Fondo Merlyn scatenato in quella che potrebbe essere la vigilia del fine settimana decisivo per la valutazione dell’offerta vincolante di Kkr alla rete di Tim. Un comunicato stampa in cui il fondo lamenta “sconcerto per ricostruzioni fuorvianti e mancanza di rispetto” da parte del mercato e della società delle Tlc. Poi un’altra nota che sottolinea come sia Merlyn, sia il candidato amministratore delegato Stefano Siragusa, in quanto azionisti, debbano essere ascoltati dal board di Tim come previsto dal codice di engagement della società.
Infine, stando a quanto riportato dall’agenzia Radiocor, la stessa Merlyn avrebbe chiesto un incontro con Vivendi, azionista di maggioranza di Tim che potrebbe aver apprezzato il piano alternativo del fondo, rimandando un eventuale confronto al termine del Cda del gruppo iniziato nel pomeriggio.
Tim, reazione del mercato a Piazza Affari
Ha aggiornato in apertura di seduta i massimi delle ultime due settimane in area 0,26 euro ad azione. Poi un brusco rallentamento, che ha portato Tim su un rosso pari a -1,6%. Ancora, un lento ma progressivo ritorno in territorio positivo, +0,7% a meno di mezz’ora dall’apertura di Wall Street per poi scendere sotto la parità una volta avviati gli scambi in America, chiudendo infine la sessione a +0,39% e 0,2597 per azione.
Dunque grande volatilità per le quotazioni di Tim -ma la settimana nel complesso è super positiva: +7% circa- prima del fine settimana che come detto potrebbe essere decisivo (ma la prudenza non è mai troppa, ormai è da mesi che si parla di momento decisivo in perfetto stile “giornata della marmotta”) con le riunioni del Cda in programma per valutare l‘offerta vincolante del fondo Kkr sulla rete.
Sul tavolo del board riunitosi nel pomeriggio e che dovrebbe assumere delle decisioni entro domenica ci sono i 23 miliardi di euro del fondo americano per l’infrastruttura di rete assieme all’offerta non vincolante per Tim Sparkle. Il nodo principale dell’iter di approvazione è sempre il primo azionista, Vivendi, che chiede un’assemblea. Ma in questi ultimi giorni, come riportato in apertura (e come vi abbiamo raccontato qui) si è aggiunto anche il piano alternativo presentato dal fondo Merlyn, seppur non sia all’ordine del giorno.
Merlyn rilancia: “Abbiamo una quota di Tim”
Il piano prevede, tra le altre cose, la sostituzione dell’attuale Ceo Pietro Labriola con Stefano Siragusa, ex manager Tim, e il mantenimento della rete vendendo la parte consumer e Tim Brasil. Proprio nella giornata odierna Merlyn, guidato da Alessandro Barnaba, ha comunicato di avere in pancia una quota dello 0,006% della società di tlc.
La nota, fatta pervenire negli uffici Tim, spiega che: “La partecipazione in azioni ordinarie di Tim, di cui alla nostra comunicazione del 27 ottobre scorso comprende, unitamente ad altri pacchetti azionari detenuti in proprio o per delega da Merlyn Partners Scsp, 200.000 azioni ordinarie di Tim di proprietà di Merlyn Advisors Ltd”.
Quota che comprende altresì le 703.280 azioni ordinarie di Tim di proprietà di Stefano Siragusa, a lui assegnate dalla stessa Tim e detenute sul conto titoli aperto a nome di Siragusa presso la stessa Tim. Il fondo insiste “in qualità di azionisti, affinché quanto sottoposto il 27 ottobre scorso all’esame del prossimo Cda venga da questo attentamente considerato e discusso e che le relative misure vengano sollecitamente poste in essere, nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders”. In sostanza, l’auspicio di Merlyn è che le richieste fornite possano favorire il dialogo fra le parti in vista delle attività e delle misure che “nel comune interesse chiediamo di porre in essere al vostro consiglio di amministrazione”.
Merlyn, nuovo comunicato: “Sorpresi da ricostruzione fuorviante”
“Merlyn ha ribadito a Tim di avere più dossier titoli, per una quota del capitale inferiore al 3%. Parimenti, è stata data disclosure di un solo dossier titoli per dimostrare correttamente il suo essere azionista. Lo stesso ha fatto Rn Capital che ha dichiarato un dossier titoli di Stefano Siragusa. Il fondo dichiara che la somma di tutti i suoi dossier portano a una quota inferiore al 3%. Non è compito della società verificare le quote, ma ascoltare gli azionisti.
Quello che stupisce è che la società si rifiuti di ascoltare le idee degli azionisti grandi o piccoli nonostante questo sia previsto dal codice di engagement della società pubblicato sul sito. Con sconcerto assistiamo alla mancanza di rispetto del mercato e della governance e ribadiamo la nostra intenzione da azionisti di presentare al mercato la nostra visione di Tim per il bene di tutti gli azionisti”.
La lettera al ministro Giorgetti
Infine, in un’altra lettera firmata direttamente da Alessandro Barnaba, Merlyn chiede un incontro direttamente al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Congiuntamente all’ingegnere Siragusa, abbiamo inviato il piano alternativo su Tim al consiglio di amministrazione di Tim e pubblicamente manifestato la disponibilità al dialogo con tutti gli azionisti e i soggetti istituzionali coinvolti per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale dell’azienda. Per tale motivo avremmo piacere di incontrarla per poterle raccontare questo piano e, se permette, questo sogno di italiani che vogliono solo permettere a Tim, alla vecchia Telecom forse figlia di una privatizzazione affrettata, di tornare in possesso del proprio futuro”.
In un altro passaggio, la lettera prosegue aggiungendo che “il piano alternativo redatto è allineato alla visione del governo e massimizza il valore per tutti gli azionisti e stakeholder del gruppo salvaguardando l’occupazione, l’esecuzione del Pnrr e gli interessi del Paese e dell’agenda digitale. Questa partnership e il relativo piano industriale costituiscono l’iniziativa chiamata TIMValue che condivide pienamente la visione del Governo italiano e ritiene che sin dall’inizio, 100 anni fa, e lungo tutta la sua storia, la rete di Tim sia stata intrinsecamente italiana e debba rimanere tale anche in futuro. In sintonia con questa visione TIMValue considera la proprieta’ della rete, incluso Sparkle e FiberCop, l’elemento nevralgico per la transizione digitale del Paese. Solo attraverso lo sviluppo e l’uso efficace ed efficiente della rete, l’Italia puo’ raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di innovazione”.