Tim ha ricevuto dal fondo Kkr l’offerta vincolante su NetCo, relativa alle attività di rete fissa della società di tlc, inclusa Fibercop. Con riferimento alla partecipazione detenuta da Tim in Sparkle, Kkr ha formulato una nuova offerta non vincolante, in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre, aggiunge la nota.
L’offerta su NetCo scadrà il prossimo 8 novembre, ferma restando la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre, conclude il comunicato.
Secondo ricostruzioni riportate da La Repubblica, la valutazione per il 100% della società della rete (Netco) sarebbe di 21 miliardi che salgono a 23 includendo le sinergie di una futura fusione con Open Fiber. E nelle ultime ore si è lavorato per portarla vicino a 24 miliardi.
Reazione del mercato
Tim in rialzo in apertura, +1,68% e un massimo dal 4 ottobre scorso a quota 0,2834 euro ad azione. Ma già nei primi quindici minuti di scambi il titolo gira negativo, a -0,6%, complice l’inversione di Piazza Affari, che dopo un avvio positivo si avvicina allo zero a causa delle tensioni in aumento in Medioriente, con il coinvolgimento del Libano e le recenti dichiarazioni provenienti da Iran e Cina.
Dopo la prima ora però Tim precipita: -4,2%. Il mercato reagisce come sconcertato dall’offerta Kkr, perché non ha fornito troppi dettagli sull’offerta, oltre ad aver comunicato di aver bisogno di più tempo per finalizzare l’approccio per Sparkle.
Kkr-Tim, ecco i dettagli
L’operazione con Kkr rappresenta il fulcro della strategia dell’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola per risollevare il gruppo, appesantito da 26 miliardi di euro di debito netto e da anni alla prese con discesa di margini e ricavi sul mercato interno.
La somma di 23 miliardi dovrebbe includere circa 10 miliardi di euro di debito e un pagamento fino a 2 miliardi di euro relativo a un potenziale futuro accordo con la società di fibra ottica Open Fiber.
L’offerta di Kkr prevede che NetCo assorba circa la metà dei 40.000 dipendenti di Tim in Italia, in linea con quanto previsto dal piano industriale di Tim, secondo quanto riportato da Reuters.
Il ruolo di Tesoro e Vivendi
L’operazione è stata di fatto avallata dal governo Meloni, che ha autorizzato il Tesoro a partecipare all’offerta di Kkr per la rete di Tim, un asset ritenuto di interesse strategico nazionale. Tesoro che intende acquisire una quota del 15-20% nell’attività di NetCo per un importo massimo complessivo di 2,2 miliardi di euro, come previsto nel Memorandum of Understanding con Kkr firmato in agosto.
Anche il fondo infrastrutturale italiano F2i entrerà in NetCo con un investimento di circa 1 miliardo di euro, spiega una delle fonti, portando la quota complessiva in mani italiane a circa il 30%. L’ingresso formale del Tesoro e di F2i avverrà probabilmente in una fase successiva, prima della chiusura dell’operazione, aggiunge Reuters.
Tuttavia, il buon esito della vendita dipende dall’appoggio del principale investitore di Tim, Vivendi, che ha espresso forti riserve sia sul prezzo che sulla sostenibilità del business di Tim una volta venduta la rete.