Nei primi sei mesi del 2022 sono stati completate per 18,5 miliardi di euro di transizioni di crediti deteriorati, tra 16 miliardi di euro ceduti sul mercato primario e 2,5 miliardi di euro sul secondario. Si tratta del doppio di quelle dello stesso periodo dello scorso anno (9,3 miliardi di euro). Secondo l’Osservatorio nazionale Npe market di Credit Village questo incremento non deve però allarmare: incide sull’aumento dei volumi 2022 la Gacs di Intesa San Paolo da 8,5 miliardi (nel semestre 2021 era stata perfezionata una sola Gacs per 1,5 miliardi).
Le transazioni complessive sono state 216, di cui 91 quelle completate sul mercato primario, mentre 125 le operazioni di Re-Trade. Nel 2021 nel primo semestre erano stati sottoscritti 249 contratti di cessione crediti Npe.
Le cartolarizzazioni principali
Le operazioni con Gacs hanno rappresentato il 63% dei volumi trattati direttamente con gli originator sul primario. Tre sono state le cartolarizzazioni con richiesta della garanzia pubblica chiuse entro la scadenza del 14 giugno per 10,28 miliardi di euro di valore nominale.
La principale è stata realizzata dal gruppo Intesa Sanpaolo attraverso il veicolo Organa su un portafoglio di 8,5 miliardi per circa 37 mila controparti debitrici. Il 69% del Gbv è rappresentato da crediti unsecured e la rimanente parte da crediti garantiti da asset immobiliari.
Unicredit ha invece ceduto al veicolo Itaca 1,13 miliardi di nominale. La segmentazione dei due portafogli tra crediti secured e unsecured è molto similare e la presenza di una quota così significativa di posizioni non garantite giustifica il decremento dei prezzi di cessione rispetto a quelli registrati negli anni precedenti nelle cartolarizzazioni con Gacs. Organa ha infatti emesso notes per 1,115 miliardi di euro (pari al 13,1% del Gbv), mentre Itaca ha emesso titoli per 155 milioni, pari a una percentuale di acquisto del 13,7%.
Diverso il discorso della terza operazione con Gacs, con struttura multioriginator nella quale 71 banche coordinate da Iccrea hanno ceduto 644,4 milioni di euro al veicolo Bcc Npls 2022 che ha emesso notes per 158 milioni (24,5% prezzo acquisto). Il prezzo decisamente superiore alle altre due Gacs è dovuto alla presenza di una percentuale più alta di posizioni, garantite da asset immobiliari.
Chi sono gli investitori
Nel mercato primario, escludendo le operazioni con Gacs, si è rivelata particolarmente attiva illimity, che sta diversificando sempre di più il suo business nel mercato degli Npe operando su varie tipologie di asset class e deal, dai single name, al senior financing, dai portafogli Utp ai crediti derivanti da riserve d’appalto ecc.
Gacs, joint venture fra originator e investitori/servicer e la cessione di piattaforme di gestione limitano inevitabilmente la disponibilità di portafogli sul mercato primario.
Nonostante ciò, si amplia sempre di più l’esercito di investitori che si focalizzano però su transazioni single name collegate a piani di restructuring di imprese in crisi o ad operazioni immobiliari o su portafogli di piccola size. Non si riscontrano nuovi e significativi ingressi dall’estero di player industriali, come avvenuto invece tra il 2016 e 2019. Quelli già presenti sul mercato si stanno muovendo ancora con molta cautela.
Nel mercato secondario Ifis Npl Investing, oltre ovviamente ad essere sempre ben presente nelle operazioni dirette con gli originator bancari e finanziari, ha effettuato un’operazione di Re-trade acquisendo da MBCredit Solutions un portafoglio ex Intesa Sanpaolo da 650 milioni di euro.
Prosegue invece la crescita di Sorec, il servicer che si sta affermando anche come investitore specializzato su specifici segmenti, come quello unsecured. Proprio all’inizio dell’anno ha infatti chiuso un deal di oltre 90mila posizioni per un Gbv di 600 milioni.
E riguardo gli Utp?
Sono state 30 le operazioni hanno riguardato crediti classificati ad inadempienze probabili (Utp), per un controvalore superiore ai 3 miliardi. Il gruppo Unicredit ha cartolarizzato un portafoglio di crediti Utp, prevalentemente dei segmenti corporate e sme, pari a circa 2 miliardi di euro.
L’investitore principale nelle note mezzanine e junior è stato il fondo americano Christofferson, Robb &Company (Crc), mentre la gestione è stata affidata al gruppo Prelios. Altra operazione significativa è stata invece quella effettuata dal Banco Bpm che ha cartolarizzato un portafoglio di 700 milioni di euro con una parte importante di posizioni Utp. La gestione è affidata al gruppo Gardant e le notes mezzanine e junior sottoscritte da società controllate dai fondi di Elliot.
Per il resto gli investitori sembra apprezzino maggiormente, per questo tipo di esposizioni, le operazioni single name. I player, infatti, investono su portafogli Utp di size elevata solo in presenza di accordi con gli originator molto ampi, trasversali e su base pluriennale.