Precisa e dettagliata sul programma del rialzo dei tassi. In versione Mario Draghi, ma anche Jerome Powell, su quanto sia disposta a fare per combattere l’inflazione (risposta: tutto). Ottimista sui rischi di recessione ma ancora troppo vaga sull’entità e le tempistiche dell’applicazione dello scudo anti spread.

Infine, il punto fermo di Christine Lagarde: la coerenza della Bce. “Lo siamo stati nel percorso di normalizzazione della politica monetaria e in risposta all’evoluzione delle prospettive inflazionistiche, modificando la nostra posizione alla fine del mese di dicembre dello scorso anno”.

Dunque, riavvolgendo il nastro, il presidente della Fed ha dovuto chiedere scusa per aver sottovalutato la forza dell’inflazione. Al contrario, per la leader dell’Eurotower l’approccio della Bce sarebbe tuttora inattaccabile. Con buona pace alle riunioni straordinarie convocate d’urgenza per tranquillizzare il mercato dei titoli di stato.  Alla faccia del consiglio direttivo dell’istituto, da mesi spaccato in due tra falchi e colombe. E a una recessione che appare sempre più imminente.

L’atteso intervento di Christine Lagarde al Forum annuale organizzato a Sintra, in Portogallo, non ha causato inversioni di tendenza del mercato azionario, rimasto positivo sui livelli di apertura. Ma ha depresso l’euro che, dopo un inizio più o meno invariato nel cambio con il dollaro, ha subito un deprezzamento attorno allo 0,5%.

Lagarde conferma: alzeremo i tassi a luglio

Il percorso che l’Eurotower intende perseguire per normalizzare i prezzi è sostanzialmente definito. Lagarde stessa lo ha confermato all’inizio del suo intervento. E quindi stop all’acquisto netto di asset questa settimana. Primo rialzo di tassi a luglio (25 punti base). Probabile intervento anche a settembre, di quale portata dipenderà dai dati macroeconomici. Sicuro, dunque, il destino del tasso sui depositi, pronto a uscire dal territorio negativo dopo otto anni. Un provvedimento già previsto ma che rimane importante per la storia della politica monetaria della Bce, che mantiene i tassi sotto lo zero dal 2014.

“Il Pil dell’Eurozona? Ci aspettiamo tassi di crescita positivi”

Del resto il presidente della Bce lo ha detto forte e chiaro: l’inflazione nell’Eurozona resta la grande sfida per la politica monetaria dell’istituto, anche perché rimarrà alta, “in modo non desiderabile” ancora per qualche tempo. Per questo la Bce è pronta a tutto, e a fare quanto necessario per stabilizzarla al 2%. E a proposito di dati macroeconomici, l’ex numero 1 del Fondo Monetario Internazionale ha ammesso di aver dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita per i prossimi due anni. A giugno le previsioni riguardanti il Pil erano sul +2,8% per la zona euro nel 2022. “Ci aspettiamo tuttavia ancora tassi di crescita positivi, grazie alle misure messe in atto internamente contro la perdita di slancio dell’economia”.

Lagarde tra rialzo dei tassi e rischio di recessione

Tradotto: Lagarde ha voluto minimizzare i rischi di recessione,  secondo sempre più analisti e investitori, al contrario, molto più vicina già entro la fine dell’anno, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’impatto sull’economia globale, a partire dalla crisi energetica che potrebbe non aver raggiunto ancora il momento peggiore. Ha anche aggiunto: “La Bce è pronta a muoversi anche più velocemente sui tassi, ne necessario” ed è un altro passaggio che non convince fino in fondo economisti e investitori. Perché se il peggioramento delle prospettive di crescita dell’Eurozona dovesse diventare davvero grave (cioè se la recessione fosse davvero imminente), c’è chi ritiene che proseguire con l’aumento dei tassi possa essere controproducente. E peggiorare le cose. Un aspetto che Christine Lagarde e il board della Bce non possono ignorare.

D’altra parte, la sfida più importante da vincere in questo momento resta l’inflazione. Combatterla a tutti costi. Evidentemente, anche se dietro l’angolo dovessero esserci due trimestri con Pil negativo: “Se le prospettive di inflazione non migliorano, avremo informazioni sufficienti per muoverci più velocemente. Questo impegno dipende, tuttavia, dai dati”, ha aggiunto Lagarde. La zona euro dovrebbe registrare un tasso di inflazione nominale del 6,8% quest’anno, ben al di sopra dell’obiettivo della Bce del 2%.

Frammentazione e scudo anti spread

Ne aveva già parlato in una riunione di emergenza all’inizio del mese. Di fatto, l’Eurotower aveva annunciato un nuovo strumento in grado di affrontare i rischi della cosiddetta frammentazione dell’Eurozona. Christine Lagarde è andata più in profondità rispetto a quella riunione, lasciando però ancora alcune domande senza risposta.

Il cosiddetto scudo anti-spread servirà a preservare una “ordinata trasmissione della politica monetaria nei Paesi dell’Eurozona” ha detto il presidente della Banca centrale europea. Ma per evitare una “frammentazione indesiderata”, determinata dal fatto che “gli spread di alcuni paesi possono rispondere in modo rapido e disordinato” al cambiamenti della strategia monetaria a causa del loro forte indebitamento, la Bce ha deciso di accelerare sulla definizione del nuovo strumento anti-frammentazione.

Per salvare l’Italia non verranno stanziate nuove risorse

“Daremo mandato alle commissioni dell’Eurosistema, insieme ai servizi della Bce, per definire lo scudo preso in considerazione dal Consiglio direttivo. Dovrà essere efficace e al contempo proporzionato, per offrire garanzie sufficienti a preservare lo slancio degli Stati membri verso una politica di bilancio solida”. Una decisione in linea con quanto già fatto in passato dalla Bce, ci ha tenuto a sottolinerarlo, Christine Lagarde. Tuttavia, come già anticipato, non sono stati dati dettagli sulle tempistiche né sull’entità del meccanismo, che dovrebbe prevedere, in buona sostanza e a partire dal primo luglio, un acquisto graduale di debito dei paesi più deboli (senza stanziamenti di nuove risorse) per contrastarne i rialzi dei rendimenti. In che modo? Attingendo dai titoli in scadenza da reinvestire, acquistati in fase di Pepp. 

“Tutto seguirà un principio di gradualità”

Il percorso di normalizzazione della politica monetaria dell’Eurotower sarà “determinato e sostenuto”, non definito a priori e improntato a “un principio di gradualità”. Se l’outlook sull’inflazione di medio-termine resta come ora o si deteriora, c’è l‘apertura per un incremento più ampio dei tassi rispetto allo 0,25% annunciato per luglio per la riunione di settembre. La decisione sarà tuttavia legata all’andamento dei dati macroeconomici. La presidente della Bce ha citato infine Victor Hugo: “La perseveranza è il segreto di tutti i trionfi, quindi continueremo a essere perseveranti” ma anche Leonardo Da Vinci: “Ogni ostacolo si sottomette alla rigida risoluzione”.

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