Ha citato Vasco Rossi. Parafrasato Matteo Renzi e forse anche Mario Draghi, magari senza neanche accorgersene. Quella del presidente di Unipol Carlo Cimbri è stata probabilmente la più spettacolare tra le conferenze stampa che si sono tenute finora, per quanto possa esserlo una conferenza dedicata alla presentazione di un bilancio di una banca.
“Senza parole”. Ha risposto così in riferimento al rinnovo di Piero Montani come amministratore delegato di Bper Banca, partecipata quasi al 20% da Unipol, ammiccando chiaramente alla canzone del Blasco. Per poi ribadire, rafforzando il concetto: “Lui si è detto tranquillo? Io gli direi… Sereno”. Enrico Letta come premier è durato poco. A questo punto il conto alla rovescia dell’attuale ceo dell’istituto emiliano potrebbe essere scattato proprio nel giorno dei conti 2023 dell’istituto bolognese e dell’annuncio della fusione con Unipolsai.
Cimbri, il risiko e il profilo basso: “Fattore sorpresa”
“Da domani avremo un gruppo più semplice, con una governance migliore e così ci prepariamo ad affrontare il futuro” ha spiegato Cimbri. E di futuro certamente bisogna parlare. Perché in fondo lo hanno fatto un po’ tutti in questi giorni. Luigi Lovaglio di Mps, Andrea Orcel di Unicredit, Montani stesso, intercettato a Genova dal capocronista de Il Messaggero, ancora ignaro evidentemente della risposta che avrebbe dato Cimbri sulla conferma del suo mandato.
E perché proprio oggi l’annuncio della nascita di Unipol Assicurazioni? Risposta: motivi organizzativi. E su questo siamo tutti d’accordo, tant’è che era atteso da tempo. Ma anche per il “fattore sorpresa” citato da Cimbri stesso, l’interesse cioè recentemente riservato dalla comunità finanziaria al risiko bancario, che ha un po’ distolto l’attenzione sull’accorciamento della catena di controllo di Unipol. Con gli analisti e i media impegnati a delineare scenari più o meno possibili, Unipol ha adottato un profilo basso “necessario per mettere a punto l’operazione”.
Di risiko comunque si è parlato, eccome, durante la conferenza stampa. Certamente in linea con i toni e i modi utilizzati dagli altri manager. E quindi no a qualunque interesse nel partecipare al consolidamento del settore con Bper e Pop Sondrio, partecipata al 19,7%. No anche a qualsiasi discussione riguardante Mps o Banco Bpm, da cui recentemente è uscito il fondo Crt. No a qualunque scenario ipotizzato dalla stampa per quanto riguarda Mediobanca.
“Faremo le nostre mosse e saranno sufficienti”
No, infine, anche a qualunque possibile Opa ostile da parte di Unicredit, con cui sostanzialmente si è andati a chiudere il cerchio degli istituti in qualche modo interessati al risiko. Ed è qui, a proposito della banca di Piazza Gae Aulenti, che in aiuto del manager di Unipol è arrivata un’espressione utilizzata un decennio fa circa da Mario Draghi.
Prima di tutto Cimbri ha messo in chiaro che le banche partecipate fanno parte di un disegno strategico. E quindi non sono e non sono mai state in vendita. Poi, ecco la stoccata: “Senza fare il processo alle intenzioni, faremo le nostre mosse, se dovesse servire, e penso che saranno sufficienti“. Rimando sottile a quando l’allora presidente della Bce disse in conferenza stampa a Francoforte: “Ho un messaggio chiaro da darvi: nell’ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro. E credetemi: sarà abbastanza”. Draghi che in questi giorni ha ricevuto un premio a Washington, e per l’occasione, tra le altre cose, ha detto: “Con l’apertura dei mercati globali i Paesi europei sono troppo piccoli da soli”. Chissà che non valga la stessa cosa per le banche…
Governance, numeri e Piazza Affari
Del risiko insomma si continuerà a parlare. Dell’interesse di Unicredit per la Banca Popolare di Sondrio, forse, un po’ meno. Al contrario, dal gruppo dirigente di Bper Cimbri si aspettava di più: “Ha fatto bene quello per cui era chiamato a fare. Certo si può e si deve fare meglio” ha spiegato il presidente. Perché non esiste solo il risiko ma anche il rinnovo della governance. “Magari servirebbe una maggiore prudenza durante queste fasi di bisboccia del mercato a noi che abbiamo una vocazione assicurativa, una vocazione alla prudenza, per avere negli anni maggiore stabilità dei risultati”.
Come a dire: con i tassi d’interesse alti, son bravi tutti a far funzionare le banche? Sia come sia, l’approccio per il rinnovo sarà lo stesso dell’ultima volta. E quindi una lista di sette persone che non ha di per sé la maggioranza del consiglio, che si formerà con altre liste, al netto della già citata battuta riguardante la riconferma di Piero Montani.
“Stiamo valutando che tipo di profili proporre e penso che un paio di persone avremo modo di suggerirle” ha aggiunto Cimbri a chi gli chiedeva quali intenzioni avesse il gruppo in relazione al rinnovo parziale del board di Pop di Sondrio, il cui consolidamento in Unipol ha permesso un risultato netto consolidato a 1,331 miliardi di euro da 866 milioni nell’anno precedente, un miglioramento del +53,7% e una cedola a 0,38 euro. Per quanto riguarda invece il gruppo assicurativo utile netto consolidato a 766 milioni (da 651 milioni +17,7%) e il dividendo in crescita a 0,165 euro per azione, tutti risultati in linea con le attese ma ben premiati a Piazza Affari: +21% per Unipol, +7% per Unipolsai nella seduta di venerdì 16 febbraio.