Si accende il tema delle privatizzazioni. Il governo si muove per cedere quote di minoranze delle sue partecipate per fare cassa, con l’obiettivo di ridurre il debito pubblico: la stima è di 20 miliardi di euro nelle casse dell’esecutivo in tre anni.
Tre al momento sono i fronti, quattro se consideriamo Mps, dopo l’avvio della procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di 315 milioni di azioni ordinarie del Montepaschi, per un totale corrispondente del 25% del capitale sociale. Cinque se includiamo anche Eni, dopo l’apertura a una valutazione per la vendita del 4% (ne abbiamo parlato qui).
Poste, cosa dice il documento del ministero delle Imprese
Capitolo Poste Italiane: da un documento del ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Mef e Cdp intendono ridurre la quota nella partecipata, intorno al 64%, senza perdere la maggioranza assoluta del 51%. Giorgia Meloni aveva già aperto a una soluzione del genere durante la conferenza di fine anno.
Queste le sue parole pronunciate in conferenza stampa: “Lo Stato deve controllare ciò che è strategico ma questo comporta aprirsi anche al mercato”. E lo stesso dovrebbe accadere con Ferrovie dello Stato.
Tim e Ita Airways sotto esame
Intanto però arrivano novità, non proprio positive. L’Antitrust Ue ha avviato un’indagine approfondita sull’offerta di Lufthansa per una quota di minoranza di Ita Airways per il timore che l’operazione possa ridurre la concorrenza nei voli da e per l’Italia su diverse rotte a breve e lungo raggio, e ha fissato al 6 giugno il termine ultimo per una decisione sull’operazione.
Non è finita. Sul fronte Tim infatti il primo azionista Vivendi ha chiesto alla Commissione europea di esaminare il ruolo svolto dal Tesoro nel progetto di vendita della rete fissa a Kkr. Il gruppo francese si è messo di traverso nell’operazione di cessione di Netco al fondo americano, una posizione che però non costituirebbe un problema per Tim, che ha risposto: “Andiamo avanti”.