Tutti i nomi coinvolti hanno smentito, senza girarci troppo attorno. Eppure, l’idea di un gruppo di investitori che si fa avanti per rilevare la quota di Tim detenuta da Vivendi piace al mercato, e pure tanto. Il titolo è ben comprato a Piazza Affari: +2,3% sul Ftse Mib a 0,2382 euro ad azione in una seduta poco cosa, almeno nelle prime due ore di scambi.

Il gruppo francese al momento non sarebbe coinvolto nello studio dell’operazione. In compenso torna al centro dell’attenzione, o meglio della speculazione seppur nel breve periodo, almeno per adesso, l’ex monopolista delle Tlc. L’indiscrezione parte dal Corriere della Sera. Che cita Andrea Pezzi, ex consulente del gruppo francese (sul Sole 24 Ore è arrivata però la smentita proprio del diretto interessato), e Claudio Costamagna, banchiere ed ex presidente di Cassa Depositi e Prestiti che, lo ricordiamo, detiene il 9,8% di Tim ed è il secondo azionista dopo Vivendi.

I due starebbero lavorando alla costituzione di una cordata di investitori e di un veicolo ad hoc. Obiettivo: rilevare il 23,7% detenuto dal gruppo francese in Tim. La strategia, riportata anche da Reuters, prevede l’acquisto in partenza fino al 7% per 500 milioni di euro. L’apporto al veicolo della quota residua da parte di Vivendi avverrebbe successivamente.

Fondi coinvolti e scenari

Dunque, a pochi mesi dalla conclusione della vendita della rete al consorzio guidato dal fondo americano Kkr, Tim potrebbe essere pronta a riprendersi i riflettori del palcoscenico finanziario. Il progetto è in fase embrionale, specifica il quotidiano di via Solferino. Che indica anche i private equity potenzialmente interessati all’operazione. La presenza di Tikehau, azionista del gruppo Mint posseduto da Andrea Pezzi (leggi qui la notizia) sarebbe un ulteriore pezzo del puzzle. Con il fondo, nella “lista” appara anche Blackstone assieme ad altre istituzioni finanziarie.

Sull’operazione le domande sono tre. La prima: se effettivamente si sta muovendo qualcosa o se si tratta di un rumor inconsistente. La seconda: se la proposta dovesse arrivare, Vivendi (che ha dato mandato agli avvocati di portare avanti un’azione legale contro la vendita della rete a Kkr) accetterebbe? Di sicuro la voglia di uscire dalla propria partecipazione c’è.

La terza: come reagirà il governo se dovesse esserci il via libera da parte di entrambi i soggetti, e quindi la cordata e il gruppo francese stesso. Possibile che Palazzo Chigi possa premere il tasto del golden power se l’operazione non dovesse soddisfare le aspettative dell’Esecutivo.

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