Se è vero che il 2023 è stato il miglior anno di sempre per le banche italiane allora ha ancora più senso continuare a parlare nel 2024 di risiko bancario, anche perché, come abbiamo scritto nel “Pagellone finanziario” sul nostro profilo Instagram, è un tema che tira sempre. D’altronde non esistono indiscrezioni senza smentite, è un po’ la dinamica del supereroe che non ha senso di esistere senza il proprio cattivo di riferimento (Superman e Lex Luthor o Batman e Joker). A questo punto sarà interessante vedere se salterà fuori qualcosa anche sulle parole di Piero Montani, Ceo di Bper Banca. Intercettato da “Il Messaggero” in uscita dal Congresso Assiom Forex di Genova il fine settimana appena passato, ha dichiarato che per quanto riguarda qualunque operazione: “Meglio aspettare il mese di giugno, e poi si vedrà”.

Operazioni che evidentemente riguardano l’istituto emiliano, e quindi direttamente o indirettamente Unipol, e perché no, pure Popolare Sondrio ed Mps (e anche stavolta, smentite in arrivo fra tre, due, uno… leggete a tal proposito un recente editoriale di Laura Morelli qui). Bisogna però proseguire con ordine. L’inizio dell’estate indicato come possibile momento di svolta sulle fusioni tra banche italiane è giustificato da alcune scadenze, senza le quali non avrebbe senso portare avanti tale strategia. Ci sono le elezioni europee innanzitutto. C’è la scadenza del concordato per la privatizzazione di Mps. E poi, ad aprile, la conferma del board di Bper, e l’obiettivo di Piero Montani è la sua riconferma. Con lui al timone, evidentemente, si potrà di nuovo tornare a parlare di risiko.

 

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Bper in difesa di Pop Sondrio e… all’attacco di Mps?

In che modo? A partire dalla Popolare di Sondrio, ad esempio. Dove la partita non si gioca tanto su ulteriori acquisizioni ma sul mantenimento e soprattutto del consolidamento delle quote. Sempre il quotidiano di Roma riporta infatti che Unipol, che detiene il 19,9% delle quote di Bper e il 19,7% di Pop Sondrio, parteciperà alla presentazione di una lista comune con “Insieme per la popolare”, associazione che raduna 1.300 piccoli azionisti e pesa per il 4%. La lista rinnoverà un terzo del board sancendo per la prima volta l’ingresso di rappresentanti di Unipol nella governance. E quindi, secondo Il Messaggero, un “mossa segnaletica chiara di difesa” della Pop Sondrio stessa su cui Unicredit aveva messo gli occhi.

Già, perché l’istituto guidato da Andrea Orcel, notizia, o meglio rumor risalente al mese di gennaio, attraverso Goldman Sachs era in fase di valutazione dell’acquisto del 10% della banca valtellinese. Salvo smentita (eccallà) da parte dell’amministratore delegato stesso, il quale a Davos aveva parlato di “valutazioni disallineate, di numeri che non si adattano all’operazione e che Unicredit è interessata a opzioni di m&a in tutti e tredici mercati in cui opera, ma al giusto prezzo”.

La seconda operazione “per la quale bisognerà aspettare il mese di giugno potrebbe essere infine il Montepaschi. L’indiscrezione sarebbe un terzo polo “alternativo” in cui sono coinvolti Intesa Sanpaolo, Bpm e Mediocredito Centrale (Mcc) con l’acquisto di alcune tranche di filiali, dinamica non troppo differente da quanto accaduto in passato con Carige, dove quaranta filiali sono passate a Banco Desio e della Brianza (qui i dettagli dell’operazione). D’altronde Mps rappresenta oggi il piatto più ghiotto dopo il risanamento completato da parte del Ceo Luigi Lovaglio e l’apertura del governo. Almeno fino alla prossima smentita.

Risiko bancario, reazione del mercato

Per non saper né leggere né scrivere, ma puntuale come un orologio svizzero, la smentita di cui sopra è arrivata nel corso della mattinata, per voce di Flavia Mazzarella, presidente di Bper Banca. Una smentita moderata, la sua, come ogni buon presidente insegna. Prima ricordando che l’operazione con Carige risale allo scorso anno. Tradotto: quanti m&a dobbiamo fare all’anno secondo voi, che ce l’ha ordinato il medico? Poi però ecco la classica risposta buona anche nel calcio quando arriva la domanda sul possibile arrivo di un nuovo allenatore o un nuovo fuoriclasse: “Siamo concentrati sulla fase di consolidamento”. Tradotto: pensiamo solo al campionato, non alle voci di mercato.

Sarà anche per questo che in mattinata a Piazza Affari non si segnalano particolari movimenti per i titoli delle banche coinvolte se si escludono i massimi, poi subito ritracciati, di Pop Sondrio e Unipol. Per la banca valtellinese +0,2% a 6,59 euro ad azione, in area 6,6, resistenza ciclica che non veniva pareggiata dal 2008, Bper Banca perde lo 0,3% a 3,5 euro ad azione mentre Unipol cede lo 0,38% a 5,8 euro ad azione, sui livelli record del 2012.

Nel pomeriggio però scattano gli acquisti con l’apertura di Wall Street, il Ftse Mib diventa il listino migliore d’Europa della seduta aggiornando i livelli record di giugno 2008 accompagnato dai nuovi massimi storici di S&p 500 e Dow Jones. Spicca Banco Bpm che sale del 2%, Pop Sondrio +1,8%, Unicredit +1,6%, Intesa Sanpaolo +1,3% e Bper +1,1%. Più del mezzo punto percentuale di guadagno, e quindi più moderato, per Mps e per Unipol (+0,6%).

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