e riorganizzazioni interne. Una exit strategy che aiuti a proteggere e valorizzare il patrimonio aziendale per le generazioni future, come suggerisce il co-autore dello studio Giuseppe Pelliccioni: “Questi risultati evidenziano la necessità di gestire il passaggio generazionale e di adottare soluzioni di mercato per valorizzare al meglio il patrimonio aziendale”.

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