Le spac non sono assegni in bianco e il crollo delle quotazioni degli ultimi tre mesi è il normale assestamento di un mercato
che c’è ed è destinato a restare.
Antonio Midolo (nella foto a destra) è promotore e gestore del fondo Zest US Spac (Raif). Ha raccolto 18 milioni di dollari per investire nei veicoli quotati utilizzati per portare in borsa in tempi rapidi le aziende, accorciando l’iter di un’ipo tradizionale.
Il freno della Sec
“Siamo partiti a dicembre 2020, nel momento peggiore, perché il mercato era euforico”, racconta Midolo. E quando un mercato si gonfia a dismisura, con acquisti alla cieca, si trasforma in bolla. Da qui l’intervento della Sec, preoccupata per l’impatto sugli investitori retail, attirati da un asset class divenuta troppo attraente per essere ignorata.
La Sec ha messo un freno al mercato delle spac, provocando un tracollo delle quotazioni. Pochi giorni fa il Wall Street Journal ha dedicato un articolo allo sgonfiamento della bolla. Un campione di 137 spac che hanno annunciato di aver individuato l’azienda target per la business combination a partire da metà febbraio hanno perso circa 75 miliardi di dollari rispetto ai valori di quotazione, lasciando per strada il 25% della capitalizzazione. Ad agosto la perdita di valore ha toccato il picco di 100 miliardi di dollari.
Nello stesso periodo, sottolinea l’analisi del quotidiano finanziario, un Etf che ricalca l’andamento delle ipo ha guadagnato il 12% e l’indice Dow Jones è salito del 13%.
Circa il 75% delle spac quotate a Wall Street che non hanno ancora annunciato l’individuazione della target quotano al di sotto del prezzo di debutto. La flessione delle quotazioni borsistiche incrementa il rischio che gli azionisti dei veicoli vendano prima che si arrivi alla business combination, sottraendo liquidità alle aziende target e mettendo a rischio i deal.
La società insurtech Hippo Holdings, per esempio, nel giro di poche settimane ha perso oltre l’80% dei fondi raccolti dalla spac. Hippo si è quotata sulla base di una valutazione di 5 miliardi di dollari, fondendosi con una spac promossa da Reid Hoffman, co-founder di LinkedIn, e da Mark Pincus, creatore della società di gaming online Zynga.
Ma il mercato è vivo e vegeto
Stiamo parlando di un mercato moribondo? Tutt’altro: il valore delle spac Usa si attesta attorno ai 250 miliardi di dollari, rispetto ai 100 miliardi di un anno fa. Potenzialmente, calcola Midolo, le spac attive possono portare a Wall Street aziende tramite deal per un controvalore di circa 800 miliardi di dollari. E nonostante la tempesta degli ultimi mesi, il mercato è cinque volte più grande rispetto al 2019.
Del ritorno delle spac abbiamo scritto nel giugno scorso.
Il fenomeno è esploso nel 2020 e nella prima metà di quest’anno è letteralmente decollato. I deal annunciati, secondo i dati di Dealogic, hanno raggiunto un ammontare complessivo di 525 miliardi di dollari.
Midolo invita a non guardare “solo all’ultimo semestre”. E comunque, stiamo parlando di un mercato di 570 spac attive, di cui quasi 400 in cerca di business combination e 130 che hanno annunciato la target.
E’ notizia di pochi giorni fa, per esempio, che Renovacor ha ufficialmente concluso il processo di fusione con Chardan Healthcare Acquisition 2, una spac orientata alle biotecnologie quotata al Nyse e promossa da Chardan Capital Markets. Renovacor è partecipata da due anni dall’operatore di private equity Innogest. L’azienda continuerà a operare con l’attuale team di gestione, guidato da Magdalene Cook, e potrà contare su circa 100 milioni di nuova liquidità. Chaq è il sesto veicolo di acquisizione quotato in borsa da Chardan. Renovacor è un’azienda di biotecnologie che sviluppa terapie geniche in fase preclinica basate su virus adeno-associati per malattie cardiovascolari e del sistema nervoso centrale derivanti da varianti del gene Bag3.
Insomma, il mercato c’è. “La Sec”, prosegue il fund manager, “è intervenuta giustamente per calmierare un mercato che vedeva proposte a prezzi folli”. Di fatto, aggiunge, “è stato proibito di fare proposte troppo allettanti per attrarre gli investitori”. Nel mirino sono finiti soprattutto quei business legati alle attività green e alla sostenibilità ambientale, startup con zero fatturato e solo idee futuribili.
Il modello resta valido
Ma la logica di fondo delle spac resta valida. “La target va sul mercato in tempi più rapidi di un’ipo standard, non spende soldi per la quotazione perché i costi sono sostenuti dalla spac, il prezzo è trasparente e determinato dal mercato”. E’ un asset class, secondo Midolo, “più trasparente e regolato del private equity”.
E infatti, prosegue il promotore di Zest US Spac (Raif), al netto della “pubblicità negativa” legata ai tracolli degli ultimi mesi, “non stiamo assistendo alla scomparsa delle spac”. Semplicemente, il mercato “si sta stabilizzando”.
I numeri, per quanto in calo, restano confortanti. Negli ultimi tre mesi, quelli dello sgonfiamento della bolla speculativa, il mercato delle spac Usa ha visto 30-40 deal al mese, per un controvalore di 5 miliardi di dollari.
Passato il setaccio della Sec, ora sul mercato arriveranno veicoli “non speculativi”, che “andranno ad analizzare il business dei target potenziali, il management… guarderanno più a fondo”.
“Le esagerazioni negative saranno superate”, prevede Midolo. “Avremo un mercato più sano e più efficiente”.
Il fund manager sottolinea che è sbagliato avere un approccio speculativo all’investimento in spac. Al contrario, gli investitori devono pensare che si tratta di un asset class a basso rischio. “Il nostro fondo ha una volatilità media del 2%, è decorrelato dal mercato azionario e attualmente ha un rendimento implicito del 2,8% a tredici mesi, a cui va aggiunto il rendimento dei warrant gratuiti”, spiega.
Tutto ciò, ovviamente, in condizioni di mercato normali, che non sono quelle vissute dalla primavera dell’anno scorso. Da allora, infatti, “i mercati azionari salgono ininterrottamente”. Il cash e i bond hanno rendimenti pari a zero o negativi.
Un fondo focalizzato sulle spac, secondo Midolo, è un’alternativa al cash per chi cerca rendimenti con rischio basso. Attualmente, Zest US Spac (Raif) ha in portafoglio circa cinquanta spac, al prezzo medio di 9,72 dollari.