Ha detto no a 750 milioni di euro, Tim, in cambio di Sparkle, la società che controlla 500mila chilometri di cavi in fibra ottica, gran parte sottomarini, tra l’Atlantico e il Medioriente. E così il governo dovrà alzare l’offerta almeno a 800 milioni di euro.
Per farlo, si è rivolto al private equity, come già accade per molti altri settori (vedi approfondimento qui). Il ruolo chiave per l’operazione, che dovrebbe portare poi all’aggregazione di Sparkle stessa alla rete venduta a Kkr, potrebbe assumerlo il fondo spagnolo Asterion, che è specializzato proprio in infrastrutture.
Una quota di minoranza al fianco del Mef, questo sarebbe il progetto, secondo Bloomberg News in dirittura d’arrivo già nel prossimo mese, dato che la firma di un accordo preliminare potrebbe essere in dirittura d’arrivo.
Riavvolgiamo il nastro
Il 31 gennaio scorso il Mef aveva recapitato un’offerta a Tim per rilevare il 100% di Sparkle. L’offerta prevedeva un prezzo pari a 625 milioni di euro e 125 di earn out, inferiore rispetto alle aspettative di Tim e degli analisti. A novembre scorso il board di Tim aveva respinto l’offerta non vincolante di Kkr su Sparkle “ritenuta non soddisfacente”, secondo le indiscrezioni si trattava di una proposta di circa 750 milioni compresi gli earn out.
Alla base dell’accordo deve rimanere il fatto che Tim mantenga una partecipazione nella società per un determinato arco temporale, supportando la realizzazione del piano strategico, per poi trasferire la partecipazione alla rete controllata da Kkr.
Sparkle, lo ricordiamo, è l’operatore globale del gruppo Tim, primo fornitore di servizi wholesale internazionali in Italia, secondo in Europa e ottavo nel mondo, con una rete proprietaria in fibra che si estende per circa 540.000 km attraverso Europa, Africa, le Americhe e Asia. Kkr, durante le trattative, aveva valutato Sparkle 600 milioni, mentre il valore di Tim si trovava nel range degli 800 milioni – un miliardo di euro.
Asterion, cosa c’è da sapere
Asterion è un fondo spagnolo fondato e guidato da Jesús Olmos Clavijo, Winnie Wutte e Guido Mitrani. Nato per investire nel mercato medio delle infrastrutture europee, presta particolare attenzione alla sostenibilità. Nel 2020 ha acquisito il 24,1% del capitale sociale di Retelit, società della fibra italiana, per poi rilevarne successivamente la maggioranza. Nello stesso anno, con il fondo F2i, ha perfezionato l’acquisizione di Sorgenia. Attivo in Italia, ultime operazioni l’acquisizione di Samso, energy service company, e Irideos.
Tra le varie partecipazioni, la britannica Energy Asset, società di infrastrutture di servizi pubblici; Marconi, società di antenne e apparecchiature radioelettroniche per radiolink a microonde in Spagna; Amp, azienda di servizi energetici e di energia distribuita a basse emissioni di carbonio con sede nel Regno Unito; Nabiax, piattaforma di 11 data center con 29 MW di potenza situati in Spagna, Stati Uniti, Brasile, Messico, Cile, Perù e Argentina; Asterion Energies, piattaforma Asterion Renewables attiva nelle aree geografiche principali del Fondo in collaborazione con sviluppatori locali; e Proxiserve, gruppo di servizi pubblici francese attivo nei servizi energetici.