Nel caso in cui l’azionista francese decidesse di mettere in vendita gli asset di stoccaggio di Edison, Snam è pronta a guardare il dossier. Lo ha annunciato il ceo della società, Stefano Venier (in foto), nel corso della conferenza stampa di presentazione del piano strategico al 2026.
“La capacità di stoccaggio di Edison è 1 bcm, la nostra 11 bcm. Avrebbe senso mettere insieme questi due asset per avere sinergie, ma molto dipende dalle decisioni che Edf ed Edison avranno al riguardo. Sicuramente seguiremo questa opzione molto molto attentamente”, ha detto.
“Siamo al lavoro per rafforzare l’infrastruttura italiana. Non siamo gli unici operatori tra cui ovviamente Edison. Nel caso in cui i soci dovessero fare una valutazione su questo asset non possiamo che essere interessati a guardarlo. Riteniamo infatti che dall’unione di queste attività nascerebbero sinergie importanti”.
La quota detenuta da Snam in Italgas
Contestualmente la società potrebbe fare delle eventuali valutazioni sulla quota in Italgas. Nel ricordare che la quota, pari al 13,5%, è detenuta da Snam “a seguito dello spin off effettuato anni fa. É un asset importante che ha contribuito in modo significativo ai nostri risultati. É logico che nella prospettiva di finanziare nuovi investimenti guardiamo anche a questa partecipazione come strumento e opzione di finanziamento, il che non significa che dobbiamo per forza vendere la partecipazione. Al momento”, ha precisato Venier, “non c’è alcuna decisione”.
Il dossier De Nora
Un ragionamento analogo vale per De Nora dove però “abbiamo un ruolo come partner strategico”. Venier ha ricordato come lo scorso anno la società ha fatto una delle quotazioni più importanti e l’andamento del titolo nei mesi successivi al debutto in Borsa ha riflesso il suo valore. “Come soci”, ha detto, “guardiamo alle possibili opzioni che aiutano a valorizzare il titolo. E’ chiaro che in occasione della quotazione è stato messo sul mercato un ammontare limitato; valuteremo come dare più liquidità al titolo, ma non lo faremo a tutti costi, solo quando l’azione avrà una valutazione congrua e comunque si tratterà solo di una parte marginale della nostra quota”.
Entrando nel dettaglio sulla cosiddetta rotazione degli asset non strategici, inserita nel piano di sviluppo, il ceo ha sottolineato che “il nostro portafoglio può essere diviso in cluster. Alcuni sono asset strategici e strumentali alla sicurezza del nostro Paese. Ci sono poi degli altri asset meno imperniati su questa strategia come le quote nel trasporto del gas negli Emirati Arabi o la partecipazione nella rete che collega Inghilterra con continente e partecipazione che davanti a possibili opzioni di rafforzamento di acquisizione di asset più strategici potrebbero essere riconsiderati”.
Gli stoccaggi
Nel corso della conference call con gli analisti, il ceo ha spiegato che per fine marzo ha stimato 3,5 bcm di gas residui negli stoccaggi della società, ma non sarebbe sorpreso se arrivassero a 4. “Significa che cominceremo l’estate con 35-40% di gas nei nostri stoccaggi, il che riduce la pressione”. La situazione attuale è “abbastanza buona”.
Complice il clima mite di dicembre e di gennaio “abbiamo stoccaggi notevoli di gas, pari a 2,5 bcm superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. Per l’anno prossimo “la prospettiva non cambia di granché, ma dobbiamo ancora capire quali saranno i flussi che verranno dalla Russia che oggi si attestano a 20-30 milioni di metri cubi al giorno e dobbiamo ancora vedere quale sarà il clima dell’anno prossimo”, ha spiegato.
Snam ha inoltre confermato l’avvio delle attività del rigassificagore di Ravenna entro l’estate di quest’anno, come annunciato lo scorso luglio. “Il rigassificatore di Ravenna – ha detto Venier – sarà in funzione entro il terzo trimestre 2024, perché dovrà essere ristrutturato il molo che lo ospiterà. L’acquisizione della nave -ha aggiunto – sarà completata a settembre di quest’anno, per un esborso di 400 milioni di euro”. Quanto invece al rigassificatore di Piombino, secondo Venier “darà un contributo fino a miliardi di metri cubi in estate e altrettanti anche nel prossimo inverno”
L’indipendenza dalla Russia
Un altro tema affrontato nel corso della conferenza stampa ha riguardato il raggiungimento dell’indipendenza del nostro Paese dall’approvvigionamento di gas dalla Russia. Secondo Venier questo potrebbe avvenire nel 2025.
Con Piombino e Ravenna “e l’ampliamento della capacità della nave Olt, Italia avrà nel 2025-2026 il 40% del fabbisogno di gas copribile con Gnl, considerato che eravamo al 20% è uno step importante. Non c’è un numero perfetto di rigassificatori perché è un numero che è anche funzione della interconnessione di cui ciascun Paese dispone. L’Italia per esempio ha cinque punti di ingresso via pipeline, alimentati da 5 fonti diverse e questa è già una diversificazione importante, che Francia e Spagna hanno in misura inferiore”.
É possibile che possa esserci un ulteriore ampliamento sui rigassificatori, “dipende poi dalla competitività di questo gas. Non mi sento di escludere che altri 5 miliardi potrebbero essere di interesse. Dipende anche dal ragionamento sul ruolo che l’Italia può giocare a livello internazionale”.