Il colosso del private equity TPG ha affidato un mandato a JP Morgan Chase e Goldman Sachs in vista della quotazione a Wall Street.
La notizia viene anticipata dal Wall Street Journal. Il quotidiano finanziario aveva scritto già a giugno che TPG stava valutando un’ipo sulla base di una valutazione di circa 10 miliardi di dollari. Dopo aver valutato l’ipotesi di una fusione con una spac, TPG avrebbe optato per la strada dell’offerta pubblica.
Il collocamento entro la fine dell’anno
La documentazione per il collocamento dovrebbe essere inviata alle autorità competenti nelle prossime settimane, con l’obiettivo di approdare a Wall Street entro la fine dell’anno.
Le indiscrezione del Wsj hanno indotto TPG a pubblicare una nota, in cui si legge: “Continuiamo a valutare alternative strategiche e non abbiamo nulla da annunciare in questo momento”.
Con sedi a San Francisco e Fort Worth, in Texas, e uffici in tutto il mondo, TPG gestisce quasi 100 miliardi di dollari di asset. L’investment company sinora è rimasta privata, mentre gli altri pionieri dei buyout made in Usa (Blackstone Group, KKR & Co, Carlyle Group e Apollo Global Management) hanno scelto la strada della quotazione.
Jon Winkelried, che è stato presidente e co-amministratore delegato di Goldman prima di entrare in TPG nel 2015, è diventato l’unico amministratore delegato dell’azienda a maggio. All’inizio di questo mese, TPG ha nominato il veterano Jack Weingart al ruolo di chief financial officer.
Il MIV di Borsa Italiana non decolla
Anche in Europa si assistendo a una tendenza degli operatori di private equity a scegliere la strada dei mercati azionari. Lo ha fatto con successo la svedese EQT nel 2019. Il mese scorso Bridgepoint Group si è quotata a Londra. A maggio Blue Owl Capital è diventata pubblica attraverso la fusione con una spac.
E l’Italia? Dal giugno 2019 sono in vigore le modifiche al regolamento dei mercati che avrebbero dovuto favorire la quotazione di veicoli di investimento sul MIV (Mercato degli Investment Vehicles), segmento dedicato alla quotazione di veicoli che investono in economia reale, principalmente fondi d’investimento alternativi (Fia) di tipo chiuso.
Sebbene la tipologia di Fia che si possono quotare sul Miv sia ampia – italiani o europei, aperti al pubblico retail o riservati agli investitori professionali, costituiti in forma contrattuale (fondo chiuso) o negoziale (SICAF e comparti di SICAV), armonizzati a livello europeo (inclusi ELTIF, EuVECA, EuSEF) o autorizzati ai sensi della normativa domestica – e includa le spac e le società diverse dai Fia, con una strategia di investimento non ancora completata, quali ad esempio le SIIQ che non hanno ancora investito il capitale raccolto, di fatto sinora il Miv è rimasto un territorio inesplorato.
I fondi chiusi quotati sul Miv sono appena undici. E l’unico operatore di private equity quotato a Milano è NB Aurora.