Il Tar del Lazio ha annullato ieri le multe alle società telefoniche Tim, Fastweb, Wind e Vodafone comminate dall’Antitrust nel 2020 per supposte restrizioni alla concorrenza in occasione del repricing effettuato dalle aziende in seguito al ritorno alla fatturazione mensile (da 28 giorni precedenti). Le multe valevano complessivamente 228 milioni, di cui 114 milioni in capo a Tim. Il Tar non ha riscontrato evidenze di accordi restrittivi della concorrenza.
Nel dettaglio, il Giudice amministrativo di primo grado ha evidenziato che le società ricorrenti hanno “fornito una spiegazione plausibile dei ricostruiti incontri e scambi di informazioni, alternativa a quella ricostruita dall’Agcm”, in cui i contatti tra le parti sanzionate, lungi dal concretizzarsi in una concertazione illecita, da un lato, erano funzionali alla “esigenza di concordare, come prospettato dall’Agcm, le modalità per adeguarsi alla modifica normativa” sul ritorno alla fatturazione mensile e, dall’altro, rappresentavano “la mera esplicazione del diritto degli operatori economici di reagire intelligentemente al comportamento noto o presunto dei concorrenti”.
Intanto, ancora è in corso l‘altra istruttoria Antitrust sull’accordo Tim-Dazn per valutare l’esistenza di una possibile intesa restrittiva della concorrenza. La conclusione del procedimento in questo caso è prevista per il 30 giugno 2022.
Gli advisor legali
Nel giudizio dinanzi al Tar Lazio, con riferimento a Telecom Italia i team legale e regolamentare della società, composti, rispettivamente, dal general counsel Agostino Nuzzolo (nella foto) con Rocco Ramondino, Salvatore Giambò ed Elisabetta Tabarrini e da Giovanni Moglia, Maurizio Silvano e Vittoria Filocamo sono stati assistiti da BonelliErede, con un team guidato dal partner Claudio Tesauro, coadiuvato dalla senior associate Marta Contu, da Tanja Romano e Irene Dettori e dal partner Luca Perfetti per gli aspetti di diritto amministrativo e da Lipani Catricalà & Partners – con un team composto da Antonio Catricalà, Damiano Lipani, Carlo Edoardo Cazzato ed Enrico Spagnolello.