I piani del governo: cedere il 29,3% di Poste rimanendo in maggioranza
Dal novembre dello scorso anno, il governo ha già guadagnato più di 4 miliardi di euro attraverso le cessioni di una quota del 52,5% in Monte dei Paschi di Siena e di una partecipazione del 2,8% in Eni. Nonostante le cessioni di asset, il Tesoro vede il debito pubblico salire a quasi il 138% del prodotto interno lordo nel 2026, dal 134,8% del 2023, prima di scendere marginalmente a partire dal 2027.
Gli ostacoli incontrati dal governo Meloni
L’amministrazione Meloni ha ritardato l’offerta per mesi, in seguito alle resistenze dei partiti al governo e all’opposizione e da parte dei sindacati in ritorsione al previsto allentamento della presa dello Stato sui servizi pubblici fondamentali.
Inizialmente lo Stato aveva previsto di ridurre la propria partecipazione fino al 35%. In risposta alle critiche dell’opposizione in parlamento, Meloni si è impegnata a concentrarsi sui risparmiatori nazionali nell’offerta pubblica, escludendo il coinvolgimento di grandi gestori patrimoniali.
Reazione del mercato
Resta a ridosso di quota 13,5 euro ad azione, massimi storici per Poste Italiane a Piazza Affari, in una lateralità che ormai perdura da oltre un mese. Nella seduta odierna il titolo guadagna lo 0,3% a quota 13,26. Da febbraio a oggi ha guadagnato il 30% circa, rompendo una resistenza nonché soglia psicologica a quota 10,5 rimasta inviolata per oltre due anni.