L’Italia ha il suo primo unicorno nel fintech. Dopo aver incassato 155 milioni di dollari in un round guidato da Tiger Global lo scorso settembre, la startup Scalapay ha raccolto altri 497 milioni di dollari in un altro round di finanziamento di serie B (213 milioni di capitale proprio e 284 milioni di debiti) guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global, Gangwal, Moore Capital, Deimos, e Fasanara Capital. In totale, quindi, ha raccolto quasi 1,19 milioni. Le indiscrezioni confermate a Dealflower dal fondatore Simone Mancini (nella foto) di Scalapay durante il primo appuntamento degli Aperitech che lo vedeva ospite assieme al Cfo Raffaele Terrone e l’avvocato Attilio Mazzilli di Orrick.
“Quando siamo partiti con il primo round nel 2019, l’idea di diventare un unicorno era un traguardo, un obiettivo – spiega Mancini -. Adesso che siamo arrivati qui mi rendo conto che è più una tappa del nostro percorso di crescita che continuerà”. Come? “Soprattutto tramite m&a”, dice, di realtà prevalentemente all’estero “per acquisire tecnologie e competenze con l’obiettivo di migliorare e arricchire sempre di più l’esperienza dei clienti e dello shopping online”. A questo si aggiunge l’esigenza di ingrandire il team fino a 200 persone e di arricchire l’offerta di rata, aggiungendone una quarta.
La società, fondata in Australia nel 2019 su iniziativa di Simone Mancini e Johnny Mitrevski, è specializzata nei servizi di buy now, pay later, cioè permette di acquistare e ricevere subito prodotti che possono essere pagati in un secondo momento. Attiva in nove Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania, Austria, Portogallo, Finlandia, Belgio e Olanda), con collaborazioni con oltre tremila rivenditori, al momento offre ai consumatori tre opzioni di pagamento da tre o quattro rate, o dopo 14 giorni.
Da un punto di vista strutturale, la startup punta anche ad arricchire sempre di più shopping online e personalizzare e-commerce per “rendere l’esperienza più umana. Di solito ciò che uno vede sulle piattaforme vale per tutti, noi vogliamo renderlo personale per ogni cliente in base ai suoi gusti e desideri”, aggiunge Mancini.
“Scalapay ha raggiunto questi obiettivi in meno di tre anni. Fin da subito ci siamo chiesti se tenere il 100% della società e crescere lentamente oppure aprirsi agli investitori. Con questi round abbiamo scelto la seconda opzione”, aggiunge Raffaele Terrone, cfo Scalapay, che racconta come “tutto sia stato fatto in un mese, con la firma del termsheet a cavallo delle vacanze di Natale”.
Il round che ha portato la startup ad essere un unicorno è stato guidato solo da realtà estere. “Nel nostro Paese c’è ancora lavoro da fare. “Occorre lavorare sulla filiera dei fondi dedicati a ciascuno stage del percorso di crescita della società affinché le industries più cash intensive possano svilupparsi pienamente”, commenta l’avvocato Attilio Mazzilli, partner responsabile tech di Orrick. “Grazie a un metodo di lavoro che si basa su modelli frutto di know how derivante da anni di operazioni internazionali è stato possibile chiudere il round di finanziamento in tempi molto celeri, in un solo mese abbiamo concluso un’operazione unica nel suo genere”, aggiunge in merito a Scalapay.
L’intervento di Mancini all’Aperitech
La startup
Dopo aver vissuto per quasi 30 anni in Australia, dove i genitori sono arrivati nel 1991 in veste di missionari laici della Chiesa cattolica, Mancini è tornato in Italia nel 2019. Prima ha provato più volte ad avviare startup e nuove realtà, appassionato di tech e e-commerce, ma nessuna di queste è andata in porto. Dopo aver lavorato per soli tre mesi in azienda, Mancini ha deciso di puntare sul buy now-pay later, nuovo modello di pagamento che stava cominciando a prendere piede nel 2019, e lanciate Scalapay. Ora la startup conta nel team anche Raffaele Terrone, Daniele Tessari e Mirco Mattevi.
La società ha anche lanciato una piattaforma chiamata Magic, progettata per rivoluzionare l’esperienza di pagamento per i clienti e risolvere le aree più problematiche per i commercianti che desiderano fornire una soluzione di e-commerce di livello mondiale.
“Con le rate senza interessi, abbiamo trasformato una delle parti più frustranti dell’esperienza di acquisto, il pagamento, in qualcosa di piacevole – commenta Mancini – Ora, con Magic, stiamo facendo un ulteriore passo avanti e aiutiamo i commercianti europei a trasformare la loro intera esperienza di pagamento, sfruttare un’ampia rete di acquirenti e offrire esperienze di acquisto simili a quelle ripetute, che generano aumenti significativi delle conversioni”.
Gli advisor
Ad assistere l’operazione in qualità di advisor finanziario è stato Goldman Sachs, mentre Orrick è intervenuto in qualità di advisor legale con Attilio Mazzilli, partner responsabile tech dello studio.