La Strategia sul cambiamento climatico adottata dal Gruppo Unipol dettaglia il modo in cui ci si sta attrezzando per affrontare i rischi e cogliere le opportunità connesse al clima, definendo nuovi target di medio-lungo termine di riduzione delle proprie emissioni di gas serra a supporto del proprio percorso di decarbonizzazione.

Nell’ambito del convegno “Direzione 2050, Strategie per la neutralità climatica” che si è tenuto a Milano, Matteo Laterza, Direttore Generale del Gruppo Unipol, ha illustrato le linee guida della politica di sostenibilità del Gruppo. All’evento sono intervenuti Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo, Paolo Caridi, Head of Unit – Communication and Civil Society, DG Climate Action Commissione Europea, Enrico Giovannini, Direttore Scientifico Asvis, Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano, Stefano Granella, Chief Strategy and Growth A2A.

Al fine di consolidare il proprio processo di allineamento del portafoglio finanziario a una traiettoria di contenimento dell’aumento della temperatura media globale a circa 1,5°C, il Gruppo Unipol ha aderito alla Net Zero Asset Owner Alliance, impegnandosi in questo modo a ridurre le emissioni dei propri portafogli di investimento a zero emissioni nette di gas ad effetto serra entro il 2050 e ad agire per ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’engagement delle aziende investite.

I target al 2023 di Unipol

In linea con il Target Setting Protocol della Net Zero Asset Owner Alliance (seconda versione pubblicata a gennaio 2022), il Gruppo Unipol ha fissato una serie di obiettivi intermedi al 2030. Per quanto riguarda il Sub-portfolio target c’è l’impegno a ridurre del 50% entro il 2030, rispetto al 30 settembre 2022, l’intensità di carbonio dei propri portafogli di azioni quotate e obbligazioni societarie quotate gestiti direttamente. Questo impegno riguarda le emissioni di Scope 1 e 2 delle società in perimetro. Gli asset coperti dal target – al 30 settembre 2022 – sono pari a 16,1 miliardi di dollari.  Sul fronte dell’engagement, la società punta a un dialogo con le 20 società che generano le maggiori emissioni di Scope 1 e 2 a supporto del raggiungimento del sub-portfolio target. Nel 2022 le emissioni di tali società rappresentavano oltre il 70% del totale delle emissioni assolute degli asset coperti dal sub-portfolio target. Per raggiungere l’obiettivo saranno svolte attività di dialogo costruttivo sia a livello bilaterale, tra Unipol e l’emittente, che collettivamente, verso una singola impresa o un intero settore, attraverso iniziative come Climate Action 100+. Per quanto riguarda il Finanziamento della transizione, l’impegno a raggiungere nel 2024 1,3 miliardi di euro in investimenti tematici per gli SDGs (rispetto agli 862,2 milioni di euro a fine 2021), inclusi quelli per la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente, gli ecosistemi terrestri, marini e di acqua dolce (come gli investimenti in energie rinnovabili ed ecoefficienza, mobilità sostenibile, acqua, gestione sostenibile delle foreste, agricoltura biologica ed eco-innovazione).

Un lavoro partito nel 2015

La strategia sul cambiamento climatico adottata da Unipol è frutto di un lungo percorso avviato nel 2015 quando il Gruppo ha pubblicato il position paper “Unipol per il clima” nel quale ha declinato la propria visione sulla necessità di attivare un modello di prevenzione e gestione delle catastrofi naturali basato sulla collaborazione tra pubblico e privato e proseguito nel 2020 quando Unipol è diventato supporter della Task-Force on Climate-related Disclosure (TCFD) per consolidare il proprio impegno a rendicontare informazioni connesse al clima. Il Gruppo Unipol rendiconterà infatti annualmente i progressi compiuti rispetto agli obiettivi assunti.

L’adozione della Strategia sul cambiamento climatico nasce dalla convinzione che il ruolo delle assicurazioni non si limita al solo processo di trasferimento del rischio (Risk carrier role), ma, all’interno di un processo di sistema,  è fondamentale anche nel supportare altri attori, pubblici o privati, nell’implementare azioni per ridurre il rischio e adattarsi al cambiamento climatico (Risk manager role). Infine, in qualità di investitori istituzionali (Investor role), le assicurazioni possono mobilitare le risorse necessarie per finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici rappresentando un motore straordinario per stimolare e abilitare il cambiamento del sistema produttivo.

La strategia climatica di Unipol

La strategia climatica del Gruppo Unipol si articola nelle diverse fasi di produzione del valore. Nell’attività assicurativa con l’offerta di prodotti assicurativi orientati a supportare processi di mitigazione e ad accrescere la resilienza, monitorati attraverso l’obiettivo nel Piano Strategico di raggiungere entro il 2024 il 30% di prodotti a valenza ambientale e sociale; il supporto ai propri clienti nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, attraverso lo sviluppo di prodotti volti a incentivare i clienti Auto alla riduzione delle loro emissioni con il supporto della telematica e la diminuzione degli impatti ambientali nel  processo di gestione dei sinistri;

C’è poi l’esclusione dall’attività di sottoscrizione Rami Danni delle aziende che operano prevalentemente in attività di estrazione di carbone e delle aziende che adottano pratiche estrattive non convenzionali (quali rimozione delle cime delle montagne, fratturazioni idrauliche – fracking –, sabbie

Nella gestione del patrimonio immobiliare con la riduzione del 46,2% entro il 2030 delle emissioni di Scope 1 e 2 legate a consumi elettrici, di gas e delle altre fonti energetiche per tutti gli edifici su cui il Gruppo ha un controllo diretto, dalle sedi strumentali a quelle delle società diversificate fino agli immobili sede delle attività di Gruppo UNA e alle sedi estere; la realizzazione di attività di sviluppo immobiliare orientate alla massima autosufficienza energetica, investimenti per la riqualificazione urbana orientati a rendere le città più sostenibili e investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare in essere, non solo con riferimento al proprio patrimonio strumentale ma anche agli immobili non strumentali gestiti; il miglioramento dell’efficienza delle strutture informatiche, tra le principali fonti di consumo dopo gli impianti di riscaldamento e raffreddamento. Il processo di virtualizzazione dei server implementato dal Gruppo nel 2022 ha permesso di ridurre i consumi di energia elettrica per l’alimentazione e il raffreddamento dell’attrezzatura informatica di circa 38.377 MWh/Anno, corrispondenti a circa 10mila tonnellate di CO2 non emessa.

Negli investimenti mobiliari, con l’adesione alla Net Zero Asset Owner Alliance, l’impegno a ridurre le emissioni dei propri portafogli di investimento a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e ad agire per ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’engagement delle aziende investite; l’ampliamento delle esclusioni settoriali nei settori più impattanti: esclusione a priori sia dai nuovi investimenti di Emittenti Corporate che traggono il 30% e oltre dei loro ricavi dalle attività di estrazione di carbone o di generazione di energia elettrica da carbone termico e che non dimostrino un posizionamento ambizioso in termini di transizione del business verso un’economia a basse emissioni di carbonio sia dai nuovi investimenti di Emittenti Corporate i cui ricavi derivino per il 30% e oltre da attività connesse a sabbie bituminose, gas di scisto e arctic drilling; l’incremento degli Investimenti tematici per gli SDGs: raggiungere 1,3 miliardi di euro complessivi investiti a sostegno dell’Agenda 2030 nel 2024, a partire dagli 862,2 milioni investiti a fine 2021.

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