Ha toccato quota 52 euro ad azione e si è fermata, Recordati, dopo un guadagno che ha raggiunto quasi il 7% in sette sedute, e quindi una media dell’1% ogni giorno. Ora sta riprendendo fiato, sostanzialmente è poco mossa ma da cinque sessioni non molla i livelli conquistati dopo l’emissione high yield del prestito obbligazionario senior per Rossini Sarl, il veicolo di investimento del fondo Cvc Capital Partners con cui controlla il gruppo farmaceutico internazionale di Milano che tra due anni compie un secolo. Cifra complessiva: 1,850 miliardi di euro.
Il bond ripone nel cassetto, almeno per il momento, le ipotesi di una cessione del gruppo farmaceutico internazionale quotato a Piazza Affari da parte del private equity britannico che gestisce 52 miliardi di asset. Tecnicamente si divide in due tranche. La prima da un miliardo a tasso fisso, la seconda a 859 milioni a tasso variabile. Le obbligazioni sono quotate presso la Borsa di Lussemburgo.
I proventi derivanti dal prestito obbligazionario saranno utilizzati anche per rifinanziare l’indebitamento esistente di Rossini e di Rossini Investments, controllante indiretta che fa capo a Cvc con cui detiene il 52,51% del capitale sociale di Recordati, attiva principalmente nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di farmaci per Specialty & Primary Care e di farmaci orfani per il trattamento di malattie rare e ultra-rare (Rare Diseases).
Rossini rifinanzia il debito, reazione del mercato
Il giorno dell’uscita del bond, il 9 luglio scorso, Recordati ha registrato a Piazza Affari un guadagno del +2,4%. Da allora il titolo è risalito complessivamente del 5% a 51,4 euro ad azione. La ritrovata fiducia sul Ftse Mib dopo il -11% registrato tra febbraio e giugno (complice un doppio massimo tra marzo e aprile a 53,4) si spiega perché l’operazione di rifinanziamento del debito ha tolto dal tavolo, secondo alcuni analisti, l’ipotesi di una dismissione dell’intera partecipazione del fondo sul gruppo farmaceutico italiano.
Il mercato infatti aveva speculato su una possibile uscita del private equity (leggi qui il nostro approfondimento) interessato a valorizzare il suo investimento dopo avere rilevato il controllo di Recordati nel 2018 per 3 miliardi di euro.
L’emissione affianca inoltre quella di nuove pik notes per 240 milioni e a un prestito cash per 37 milioni. In questo senso per gli analisti di Banca Akros l’ipotesi di una cessione totale della partecipazione in Recordati da parte di Cvc à eliminata. Inoltre, al momento, non si può escludere l’ingresso di azionisti di minoranza nelle holding di controllo insieme a Cvc.
“Cessione di una quota di minoranza di Rossini (Kkr?) scenario possibile”
Anche gli analisti di Equita si sono espressi in questa direzione. “Lo scenario più probabile -hanno detto- non è più un aumento di capitale di Rossini, ma l’eventuale cessione di una quota di minoranza di Rossini da parte della cordata guidata da CVC a un nuovo entrante”. Tra i nomi circolati nei mesi scorsi il broker cita Kkr (attivissimo dopo le operazioni di Tim e di Enilive), Tpg, Advent, Angelini Pharma e il fondo sovrano di Abu Dhabi.
“Appeal speculativo a breve non è previsto -aggiunge Equita- considerando l’allungamento a 5 anni della scadenza del debito anche l’orizzonte temporale del private equity si è dilatato. Potrebbe materializzarsi a contrario nel caso in cui un player industriale venisse coinvolto in qualche operazione”.
Tornando all’analisi tecnica del titolo, l’analista e formatore indipendente Enrico Gei spiega che “Recordati è in fase di consolidamento dopo la ripartenza dai minimi, con target finale alla resistenza del valore massimo settimanale. In generale lo scenario è rialzista, con i 47-48 euro che rappresentano una forte area supportiva”.
Gli advisor
Il team di White & Case che ha prestato assistenza a Rossin in merito agli aspetti di capital markets è stato guidato dai partner Michael Immordino (Londra e Milano), Evgeny Scirtò Ostrovskiy (Milano e Londra) e James Greene (Londra), e ha incluso gli associate Daniele Pojani e Leonardo Rubera (Milano), nonché – per i profili dell’operazione di legge federale statunitense e di diritto dello stato di New York – lo US associate Pietro Bancalari (Londra e Milano). Il team che ha prestato assistenza in relazione alla linea di credito revolving ha incluso i partner Martin Forbes (Londra), Iacopo Canino (Milano) e Bianca Caruso (Milano), insieme agli associate Benjamin Morrison (Londra) e Beatrice Bertuzzi (Milano).
Il counsel Willem de Wiele (Bruxelles e Lussemburgo) e gli associate Scott Goldner e Madeleine Tardif (Bruxelles) hanno prestato assistenza in relazione ai profili di diritto lussemburghese connessi all’operazione. Il counsel Tommaso Tosi e l’associate Francesco Balestra (Milano) hanno assistito per i profili relativi alla disciplina golden power.
Lo studio legale tributario Facchini Rossi Michelutti ha assistito Rossini in merito ai profili fiscali dell’operazione con un team formato dai partner Luca Rossi e Marina Ampolilla e dai senior associate Lino Ziliotti e Armando Tardini.
Cravath, Swaine & Moore ha assistito gli initial purchasers in merito agli aspetti di capital markets per i profili dell’operazione di legge federale statunitense e di diritto dello stato di New York con un team composto dal partner Philip Boeckman, European Counsel Roberto Bruno e associates Wonnie Song Hall, Luke Martin, Apollonia Persianis, Nathaniel Hatter e Francesca Sebastiani.
Clifford Chance ha assistito gli initial purchasers in merito agli aspetti di capital markets e il pool di banche finanziatrici in relazione alla linea di credito revolving, per i profili di diritto inglese, italiano e lussemburghese, con un team composta dai partner Neil Cavanagh (Londra), Ferdinando Poscio (Milano) e March Mehlen (Lussemburgo), i senior associate Fola Ajayi (Londra), Francesco Napoli (Milano) e Antonio Arenas Torres (Lussemburgo), l’associate Michele Gentile (Lussemburgo) e i trainee Keith Minami (Londra) e Gabriele Costanzo Piccinino (Milano). Il partner Luciano Di Via e l’associate Eleonora Zappalorto hanno assistito per i profili relativi alla disciplina golden power. I profili fiscali sono stati seguiti da un team composto dal partner Carlo Galli, il senior associate Roberto Ingrassia e l’associate Mario Martignago.