Facilitatori della trasformazione digitale delle imprese. Step è specializzata nell’efficientamento e nell’evoluzione di servizi e soluzioni per il retail, con focus in ambito bancario e assicurativo.
L’azienda fornisce le soluzioni omnichannel più efficaci per l’ottimizzazione della gestione delle reti di filiali e punti vendita. E’ un ruolo chiave, particolarmente delicato in questa fase storica, caratterizzata da un’accelerazione drammatica della digitalizzazione dei servizi finanziari come conseguenza della pandemia da coronavirus Covid-19.
La storia di Step affonda le radici in una tipografia. Ma l’azienda si è evoluta dapprima in una società di servizi a banche e assicurazioni e successivamente in una società specializzata nell’accompagnare i clienti nel processo di digitalizzazione. E’ cresciuta e continua a farlo anche attraverso l’attività di M&A. E ora punta a traslare il modello sperimentato sui servizi finanziari su altri verticali di business.
Dealflower ha parlato dei progetti di sviluppo di Step con Fabrizio Crespi Morbio (FCM – nella foto di copertina), amministratore delegato e presidente del gruppo.

Qual è la fotografia attuale di Step?
FCM: “Abbiamo due aree di business. La prima è dedicata ai servizi al settore finanziario: i nostri clienti sono praticamente tutte le banche italiane e diverse compagnie di assicurazione. La seconda area di business è Step Digital, ovvero diverse società-prodotto che sono entrate a far parte del gruppo nel corso del tempo e che forniscono soluzioni digitali alle imprese. Il gruppo è unico, ma con due organizzazioni separate, due management team. I dipendenti complessivi sono 250”.
In che modo state accompagnando le società finanziarie nella trasformazione in atto?
FCM: “Le esigenze delle banche sono cambiate. E’ chiaro che avranno sempre meno presenza fisica sul territorio, ma continueranno ad avere degli uffici in cui svolgere la consulenza e la gestione patrimoniale. E questi punti fisici dovranno essere perfetti, da ogni punto di vista. Step è partner in questa trasformazione, occupandosi di tutto ciò che significa in termini pratici. Attualmente serviamo circa 40mila punti retail”.
E l’area di business digital in cosa consiste?
FCM: “Forniamo soluzioni digitali alle imprese. Abbiamo in pancia Studio Form e Studio Costa, la prima specializzata in soluzioni di document composition per il settore bancario e assicurativo, mentre la seconda specializzata nella gestione delle pratiche amministrative e nella gestione delle imposte locali in tutti i comuni italiani. CeDimension Italia è specializzata nel customer communication management. Inoltre, abbiamo l’insurtech Crea Spa, che facilita la distribuzione di prodotti assicurativi da parte delle banche. E siamo nel capitale di Local Strategy, società specializzata in servizi di local search marketing e local marketing automation per il mercato dei grandi gruppi retail. Complessivamente, abbiamo trenta piattaforme IT B2B”.
Avete una storia recente costellata di acquisizioni…
FCM: “Negli ultimi tre anni abbiamo effettuato tre operazioni di M&A. E stiamo concludendo un’altra acquisizione in un’azienda che si occupa di soluzioni software nell’ambito Regtech. La pipeline vede altre due imprese nel mirino, ma non posso dire di più. Finanzieremo i deal tramite cash-flow e leva: attualmente abbiamo un indebitamento praticamente pari a zero”.
Quali sono i vostri numeri dal punto di vista finanziario? E come è composto l’azionariato?
FCM: “Pensiamo di chiudere l’anno prossimo con un fatturato di oltre 70 milioni e un ebitda di 13 milioni. L’azionariato vede il management al 55% e un club deal di investitori, entrato nel 2018, al 45%”.
Vista la marginalità, immagino siate corteggiati dal private equity: pensate di aprire il capitale? Oppure potreste optare per la quotazione?
FMC: “Qualche fondo estero ha bussato, ma per ora abbiamo detto no: vogliamo attuare il piano industriale, realizzare i progetti di crescita e la riorganizzazione nelle due aree di business. Un’ipo non è in programma nel breve termine”.
In che modo immaginate di traslare il modello di business sviluppato sui servizi finanziari su altri settori?
FMC: “La trasformazione digitale, che ha subìto un’accelerazione importante con il Covid, riguarda tutte le imprese. I nostri clienti finanziari stanno ridisegnando i business sulla base delle esigenze dei clienti, che sono cambiate con la pandemia: chi ha imparato a utilizzare l’home banking e i servizi digitali non tornerà più indietro. Ma è l’intero mondo dei servizi retail in evoluzione. Pensiamo alle catene di food, che puntano sul digital ma aprono anche punti fisici, perché è importante mantenere il contatto con il pubblico. Abbiamo il know-how per occuparci, direttamente o tramite partner, di tutto ciò che comporta, in termini di organizzazione e burocratici, la gestione di questi punti fisici. E lo stesso vale per il pharma, le telco, i servizi sanitari… tutto il retail”.