Con questo articolo chiederò ai lettori di fare un grosso sforzo: quello di usare tutta la loro immaginazione per rispondere alle seguenti domande.

Cosa direste se foste il direttore di uno stabilimento che ha un performance come questa?

 

Si sarebbe contenti di vedere il valore medio di periodo al 75,4% o sarebbe migliorabile? IL 99,7% delle persone si sentirebbe in una condizione di confort difronte a un dato come questo: tutto sommato in target per il Q1, con dei picchi che fanno dormire sonni tranquilli per il manager meeting e da inguaribile ottimisti quale si è, molto probabilmente, si ha la certezza che i dati sotto target siano solo frutto del mix di produzione o di qualche assenteismo non pianificato (magari l’influenza). Se così fosse, non vi preoccupate cari  lettori, siete comunque salvi da critiche o da maltrattamenti: siete pur sempre nel folto gruppo del 99,7% delle persone che la pensa proprio come voi.

Focalizziamoci ora su questo grafico:

 

Se qualcuno dicesse: “A ogni 100€ euro dello stipendio, solo perché si ha la grossa opportunità di lavorare, verranno sottratti mediamente di 24,6 per l’inefficienza: come si reagirebbe?” Sicuramente vi arrabbiereste, molto probabilmente cerchereste delle soluzioni o forse pensereste che  quell’azienda non fa per voi. Di sicuro vi chiedereste il perché.  Ed è proprio questo lo scopo di cambiare il punto di vista: il chiedersi perché!

Riguardiamo ora come esercizio il primo grafico, in questo momento il 73% delle persone apprezza qualche cosa che prima non vedeva. Cosa? Il 79%? Forse il 71%?

Ma no, non perdiamoci in un bicchier d’acqua: è l’ andamento.

Se si volesse indagare questo insieme di picchi e valli, quello che non dovrebbe farvi dormire sonni tranquilli è proprio l’instabilità di cui la fabbrica soffre. Immaginiamo che voi siate manager davvero illuminati, una di quelle rare mosche bianche che sanno leggere i macro numeri e carpirne l’essenza in un batter di ciglio: se conosceste la causa dell’ efficienza al 71% di Wk 4 e questa causa fosse ad esempio il sistema di compressione e gestione dell’aria per le macchine? Se quel compressore oramai vecchio e usurato non si potesse cambiare per questioni di budget? Dubito che stareste tranquilli, perché capireste immediatamente che tutto il vostro destino manageriale, tutto il vostro KPI, è vittima di un fenomeno di cui non hai il pieno controllo e nemmeno la gestione perché siete impossibilitati al cambio.

Questo esempio, un po’ estremizzato, porta tuttavia in sé una considerazione molto importante per la continuazione di questo articolo: se non conoscete appieno quelle che sono le perdite del vostro sistema, per quanto cercherete di controllarlo sarà sempre esso a dominarvi e mai viceversa.

Vediamo ora lo stesso grafico con ancora un punto di vista differente (decisamente per un occhio esperto):

Mentre la linea verde (il trend lineare) mostra un risultato che è confortante, la linea rossa (il trend in media mobile) si discosta dall’ottimismo. Un consiglio: non fidarsi mai del trend. È una indicazione che potrebbe far incappare spesso in considerazioni superficiali e se si tratta di decisioni che comportano investimenti: meglio approfondire.

Ma torniamo alla perdita ed alla sua comprensione con un grafico che le caratterizza:

Ed a come si rapporta rispetto al suo totale:

 

La situazione cambia molto specie se vi affianchiamo il grafico iniziale:

 

Se voi foste i direttori di questa fabbrica ora sapreste ad esempio che:

  • In WK 1 nonostante il personale in formazione hai avuto un ottimo risultato rispetto al target;
  • In Wk 2 ed in tutte le altre week hai un problema sistematico da aggredire: i guasti alle macchine;
  • In WK 4 il pessimo risultato è in realtà una causa accidentale e spot legata all’ energia elettrica.

Saper spiegare la perdita è quindi fondamentale per poter settare le decisioni al meglio e capire quanto il target è raggiungibile, l’ effort e i mezzi che ti serviranno per raggiungerlo.

Avere una chiara idea della perdita porta con sé altri vantaggi permette ad esempio di definire dove è necessario un restore delle basic conditions e consente di lavorare in modo mirato per generare standard e ridurre le cause sistematiche (o sistemiche). Ma permette anche di apprezzare se i miglioramenti sono stabili o meno (ne è un esempio la causa “personale in formazione”, ne si può apprezzare la diminuzione costante fino allo 0% della Wk 5).

Una volta aggredita la perdita principale, potrete quindi capire dal suo andamento se le azioni correttive saranno corrette e coerenti con la sua eliminazione. I sistemi impresa per la loro natura sono intrinsecamente variabili. A tal proposito vanno gestiti secondo le priorità dettate non dall’analisi del successo ma dalla comprensione dell’insuccesso.

Migliorare il risultato non equivale ad aver eliminato le perdite, viceversa, eliminare le perdite porta inevitabilmente a migliorare in modo stabile i risultati: è questo il concetto alla base della visione upside down.

 

Sull’autore:

Massimo Biasutti è Global Lean Manager presso Oterra e referente Lean Design Ailm – Associazione italiana lean managers

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