Checché ne dica Andrea Orcel, gli analisti parlano di colpo di scena. Probabilmente più riferito alle tempistiche che all’operazione in sé. Da una parte il Ceo di Unicredit ha ragione quando ricorda come Banco Bpm sia storicamente uno degli obiettivi di Unicredit (qui trovi il nostro approfondimento). Dall’altra però spiazza il fatto che l’Ops arrivi a breve distanza dall’inizio delle trattative tra Gae Aulenti e Commerzbank, dall’Opa di Piazza Meda ad Anima Holding e dal collocamento di Mps che ha visto proprio l’istituto guidato da Giuseppe Castagna accaparrarsi il totale del 9% della banca senese.

Così si esprime Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia: “La situazione è indubbiamente molto complessa. Credo che la mossa di Orcel abbia preso in contropiede i vertici di Banco Bpm, in particolare il Ceo Castagna che ha l’ambizione di creare il terzo polo bancario. Riteniamo l’offerta di Unicredit sia al momento bassa e ci aspettiamo una probabile nuova offerta molto più elevata per convincere gli azionisti di Banco Bpm. Al momento il focus di Unicredit è su Bpm, l’operazione finanziaria su Commerzbank richiederà molto più tempo (esito elezioni tedesche, formazione nuovo governo, mosse di difesa dei vertici della banca)”.

Diodovich, Ig Italia: “Vantaggi significativi da entrambe le parti”

L’analista ha aggiunto che questo annuncio potrebbe ridefinire il settore bancario del Paese. Ma perché questa operazione è così importante? “Il gruppo punta a rafforzare la propria presenza nel mercato italiano, sfruttando le forti radici locali di Banco Bpm e combinandole con l’esperienza internazionale di Unicredit”. Scendendo più nel dettaglio, Diodovich spiega che Banco Bpm è considerato uno degli attori più dinamici nel panorama bancario nazionale, possiede un portafoglio clienti grande e diversificato, con una forte penetrazione nei territori del nord Italia.

“Questa unione -conclude- potrebbe garantire di generare vantaggi significativi per entrambe le parti, tra cui efficienze operative: l’integrazione consentirà una razionalizzazione dei costi e un miglior utilizzo delle risorse; un’offerta ampliata, i clienti di Banco Bpm potranno beneficiare di prodotti e servizi più innovativi, frutto della solidità e dell’esperienza internazionale di Unicredit; aumento della competitività, la nuova entità combinata avrà maggiori capacità di investimento e innovazione, posizionandosi come leader nel mercato italiano ed europeo”.

Alloatti, Federated Hermes: “Sorprendente colpo di scena”

Dicevamo degli analisti. Filippo Alloatti, Head of Financials Credit di Federated Hermes, definisce la mossa come un sorprendente colpo di scena, e sottolinea l’agilità strategica del management di Unicredit, impegnato a rafforzare la propria posizione di mercato in Italia. Spiega Alloatti: “L’acquisizione avrà un impatto limitato sulle riserve di capitale di Unicredit grazie alla struttura interamente azionaria”.

Sui timori per il rischio di concentrazione e degli spread, aggiunge: “Mi aspetto che l’acquisizione abbia un impatto positivo sugli spread di credito di Banco Bpm, sebbene il premio azionario sia modesto. D’altro canto, Commerzbank potrebbe vedere implicazioni negative, con una riduzione delle probabilità o un allungamento dei tempi”. Focus anche sulla combinazione Mps e Banco Bpm, secondo l’analista “a rischio, con Banco Bpm e Anima Holding già in possesso della quota del 9% del Monte dei Paschi”.

Drusiani, Banca Ersel: “Più che Unicredit, la chiave è come reagirà Banco Bpm”

Angelo Drusiani, del Team Advisory della banca Ersel, durante un live con la giornalista finanziaria Aleksandra Georgieva, aggiunge: “Per l’Italia ospitare un colosso bancario fa senz’altro comodo, il nostro sistema bancario ha già grande competitività, ed è forte anche in Europa ma ha ancora ampi margini di crescita. Possiamo dire che più una banca diventa grande a livello di capitali e più cresce il Paese. In questo senso il mercato dovrebbe approvare anche se la reazione di Piazza Affari, oggi che è il giorno dell’annuncio, al momento è moderato”.

Ma la domanda vera, per il consulente Ersel che collabora anche con il Corriere Economia, è come reagiranno i soci di Banco Bpm: “Mi domando se saranno disponibili a questo scambio di azioni, e soddisfatti dell’operazione. Perché a sua volta era interessata a ingrandirsi. Sarà soddisfatta di questa operazione o vuole crescere per conto suo come più volte dichiarato da Castagna?”

Chiaro che solitamente dietro queste operazioni contatti preliminari ci siano “ma è presto per pensare che l’operazione venga approvata e vada in porto -aggiunge Drusiani-. Banco Bpm occupa uno spazio interessante, la regione dove si muove è avanzata dal punto di vista imprenditoriale e bancario. Serve buona dose di diplomazia per capire come quando la banca milanese sia disponibile a un accordo così”. L’operazione con l’istituto di piazza Meda è fondamentale, secondo l’analista, anche per la scalata di Commerzbank, poiché un consolidamento interno darebbe ancora più solidità all’istituto.

Lascia un commento

Articolo correlato