Ieri un trader preme un tasto sbagliato, manda in tilt il sistema e affossa, seppur per pochi minuti, le borse europee. Oggi invece l’arresto di Jack Ma, un omonimo del numero uno di Alibaba, genera violentissime vendite sul titolo fino a una perdita del 9%, poi riassorbita dopo la conferma che il provvedimento cautelare non riguardasse affatto l’imprenditore cinese. Per un totale di due flash crash in due giorni. Forse una casualità, o forse è l’ennesimo indizio che un po’ di nervosismo sui mercati in effetti c’è. A partire dalla decisione sui tassi che la Fed dovrà prendere mercoledì. Il dubbio è sostanzialmente uno: sarà un rialzo di 25 punti base o di 50?
Rendimento decennale al 3%: “Fed? Il mercato sconta i 50 punti”
Il rendimento del decennale Usa, dopo averci girato attorno per diverse settimane, ha raggiunto il 3% di rendimento (grafico sopra). Stesso target per il trentennale. Per la Banca Centrale Americana la strada sembra spianata verso un ritocco dello 0,5%. Spiega Angelo Ciavarella, Ceo di Blink Concept: “I mercati stanno già scontano un rialzo dei tassi di 50 bps: l’ultima volta che lo ha fatto correva l’anno 2000. E non dovrebbe essere l’ultimo. Per frenare un’inflazione che a marzo ha toccato l’8,5%, livello piu alto degli ultimi 40 anni, gli analisti prevedono che i tassi, solo a inizio marzo a 0%, arrivino intorno al 2,7%/2,8% entro la fine dell’anno. Ma il vero nodo è il seguente: fin quando si potrà alzare i tassi senza causare una recessione economica?”. E aspettando la Federal Reserve, nella notte è toccato alla Reserve Bank of Australia aumentare il costo del denaro di 35 punti base. Ora il tasso d’interesse è dello 0,35%. Gli analisti si attendevano un ritocco più blando (25 pbs). Si tratta del primo aumento dei tassi da novembre 2010, sempre a causa dell’aumento dei prezzi.
Grafico Borsa Italiana
Le borse europee rimbalzano, Stmicroelectronics in ripresa
Mercati che oggi sono alla ricerca del rimbalzo e all’apertura la direzione sembra proprio questa: Piazza Affari sale dello 0,9% a 24.090 punti ed è l’indice migliore in apertura assieme a Madrid, che guadagna l’1% a 8.520 punti. Francoforte si muove attorno al +0,7% per 14.040 punti mentre Parigi cresce dello 0,76% a 6.460 punti.
Sul Ftse Mib si muove bene Stmicroelectronics, ieri tra i peggiori: +2,2% in avvio di contrattazioni, seguito da Prysmian e Ferrari, per entrambi un guadagno attorno ai due punti percentuali. Deboli le utilities, comparto difensivo, su cui si registrano timidi prese di beneficio: Recordati che cede lo 0,4% e Terna lo 0,3%.
In agenda macro attesa per il dato sulla disoccupazione in Eurozona. In Germania il tasso rimane al 5% confermando le attese mentre il numero destagionalizzato di disoccupati ad aprile è diminuito di 13.000 unità (grafico sotto) per un totale di 2,287 milioni. Il dato è peggiore delle attese (15.000) dopo un calo di 18.000 un calo di 18.000 nel mese precedente ma segna anche il 12° mese consecutivo di calo del numero di disoccupati.
Materie prime, verso il taglio dal mercato di petrolio e gas russi
Sul fronte delle materie prime, si va verso il taglio definitivo dai mercati di petrolio e gas russi e questo sta creando un’inevitabile instabilità, soprattutto sul greggio. Forte volatilità ieri sull’oro nero, mentre nella seduta odierna è una sorta di quiete dopo la tempesta: il Brent gira attorno ai 107 dollari al barile (-0,4%), Wti sui 104,6 $ (-0,5%). La forte richiesta del gas naturale americano (7,73 dollari per Mmbpu, +2%) continua a spegnere il prezzo di quello europeo che rimane sotto i 100 euro per megawattora. Ancora molto debole l’oro che aggiorna i minimi di febbraio, sotto i 1.860 dollari l’oncia. Poco mosso il Bitcoin, in area 38.500 dollari.
Dollaro record, spread sempre più in area 200
Il dollaro rimane l’asset più comprato in questo periodo. Il Dollar Index non molla i massimi degli ultimi 20 anni: i 103,9 toccati la settimana scorsa sono un livello record che non si osservava da dicembre 2002. Ne risente Euro Dollaro: la moneta unica non può fare altro che consolidare i minimi a 1,05, e la Sterlina che sale dello 0,3% ma rimane sempre in area 1,25 aspettando che anche la Bank of England alzi i tassi ai massimi degli ultimi 13 anni.
Intanto lo spread continua a salire: il nuovo massimo di oggi è di 191 punti. Il bund tedesco decennale è risalito all’1% di rendimento, mentre il btp italiano è in area 2,8%.