Poste Italiane ha collocato un’obbligazione perpetua subordinata ibrida, con periodo di non-call di otto anni per investitori istituzionali, del valore nominale complessivo di 800 milioni di euro.

I bond, si legge in un comunicato della società guidata dall’amministratore delegato Matteo Del Fante (nella foto), hanno ricevuto una richiesta di sottoscrizione di circa quattro volte l’offerta, con ordini complessivi per oltre 3 miliardi di euro, principalmente da investitori in Francia, Italia, Germania e Regno Unito.

La maggior parte dei proventi dell’emissione verrà utilizzata “per rafforzare il leverage ratio (Basilea III) e il Tier 1 ratio di BancoPosta, nonché il Solvency II Ratio di Poste Vita, contribuendo a sostenere la crescita di lungo termine del gruppo secondo le linee strategiche del piano 24 Sustain & Innovate“.

La cedola fissa annuale è del 2,625% fino alla prima reset date, fissata al 24 giugno 2029. A partire da tale data, l’interesse annuo è determinato in funzione del tasso midswap a cinque anni, più uno spread iniziale di 267,7 punti base, aumentato di ulteriori 25 punti base a partire dal 24 giugno 2034 e di ulteriori 75 punti base a partire dal 24 giugno 2049. La cedola fissa è pagabile ogni anno in via posticipata, a partire dal 24 giugno 2022.

Il prezzo di emissione è stato fissato al 100% e il rendimento effettivo alla prima reset date è pari al 2,625% annuo.

Le obbligazioni saranno quotate sul mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo.

Le banche del collocamento

Goldman Sachs International e J.P. Morgan hanno agito in qualità di joint structuring agents. Le obbligazioni sono state collocate da un sindacato di banche – nell’ambito del quale hanno agito in qualità di joint global coordinator, joint lead managers e joint bookrunner – Goldman Sachs International, IMI-Intesa Sanpaolo e J.P. Morgan. BNP Paribas, Deutsche Bank e UniCredit hanno svolto il ruolo di joint bookrunner.

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