I brand del lusso vestono la realtà virtuale in modo sostenibile. Tra i trend previsti nel 2022 – dopo che le aziende del lusso non si sono fatte fermare dalla pandemia, come indicato dal report di Deloitte – i marchi punteranno sempre di più su temi come la sostenibilità e il Metaverso per attirare l’attenzione delle generazioni più giovani diventate ormai le principali fruitrici del lusso. Giulia Maria Governa (nella foto), director di Lazard, ha spiegato Dealflower che, nell’ambito dei beni di lusso, anche il design probabilmente registrerà operazioni interessanti dopo la forte crescita durante la pandemia e, nonostante tra le migliori 100 imprese del lusso indicate da Deloitte ben 26 siano italiane, all’orizzonte non sembra presentarsi ancora la possibilità di un polo del lusso esclusivamente made in Italy.
Sostenibile e virtuale, su cosa puntano i brand
Dopo il Covid-19 lo scenario delle aziende del lusso si è diviso. “Quello a cui ci troviamo di fronte ora è una grande polarizzazione – ha sottolineato Governa – Alcuni brand hanno sofferto di più in questi due anni e per riprendere i numeri prepandemici avranno bisogno di più tempo, mentre altri nel 2021 hanno avuto una buona ripresa”. Tra questi ci sono i marchi legati al super lusso, ha aggiunto la director di Lazard, “un mercato che vale a livello globale oltre 280 miliardi di euro e che raggiungerà circa 380 miliardi nel 2025″.
Il trend della sostenibilità continuerà la sua avanzata anche nel corso del prossimo anno. Come indicato nel report di Deloitte, quasi tutte le aziende del settore del lusso stanno virando verso uno sviluppo più sostenibile e ambientale. “Dagli investimenti in startup innovative alla ricerca di nuovi tessuti e prodotti che rientrano nei termini di economia circolare”, ha spiegato Governa. Con sostenibilità si intende poi anche una politica aziendale basata su responsibility e diversity, tematiche sempre più importanti e richieste ormai in quasi tutti i settori.
La realtà virtuale poi indossa brand e firme del lusso. “Non è una novità, ma sicuramente sarà un altro trend molto diffuso anche nel 2022”, ha sottolineato Governa. Sempre più marchi entrano nel mondo degli avatar e del Metaverso (ad esempio, il più recente è il caso del brand sportivo Nike), come è già successo anche nel gaming con Animal crossing o Fortnite. “In questo modo i marchi del lusso possono fare vedere i loro prodotti alle generazioni più giovani – ha aggiunto la director di Lazard – La generazione Alfa (cioè, quelli nati dopo il 2010), insieme a quella Y (nati tra il 1981 e il 1995) e Z (dopo 1996), infatti, sarà determinante nel mondo del lusso, rispetto ai baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964) che invece sono sempre meno presenti nel settore”.
Previsto nel 2022 anche la tendenza di “rendere i negozi monobrand sempre più un experience point – ha spiegato Governa – Cioè, i punti vendita non sono più intesi solo come il luogo in cui si acquista, ma anche quello in cui si può fare un’esperienza. Per citare un esempio tra tanti, Gucci ha creato un concept store, in cui lo stilista ha espresso il suo amore per la musica e per la moda per fare fare ai propri clienti un’esperienza ed essere così un momento di condivisione”.
Allo stesso tempo, la distribuzione online acquista sempre più importanza e, secondo la director, le piattaforme di distribuzione online continueranno ad essere una fonte di aggregazione e un canale di vendita molto rilevante per gli operatori.
Il design attira l’attenzione
Costretti a vivere e a lavorare da casa, magari in spazi ristretti, l’attenzione a mobilio e arredamento è decisamente aumentata. “Abbiamo cominciato a vivere la casa in maniera differenze e il mercato del design del lusso ha registrato una nuova crescita durante il Covid. Un trend che continuerà sicuramente”, ha sottolineato Governa.
Nel prossimo futuro, infatti, sono previste interessanti operazioni nel settore, favorite dal fatto che, “la distribuzione online rende i prodotti di design più visibili e accessibili al cliente”, ha aggiunto la director.
Tirano i rivali Stati Uniti e Cina. Polo italiano? Ancora assente
Cina e Stati Uniti guideranno il mercato nel futuro, ha sottolineato Governa: “Come emerge da diversi report, altre zone impiegheranno più tempo per riprendersi dalla pandemia, anche se in generale è prevista una crescita nel settore”.
Intanto, l’Italia non sempre ancora vicina l’idea di creare un proprio polo del lusso. “Molti brand interessanti potrebbero aggregarsi per formare un polo italiano e negli ultimi mesi se n’è parlato tanto, ma al momento non c’è un chiaro segnale che questo possa avvenire nel giro di poco”, ha concluso la director.