L’azienda bolognese Cellply ha ottenuto un finanziamento complessivo di 2 milioni di euro, sottoscritto da Indaco Venture Partners Sgr (nella foto di copertina, l’amministratore delegato Davide Turco). Nel round hanno reinvestito Italian Angels for Growth, Meta Ventures e Rearden. Inoltre, sono entrati nella società come nuovi investitori LIFTT e Recomec.
Obiettivo dell’investimento, si legge in un comunicato, è l’immissione sul mercato della tecnologia che consente un’analisi approfondita dell’efficacia delle terapie cellulari in oncologia. Il target è completare lo sviluppo delle prime unità del prodotto per arrivare alla commercializzazione entro 12-18 mesi.
La tecnologia
Le attuali terapie cellulari immuno-oncologiche hanno un limite: le cellule prelevate e re-iniettate ai pazienti dopo la modifica genetica non sempre sono efficaci e presentano una eterogeneità tra diversi pazienti e tra cellule dello stesso campione. Inoltre, un ulteriore ostacolo è rappresentato dal costo elevato, dovuto ai lunghi tempi richiesti per la ricerca e sviluppo visti il complesso meccanismo di azione di queste terapie e ai costi rilevanti per la produzione e il controllo di qualità. Un quadro che rallenta lo sviluppo di una tecnica terapeutica che dispone, al contrario, dell’enorme potenzialità di poter curare, non solamente trattare, pazienti oncologici.
La caratteristica di Cellply è la capacità di identificare sottopopolazioni di cellule che, pur apparendo simili da un punto di vista di fenotipo, presentano forti differenze da un punto di vista funzionale. La tecnologia, grazie alla combinazione di robotica, microfluidica e intelligenza artificiale, consente uno screening massivo delle interazioni tra cellule immunitarie e tumorali, che viene eseguito in automatico da uno strumento analitico. La piattaforma permette di quantificare il numero di cellule effettivamente attive, ovvero delle cellule immunitarie killer o super killer, che riescono ad attaccare ed eliminare le cellule tumorali.