Ha chiuso il primo trimestre con una aumento dell’Ebitda after lease di gruppo a 1,2 miliardi di euro: quinto mese consecutivo di crescita. Forte performance delle attività in Brasile, che compensano la debolezza delle attività domestiche. Non solo. Tim ha anche confermato tutte le guidance per il 2024. E per la prima volta in sette anni, è positiva anche la crescita dei ricavi da servizi su base annua, supportata sia dai servizi mobili che fissi.
Eppure, il titolo a Piazza Affari sprofonda.
Non come il giorno della presentazione del piano industriale, quando Tim registrò una seduta nera del -23,7%. Ma è comunque un calo importante, visto che è arrivato a perdere fino al -9% nel Ftse Mib, per poi attestarsi al -6,3% a fine mattinata. Un passivo che cancella i guadagni registrati nelle ultime dodici sedute, di fatto, quelli della seconda metà di maggio.
Perché il mercato respinge i conti di Tim
Come mai? Perché il mercato, di fatto, respinge (di nuovo) i conti di Tim del primo trimestre 2024, all’indomani delle buone sensazioni espresse dal presidente Alberta Figari sullo spin-off della rete (“attendiamo la risposta dell’Antitrust europeo, ragionevolmente il closing dovrebbe arrivare a luglio al massimo”)?
Quella che per Figari rappresenta un’operazione importantissima, che determinerà la separazione delle infrastrutture rispetto alla società di servizi, per gli analisti di Bloomberg aprirà una nuova sfida nel mercato italiano. Perché si andrà a ridefinire ancora una volta il ruolo di Tim, una volta monopolista, a partire dal closing fornitore di servizi alla pari dei competitors, come ha anche confermato il Ceo di Iliad Thomas Reynauld a Milano, nel giorno delle celebrazioni dei 6 anni del gruppo francese in Italia. Tradotto: il nuovo assetto di Tim potrebbe comportare ulteriori difficoltà nell’intraprendere una stabilità finanziaria duratura.
Perdita di abbonati, banda larga e debito
D’altronde i conti non sono soltanto Ebitda in aumento e crescita in Brasile. C’è infatti una tendenza chiara che evidenzia una perdita di abbonati mobili, oltre che nel segmento della banda larga. Una perdita che l’aumento dei prezzi e la crescita dell’11% dell’Ebitda nel settore dei servizi rivolti ai clienti hanno fatto da contraltare ma soltanto in parte.
Non scordiamo che il debito netto rettificato del gruppo per il 2023 è aumentato di un miliardo di euro. E sappiamo bene quanto abbia influito il debito nella seduta del -23,7% dello scorso mese di marzo. La vendita di Sparkle, d’altro canto, dovrebbe consentire al gruppo di recuperare ulteriore liquidità, così come eventuali riduzioni del debito lordo.
Tim, il I trimestre 2024 nel dettaglio
Tra gennaio e marzo ricavi totali a 3,9 miliardi di euro, +1,2% anno su anno (-1,3% nel domestico a 2,8 miliardi di euro, +8,1% in Brasile a 1,1 miliardi di euro). In crescita per il sesto trimestre consecutivo, come anticipato, l’Ebitda, 1,5 miliardi di euro (+1,6% anno su anno) così come l’Ebitda after lease, quinto trimestre di fila in guadagno, 1,2 miliardi di euro (+3% anno su anno a livello di gruppo; -4,6% il mercato domestico, +22,7% il Brasile).
Nel periodo si registra una perdita di 400 milioni di euro, contro i -689 milioni del primo trimestre 2023, scontando anche l’effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 93 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto rettificato after lease del gruppo in continuità al 31 marzo 2024 ammonta a 21,4 miliardi di euro, in aumento di 1 miliardo di euro rispetto al 31 dicembre 2023: “Hanno influito una serie di effetti non ricorrenti -spiega una nota- fra cui in particolare quelli conseguenti al decreto di sequestro preventivo del Gip presso il Tribunale di Milano emesso lo scorso 28 febbraio per un importo di 249 milioni di euro, di cui è stata disposta la restituzione alla società lo scorso 24 aprile, successivamente alla chiusura del primo trimestre”.
“L’andamento dell’indebitamento del gruppo -si legge ancora nel comunicato- che risente di maggiori fabbisogni finanziari e operativi, del pagamento dei dividendi da parte di Tim Brasil e di alcune dinamiche stagionali, è in linea con la guidance per il 2024”.
Reazione del mercato
Al giro di boa Tim perde il -5,7%. La quota di 0,2315 per azione gli consente di posizionarsi sul supporto dinamico attraverso cui il titolo sta effettuando il recupero del rosso del 7 marzo scorso, primo target 0,2460, poi 0,2670. Nell’ultimo anno Tim ha ceduto il 30%, da marzo 2023 a oggi per quello che resta un trend negativo nel breve medio periodo.