Kkr e la cordata Cdp-Macquarie hanno presentato oggi al Cda di Tim le nuove offerte non vincolanti e migliorative per rilevare NetCo.
La nota di Cdp
Il Cda della Cassa, si legge in una nota diffusa in serata, ha dato il via libera alla presentazione di una nuova offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Macquarie Asset Management, migliorativa rispetto a quella presentata lo scorso 5 marzo, per l’acquisto della costituenda NetCo di Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle.
Il termine di validità dell’offerta è fissato al 31 maggio prossimo.
Il comunicato di Tim
La società guidata da Pietro Labriola comunica che, nell’ambito del processo competitivo relativo a Netco, sono pervenute due nuove offerte non vincolanti presentate, rispettivamente, da Cdp Equity e Macquarie e da Kkr. Le due offerte non vincolanti saranno esaminate dal Consiglio di amministrazione di Tim nella riunione programmata per il prossimo 4 maggio, previa istruttoria del Comitato Parti Correlate.
Il rilancio
Le cifre ufficiali non si conoscono ma secondo quanto si apprende i due pretendenti avrebbero migliorato l’offerta per un totale di 21 miliari di euro. Nel dettaglio Kkr avrebbe messo sul piatto 19 miliardi di euro, mentre Cdp e Macquarie avrebbero messo sul piatto 19 miliardi di euro più di 2 di earn out. Precedentemente Kkr ha offerto 20 miliardi di euro, inclusi 2 miliardi di euro di earn out, mentre Cdp 18 miliardi.
Le nuove proposte verranno analizzate dal Board di Tim che è stato convocato per il 4 maggio ma non è detto che in quella data si arrivi ad assegnare l’esclusiva a uno dei due soggetti.
Lo scoglio Vivendi
Il maggiore ostacolo che il Board di Tim dovrà arginare è quello relativo al socio francese (con il 24% del capitale) di Tim che non ha mai fatto mistero di ritenere le offerte troppo basse. Secondo Vivendi una valutazione corretta dell’asset si aggira intorno ai 31 miliardi, con possibilità di scendere a 28 miliardi. La posizione dei francesi rimane quindi molto incerta e non si esclude che potrebbe tornare in auge la proposta di un’Opa anche se il mercato non ci crede molto.
A questo si aggiunge una delle tante missive che Vivendi ha inviato al Board di Tim in cui ha chiesto esplicitamente che un’eventuale vendita di NetCo dovrà passare da un’assemblea straordinaria. Il via libera di una eventuale cessione di Netco attraverso una assise ordinaria potrebbe rischiare di metterli in difficoltà. Un quadro che cambierebbe radicalmente se invece la convocazione assumesse un carattere straordinario. In questo ultimo caso, infatti, la maggioranza necessaria per dare semaforo verde all’operazione sarebbe dei due terzi dei presenti. E quindi Vivendi avrebbe quasi la totale certezza di poter bloccare l’operazione.
L’assemblea di Tim del 20 aprile
Prima del quattro maggio c’è però un’altra data molto importante per Tim ed è quella del 20 aprile quando si terrà l’assemblea dei soci dell’azienda guidata da Pietro Labriola (in foto).
In sede ordinaria gli azionisti saranno chiamati ad approvare il bilancio al 2022 e la politica di remunerazione del management, con particolare attenzione al piano di incentivazione previsto per l’attuale ad; temi questi su cui i francesi si sono sempre detti contrari.
I francesi che dopo le dimissioni di Arnaud de Puyfontaine non hanno più rappresentanti in Cda, hanno messo nel mirino l’operato della società. Il primo azionista di Tim continua a criticare in primis l’operato del comitato nomine e remunerazioni. Nel dettaglio critica la mancanza di trasparenza nel merito e nel metodo della proposta dei nuovi obiettivi d’incentivazione sottoposti all’approvazione degli azionisti.
Al netto di sorprese dell’ultimo minuto, in assemblea i francesi voteranno contro oppure si asterranno. Resta da capire cosa farà Cdp (azionista con il 9,8% ). Un voto contrario della Cassa potrebbe essere letto come una sorta di sfiducia nei confronti del ceo. Sicuramente l’assemblea di giovedì sarà un test per capire con che clima si arriverà al Cda del 4 maggio.
Tim: nessun aumento di capitale
Intanto Tim ha reso noto le risposte alle domande che i soci hanno fatto pervenire in vista dell’assemblea. In particolare il management esclude qualunque tipo di aumento di capitale o il trasferimento all’estero della sede legale. Inoltre il gruppo di tlc rende noto che “non vi è allo stato attuale nessun processo di vendita di Tim Brasil”.
Tra le risposte si legge anche che “non si ritiene che il ruolo attuale di Cdp in Tim possa creare un ostacolo a operazioni in materia di rete”.