Il mercato del private equity italiano gode di buona salute nonostante le turbolenze sui mercati e le tensioni geopolitiche. É quanto emerso dalla conference in deep organizzata da Dealflower, in partnership con Accuracy, Astraco Capital Holding, Efficio, Gianni&Origoni, Green Arrow Capital, Merito Sgr e Simmons&Simmons.

Private Capital, un mercato in crescita ma il nodo è il prezzo

Come confermato da Giampiero Mazza, managing partner e head of Italy di Cvc Capital Partners, “il mercato è cresciuto negli ultimi dieci anni. A inizio 2010 si registravano cinque-dieci operazioni rilevanti, oggi ne contiamo una ventina l’anno. I numeri sono triplicati”. Questo trend positivo ha però una criticità che riguarda il prezzo, soprattutto sul fronte delle operazioni large e mid cap. “Il mercato secondario è quello che sta crescendo di più. A oggi contiamo circa una quarantina di aziende in mano ai fondi con circa 50 milioni di Ebitda. Il nodo resta il prezzo, perché molte operazioni vengono fatte a multipli alti. E’ una dinamica ricorrente e ci vorrà tempo perché possa avvenire un re-pricing”.

Un ragionamento condiviso anche da Orlando Barucci, executive chairman di Vitale & Co, secondo cui “c’è un rallentamento per quanto riguarda le grandi operazioni”. Nel dettaglio, si registra un trend di crescita per quanto riguarda gli add-on sul numero totale delle operazioni di private equity e venture capital. “Spesso”, ha fatto notare, “i nostri clienti cercano di avere società con cui fare un add on ancora prima del closing”. L’ottimismo comunque rimane, “anche perché vediamo una certa apertura da parte delle grandi aziende nei confronti dei fondi di private equity. Oggi nel nostro Paese non si vende tutto a qualsiasi prezzo”, ha concluso l’executive chairman di Vitale & Co.

Alla luce di questo rallentamento uno strumento vincente è la flessibilità di investimento. Secondo Giulio Piccinini, managing director structured and private equity di Icg, “è un elemento centrale e che aiuta molto. Cerchiamo di offrire strumenti strutturati. La vera criticità resta il disallineamento sui multipli ma crediamo che questo modello di intervento possa colmare il gap”.

L’aspetto legale

A rimarcare la centralità della componente legale nel private capital è stato Stefano Bucci, partner di Gianni & Origoni. “Il disallineamento del prezzo lo curiamo con strutture sofisticate e ben organizzate. Il mercato è interessante a tutti i livelli, nonostante le tensioni geopolitiche e le fluttuazioni dei mercati. Le aziende migliori sono italiane per cui molti stranieri guardano al nostro Paese prediligendolo perché le aziende sono oggettivamente migliori e con fondamentali solidi”.

Il rialzo dei tassi impatta sulle grandi operazioni

“Sul piccolo mercato”, ha spiegato Elena Lodola, head of leveraged finance capital markets Italy di Bnp Paribas, “non abbiamo visto un rallentamento perché si tratta di operazioni che possono essere facilmente supportate dal sistema bancario”.

Il mercato mid e small “c’è ed è solido. C’è una leva inferiore al mercato perchè ciò che 12 mesi fa veniva finanziato al 5% oggi è all’8%”, ha concluso sottolineando che “i primi mesi del 2023 vediamo una ripartenza. Ci sarà una quantità di emittenti che si riaffaccerà al mercato per riscandenziare il debito”.

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