“Certo che i fondi di investimento ci contattano, negli ultimi cinque o sei anni in modo anche abbastanza sistematico. Ma al momento valutiamo partnership industriali, non finanziarie”. Nando Ottavi (foto), attuale presidente di Simonelli Group, è tra i dipendenti che nel 1971 acquistò da Orlando Simonelli, fondatore dell’azienda nel 1936, quella che poi divenne la Nuova Simonelli. Oggi il gruppo produce macchine per caffè espresso e macinacaffè professionali e per la casa attraverso due marchi, Nuova Simonelli e Victoria Arduino, dedicati a due segmenti di mercato: mainstream (catene, torrefazioni, bar, ristoranti) e specialty (piccole torrefazioni, caffetterie, baristi professionisti).
L’ultimo fatturato ha superato i 115 milioni di euro – in crescita rispetto al periodo pre-pandemia -, l’export rappresenta oltre il 95%, le filiali sono sei (a Seattle, Melbourne, Lione, Singapore, Inghilterra e Amburgo), 178 i dipendenti.
Della storia di Simonelli Group, tra i diversi momenti di svolta, colpisce molto quello in cui i dipendenti, negli anni Settanta diventano imprenditori. Davvero non c’era alternativa o sentivate che fosse arrivato il momento giusto per fare un ‘salto’ professionale e di vita?
La nostra azienda è nata come piccolo laboratorio artigianale fondato da Orlando Simonelli nel 1936 a Cessapalombo, in provincia di Macerata, oggi la sede è a Belforte del Chienti. Si è distinta fin dall’inizio per innovazione: Simonelli esordì con la prima macchina per il caffè a pompa elettrica e più avanti, quando tutte le macchine erano a leva, mise sul mercato una macchina a erogazione continua. Nel 1971 il fondatore non era più in grado di proseguire e alcuni dipendenti, tra cui io, acquisirono l’azienda con un’operazione di management buyout. Eravamo fortemente legati a un brand che avevamo fatto crescere insieme e sapevamo come svilupparlo negli anni a venire. Eravamo pronti per fare il salto professionale, consapevoli che se non l’avessimo fatto, il brand e la sua storia sarebbero andati perduti. Credo che questo tipo di storia non sarebbe potuta accadere anche in un Paese diverso dall’Italia. Anzi, sicuramente un nostro punto di forza distintivo è stato il rapporto col territorio. Ci troviamo nel centro Italia, nelle Marche, regione famosa per i distretti industriali degli elettrodomestici, mobili e scarpe, ma non per le macchine da caffè. Il cuore della produzione di macchine per caffè è infatti nel Nord Italia. E forse è proprio grazie al fatto che non siamo vicini al nostro distretto che abbiamo creato sin dagli anni Settanta un network di relazioni all’interno dei confini regionali. In un raggio di cento chilometri abbiamo sviluppato una solida rete con Università, centri di ricerca e istituzioni. Questa rete è sicuramente uno dei nostri punti di forza oggi.
Quali sono le sfide più impegnative che ha superato e quali le stanno davanti nello scenario attuale?
In più di ottant’anni di storia dell’azienda abbiamo vinto diverse sfide. Da circa due anni ci troviamo a fronteggiare il tema legato alle materie prime, tra cui soprattutto rame e acciaio, con turbolenze e sensibili aumenti dei prezzi. In aggiunta stiamo vivendo la grande crisi dei componenti elettronici. Questo non ha influito sul nostro modello di business, un sistema composto da macchine da caffè performanti e connesse e servizi digitali. Inoltre, accanto al digital, stiamo puntando molto sulla proximity, aprendo filiali in tutti i nostri principali mercati. Dopo Singapore, Francia, Stati Uniti e Regno Unito saremo in Australia e Germania. La maggiore vicinanza permette di conoscere meglio ciò che accade in un determinato Paese, leggerne le dinamiche ed essere reattivi.
Quando Starbucks è arrivato in Italia, ci avete visto una opportunità…
La formazione e i servizi sono una delle nostre leve differenzianti da quando abbiamo capito che il prodotto, pur eccellente, non bastava più. All’inizio abbiamo puntato sull’internazionalizzazione, vista la forte presenza dei competitor sul mercato italiano. Poi abbiamo visto un’opportunità nell’interesse a entrare nel mercato dell’espresso all’italiana da parte di network come Starbucks e McDonald’s, che avevano la necessità di ottimizzare la formazione del personale operativo e tecnico in grado di fare manutenzione e assistenza alle macchine. Allora ci siamo organizzati per offrire loro e all’intero mercato, oltre che le nostre macchine, anche i servizi che potessero accompagnarne il percorso.
Quali sono le leve di crescita attuali del gruppo?
I valori Simonelli Group sono innovazione, educazione e sostenibilità. Oltre ad aver creato una forte rete di collaborazioni con i centri di ricerca, abbiamo istituito, in collaborazione con l’Università di Camerino, il Research and Innovation Coffee Hub, un polo di ricerca scientifica che coinvolge diversi PhD. La ricerca diventa innovazione attraverso la diffusione e condivisione della conoscenza in azienda e all’esterno, e quindi della formazione sul caffè, che in Simonelli Group eroghiamo tramite Coffee Knowledge Hub, una piattaforma digitale e fisica (grazie alle nostre filiali, experience lab e partner nel mondo) che offre formazione a completa sul caffè e sul business.
A breve inaugureremo anche il nuovo Campus di Simonelli Group, un luogo di oltre mille metri quadrati in cui condividere idee provenienti da direzioni e menti diverse.
Alimentare in modo responsabile la community del caffè significa anche garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale. Lo facciamo attraverso tecnologie performanti e capaci di ridurre il consumo energetico, di recuperare l’energia di scarto, di richiedere materiali riciclabili, di diminuire i volumi e l’immissione di CO2 durante l’intero ciclo di vita.
Questo modello operativo e il nostro approccio al mercato ci hanno permesso, negli ultimi dieci anni, di crescere molto rapidamente sia in termini di turnover che di Ebitda. Nel 2020, come molte aziende, abbiamo registrato una contrazione del nostro fatturato, ma proprio nel pieno della pandemia abbiamo deciso di aumentare i nostri investimenti al fine di accelerare i nostri piani digital. I dati del 2021 confermano la forza e la resilienza del nostro modello di business, registrando i migliori risultati di sempre.