Il peggio pare sia passato. Per il Bitcoin, una sorta di quiete dopo la tempesta. Precipitato a quota 26.591 dollari come non succedeva da fine 2020, nella seduta di venerdì si è riapprezzato del 6% circa, riposizionandosi in area 30.000 $ (grafico sotto), che poi è un po’ una soglia psicologica: se viene rotta al ribasso e ci rimane, diventa probabile un’ulteriore spinta rialzista (per qualcuno anche fino a quota 10.000). Se invece il supporto tiene, allora potrebbe quantomeno consolidare la posizione, in attesa di tempi migliori. Che arriveranno, questo è ragionevolmente certo. Resta solo da capire quando. Perché un conto è un rimbalzo fisiologico attorno ai cinque punti percentuali dopo un crollo di oltre il 33% in appena 8 sedute (tra il 5 e il 13 maggio). Un conto è invece raggiungere l’alta quota dei 70.000 $, i massimi di sempre raggiunti lo scorso mese di novembre.

Le ultime parole famose? “Bitcoin a 100.000 dollari”

Fino al primo trimestre del 2022 le previsioni sul Bitcoin erano quasi univoche: punto d’arrivo 100.000 dollari entro l’anno. Questo perché un discreto ottimismo si stava riaffacciando sulla criptovaluta più scambiata al mondo, specialmente a marzo, mese in cui dai 37.000 dollari, il valore del Bitcoin si era riportato a ridosso di quota 50.000 $. E così, agenzie di stampa importanti (tra cui Reuters), analisti di grandi banche d’affari avevano indicato nell’ambiziosa cifra tonda un primo target per la fine dell’anno. Altri fondi, tra cui Ark, si sono sbilanciati ulteriormente, fissando a un milione di dollari entro il 2025.

Sotto i 30.000 come l’estate 2021: ma i motivi sono diversi

I centomila rappresentano un target, forse, ancora raggiungibile. Sta di fatto che l’ottimismo di inizio anno si è sfaldato completamente, soffocato da inflazione, guerra in Ucraina e cambio radicale della politica monetaria della Fed. Ed ecco che il Bitcoin è letteralmente precipitato sotto i 30.000 $. Proprio com’era successo il 19 maggio, il 22 giugno e il 20 luglio 2021. Le motivazioni? Molto diverse rispetto a quelle attuali. All’epoca, la Cina aveva appena dichiarato “guerra” al mining, in buona sostanza l’attività con cui viene prodotta la valuta digitale, attraverso potentissimi elaboratori che richiedono, di conseguenza, grande quantità di energia.

Il costo basso delle materie prime nel colosso asiatico, in primis il carbone, avevano trasformato il Dragone nel primo paese per numero di “minatori” di criptovalute al mondo. Fino alla scorsa estate, quando Pechino, ufficialmente, ha definito “illegittima” ogni attività legata al mining secondo le nuove strategie green legate al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto per la sostenibilità del clima. Una chiusura, per molti, solo di facciata, perché legata in realtà al conflitto commerciale tra Cina e Stati Uniti. L’annuncio, di fatto, ha determinato fortissime vendite di Bitcoin.

Stavolta la Cina non c’entra: risk off e tassi d’interesse

Oggi le motivazioni sono completamente diverse, per quanto siano ancora strettamente legate all’attualità. L’incertezza sui mercati dovuta alla guerra e all’inflazione sta provocando vendite diffuse su tutto l’azionario, in particolare sui titoli del Nasdaq, i più a rischio quando la propensione al rischio è bassa. Dietro questa diffidenza verso il settore tecnologico ci sono le recenti scelte della Fed. La banca centrale americana ha modificato la propria politica monetaria, stabilendo un progressivo aumento dei tassi d’interesse, “l’arma finale” per combattere l’inflazione. Tassi più alti uguale meno capitale circolante, con conseguenze anche sul Bitcoin, la cui correlazione con il tech è sempre più forte.

Terra e Luna sotto attacco

Politica restrittiva della Fed e bassa propensione al rischio, legata all’incertezza causata da inflazione e guerra in Ucraina sono dunque i primi due motivi per cui gli investitori si sono raffreddati sui Bitcoin. Ma c’è dell’altro. Venerdì mattina infatti sono state interrotte le transazioni sulla blockchain che supporta la stablecoin TerraUsd e l’altcoin a essa collegata Luna. Lo hanno twittato gli stessi responsabili della verifica delle transazioni, come riporta anche investing.com, motivando l’interruzione per “elaborare un piano per ricostituire la rete, proteggendola da nuovi attacchi speculativi”.

Terra è crollata a nuovi minimi storici a 0,13 dollari (-74%, grafico sopra) allontanandosi dal valore di 1:1 sul dollaro, prezzo a cui la stablecoin dev’essere ancorata per definizione. Contemporaneamente, Luna è collassata, cedendo quasi il 100%: proprio l’allontanamento dal valore di 1 $ ha generato il terremoto su Terra, con conseguente sell off su Luna (Lo scorso 5 aprile valeva 119 $. Oggi vale meno di un dollaro) e sull’intero mondo crypto, Bitcoin compreso. L’episodio ha attirato l’attenzione anche del segretario del Tesoro Janet Yellen: “Questo dimostra che la stablecoin è un prodotto in rapida crescita e che ci sono rischi in altrettanto rapida crescita”. 

“Welcome to the jungle”

Come spiega Roberto De Isidro, digital Asset Research Analyst di Global X: “Sul lungo termine, lo scenario per il mercato resta solido. Gli asset nella prima fase di adozione, come le crypto, spesso sperimentano grandi ondate di volatilità, verso l’alto e verso il basso. Gli investitori devono essere consapevoli che le valute digitali possono cominciare a comportarsi esattamente come ogni altro asset di rischio”. Davide Zanichelli, membro della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, sul suo profilo Linkedin scrive: “E’ una giungla, e nella giungla c’è la legge del più forte. In questi casi a mio avviso la soluzione è comprendere ciò che si sta facendo come funziona e i rischi. Leggo già molti articoli secondo cui ‘il Bitcoin è morto’, ma sono già stati scritti 385 volte e continueranno a ripetersi”.

Ecco tre buoni motivi per cui il Bitcoin tornerà a salire

“Il settore continua a crescere, con tecnologie e progetti in rapida evoluzione -continua Roberto De Isidro-. Uno dei grandi insegnamenti che arriva dal caso Terra Luna è una sempre più necessaria diversificazione tra gli asset crypto, per un approccio più prudente da parte degli investitori, ad esempio attraverso panieri di criptovalute, o ricorrendo al mercato azionario tramite aziende che hanno la tecnologia blockchain al centro del loro business”. Insomma, con la tecnologia che avanza, il settore sarà sempre meno “instabile”, e complice nuove consapevolezze degli investitori anche a seguito di episodi come quello di Terra Luna, inevitabilmente resterà molto attrattivo.

“Un valore intrinseco sempre più riconosciuto”

Ma non solo. Secondo Eugenio Sartorelli, membro del consiglio direttivo Siat (Società Italiana Analisi Tecnica), il Bitcoin sta acquisendo sempre più valore intrinseco. E il fatto che in questi giorni caotici sia nella top 3 tra le valute digitali ad aver perso meno terreno lo dimostra: “In passato è stato indicato come nuovo bene rifugio, alla pari dell’oro. Questo è vero, ma va spiegato bene. Anche perché il Covid ha cambiato completamente la percezione dei beni rifugio stessi”. Continua l’analista:  “Ogni nuovo progetto legato alle criptovalute, per avere credibilità, dovrà avere sempre un minimo di deposito di bitcoin. Inoltre è irreversibile il fatto che il costo della produzione del mining crescerà sempre di più. Ci vorrà sempre più energia e questo ne aumenterà ulteriormente il valore”. Dunque, una buona fetta di credibilità per ogni nuova criptovaluta dipenderà soprattutto dalla presenza di bitcoin come deposito.

Da Ethereum più sostenibilità e appeal

C’è infine un terzo motivo. E cioè la transizione di Ethereum, la seconda crypto più scambiata al mondo, al cosiddetto “proof ot stake”: “Una sorta di meccanismo di consenso in grado di ridurre il consumo di energia di circa 2.000 volte -prosegue De Isidro di GlobalX- aumentandone la sicurezza e diminuendo il tasso di emissione da 4-5% allo 0,4 / 0,5%. Inoltre, i partecipanti otterranno rendimenti per contribuire alla sicurezza della rete, incentivando la detenzione di Ethereum a lungo termine”. L’asset digitale insomma diventerà più sostenibile, acquisendo un maggiore appeal tra gli investitori e portando un numero sempre più crescente di utenti nell’ecosistema blockchain e crypto.

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