Credit Suisse e Ubs pronte alle nozze. Con un’operazione architettata dalla Banca centrale svizzera, con il coinvolgimento della autorità europee e americane, i due colossi hanno detto sì ha uno storico accordo per cercare di disinnescare la crisi in atto nel sistema bancario, con una corsa nel fine settimana per risolvere il caso prima della riapertura dei mercati. Ubs acquista la rivale Credit Suisse per tre miliardi di franchi svizzeri (3,35 miliardi di dollari), anche se l’operazione è fatta senza l’approvazione degli azionisti.
L’amministratore delegato di Ubs, Ralph Hamers (nella foto), sarà alla guida della banca che nascerà dall’unione di Credit Suisse e Ubs.
Nell’annunciare l’accordo – il maggiore fra due banche dalla crisi del 2008 raggiunto al termine di un fine settimana convulso di trattative senza sosta – le autorità svizzere si affrettano a precisare che l’operazione non è un salvataggio ma è una soluzione commerciale, la “migliore per riportare fiducia”. Le nozze, spiegano da Berna, infatti “assicurano la stabilità finanziaria” e tutelano “l’economia svizzera in questa situazione eccezionale”.
Cosa prevede l’accordo
Ubs otterrà fino a 100 miliardi di franchi svizzeri di liquidità dalla Banca centrale svizzera, oltre a garanzie per 9 miliardi dal governo svizzero per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse. Per Ubs si tratta di “rassicurazioni” importanti visto che, per come è stato strutturato il deal non ha alcuna possibilità di fare un passo indietro, neanche a fronte di un’eventuale opposizione dell’antitrust.
“La stabilità finanziaria è più importanti dell’antitrust nelle crisi”, tagliano corto dalla Finma, l’autorità di regolamentazione dei mercati. L’intesa avrà un impatto sull’occupazione, con 10mila posti che secondo indiscrezioni saranno tagliati. Con Ubs che punta a un taglio dei costi per 8 miliardi.
In particolare, Ubs si impegna a ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse, che è stata una dei maggiori ostacoli da superare per il raggiungimento di un accordo, e a ottenere il prima possibile tutte le autorizzazioni per le nozze.
Per Credit Suisse si giunge così alla fine di 167 anni di storia, spazzando via 16 miliardi di franchi svizzeri di bond AT1, che sono stati “completamente svalutati”.
“La rapida azione e le decisioni prese dalle autorita’ svizzere” per risolvere il caso di Credit Suisse “sono determinanti per ripristinare condizioni di mercato ordinate ed assicurare la stabilita’ finanziaria”, afferma il presidente della Bce Christine Lagarde, che sottolineqa come le banche dell-Eurozona abbiano una posizione solida e come comunque la Bce sia pronta a sostenere il sistema se necessario.
E su Svb e Signature Bank?
Le autorità americana hanno fatto sapere che stanno continuando a lavorare anche per una soluzione su Silicon Valley Bank e Signature Bank, i due istituti falliti la scorsa settimana. Secondo indiscrezioni la Fdic (l’agenzia federale di assicurazione sui depositi), per Svb intende procedere allo spezzatino visto che non è riuscita a trovare un acquirente adatto a rilevare il 100% della banca. Per Signature ci sarebbe invece l’interesse di New York Community Bancorp.