Per cambiare la propria vita ci vuole più della celebre frazione di secondo del film “Sliding Doors” ma lo stravolgimento può essere altrettanto inaspettato e totalizzante.
È accaduto così per Amelia Rosaria Cuomo che nel 2015, dopo 15 anni a Roma lavorando in importanti società di consulenza, decide di tornare a Gragnano, il suo paese d’origine, per dedicarsi al mestiere di famiglia: fare la pasta. Una scelta che l’ha portata a immergersi nella storia dei suoi avi, ma anche a lavorare di inventiva per creare un business innovativo in uno dei settori più tradizionali. Per raccontare tutto questo Amelia Rosaria Cuomo sarà sul palco di Women X Impact Summit 2023 l’evento che si svolgerà a Bologna a FICO Eataly World dal 23 al 25 novembre 2023 di cui Dealflower è media partner.
Di cosa parlerai nel tuo speech a Women X Impact Summit 2023?
Nel mio intervento parlerò della leadership gentile: quel modo di guidare le imprese che secondo me fa parte del dna di noi donne. Oggi c’è bisogno di un nuovo tipo di leadership che sia capace di fare stare bene chi lavora nelle organizzazioni perché le persone felici, soddisfatte rendono di più e contribuiscono a migliorare le imprese per cui operano. Essere gentili è un valore, non un elemento di debolezza e tutti dovremmo consentire a noi stessi di tornare a esserlo, mettendo da parte l’aggressività. Avere cura degli altri: è questo che fa la differenza.
Qual è per te il valore di Women X Impact Summit?
È il secondo anno che partecipo a questo evento e lo faccio con estremo piacere perché ci sono tante donne che hanno bisogno di sentirsi dire che ce la possono fare. Oggi più che mai c’è bisogno di messaggi positivi, di speranza, di incoraggiamento. Siamo tutti terrorizzati dalle notizie negative da cui siamo costantemente bombardati e dalle idee di fallimento che sembrano avere la meglio rispetto ai pensieri positivi.
Perché hai deciso di tornare a dedicarti all’attività di famiglia rifondandola da zero?
A 30 anni ho vissuto una profonda crisi professionale e personale. In seguito alla morte di una mia amica mi sono trovata a chiedermi se la vita che conducevo fosse quella che volevo. Da quelle riflessioni è scaturita la decisione di tornare al mio paese d’origine, Gragnano, e intraprendere la sfida di recuperare l’azienda di famiglia ferma da 70 anni. L’ho fatto insieme a mio fratello partendo dall’idea di ripensare il nostro business e di recuperare al contempo la nostra antica storia familiare.
Quali difficoltà avete incontrato e come le avete superate?
La difficoltà maggiore è stata risultare credibili perché tutti ci vedevano come ‘troppo giovani’ e inesperti. Anche la burocrazia ha rappresentato un grosso ostacolo soprattutto perché noi partivamo da zero e dovevamo capire quale fosse il percorso migliore da seguire.
La chiave di volta del nostro successo è stata studiare il mercato. Ci siamo infatti accorti che quello della pasta era molto aggressivo e si basava su una forte riduzione del prezzo. Così noi abbiamo deciso di seguire un’altra strada, cambiando focus e puntando su cultura, storia e turismo. Da lì è nata la scelta di recuperare il pastificio ma di affiancarvi un ristorante, un b&b e un museo con il risultato che oggi possiamo offrire un’esperienza turistica integrata.
Hai mai subito pregiudizi o discriminazione per il fatto di essere donna?
L’ho subita una volta tornata a Gragnano. Oltre a essere derisa per l’idea che avevo avuto con mio fratello e in cui nessuno credeva, mi sono sentita sminuire nella mia preparazione e credibilità per il solo fatto di essere donna. Anche il mio aspetto fisico non è stato d’aiuto come se essere bella escludesse la credibilità professionalmente. Alle fiere venivo spesso avvicinata da uomini che mi facevano avance, dando per scontato che a me facesse piacere.
L’occupazione femminile nel nostro Paese è ancora bassa. Quali azioni concrete si possono fare per favorirla?
L’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto in posizione di leadership, è un processo molto lento. Io però sono convinta che le cose miglioreranno gradualmente perché è un fatto provato che le aziende guidate da donne abbiano performance migliori. La chiave è favorire l’imprenditoria femminile attraverso azioni di supporto, anche economico e burocratico, così come incentivare la presenza di donne alla guida delle imprese e nei cda. È partendo dall’alto infatti che si possono avere effetti positivi a cascata.