Compie 90 anni Valentino Garavani, al secolo Clemente Ludovico Garavani, l’uomo che ha dato il suo nome a un colore preciso nella palette dell’alta moda: il rosso. Ma anche vita a un impero della moda che ha da poco superato i 60 anni di attività. La maison, che adesso fa parte del gruppo Mayhoola, ha chiuso il 2021 con un aumento delle vendite a cambi costanti del 41% rispetto al 2020 e del 3% rispetto al 2019. Più precisamente, nel 2021 le vendite hanno raggiunto quota 1,231 miliardi di euro e la società ha generato profitti in crescita rispetto al 2019. Dicembre 2021 è stato addirittura il mese più performante nella storia del brand.
Con uno stile classico, elegante ma anche stravagante, lo stilista fa sapere di celebrare un compleanno intimo e privato, a differenza di molti di quelli passati, con il compagno di sempre nella vita e negli affari, Giancarlo Giammetti e pochi amici, nella quiete di una delle dimore dello stilista sull’Appia antica. Tuttavia, timone del brand c’è adesso Jacopo Venturini che, nel 2020, è subentrato a Stefano Sassi. Garavani aveva lasciato la maison da lui creata nel 2007, dopo 45 anni di attività.
La storia del brand
Tutto inizia con la folgorazione per il rosso durante un viaggio a Barcellona quando era ancora apprendista da Jean Dessès, colore divenuto ben presto il rosso Valentino, quintessenza della femminilità. Nel 1957 fonda la sua casa di moda ma è solo con l’arrivo di Giancarlo Giammetti che la società inizia finalmente a decollare. La loro è una complicità perfetta, a Giammetti spetta la gestione economica e finanziaria, a Valentino la libertà creativa. Nel 1959 la maison apre in via Condotti, ma l’inizio non è facile.
Sarà una sfilata a palazzo Pitti a Firenze a portare fortuna allo stilista e dare avvio al suo business. Nel 1962 dopo la passerella, la rivista americana Vogue traghetta l’immagine di Valentino negli Stati Uniti e diverse star del cinema trovano interessanti quei capi e quel genere. Valentino diventa così lo stilista italiano più richiesto del mondo. È il 1967 quando Jackie Kennedy, in visita ufficiale in Cambogia, indossa un abito monospalla verde di Valentino – ormai suo carissimo amico – , diventato uno dei più iconici della storia della moda.
Dal 1972 – attraverso una collaborazione con la Italo Cremona destinata a durare fino al 1978 – Valentino lanciò una serie di linee di occhiali da sole. Dal 1978, invece, grazie a una collaborazione con il Gruppo Finanziario Tessile, lanciò la propria linea di prêt-à-porter. Nel corso degli anni, quindi, la maison si è specializzata in diverse linee di business: col nome Valentino Garavani si occupa di accessori, come Valentino Roma si occupa di prêt-à-porter, come RED Valentino si occupa di abbigliamento giovanile.
Il marchio viene poi venduto nel 1998 alla casa tedesca Hdp per 500 miliardi, e poi rilevato nel 2002 dal gruppo Marzotto, passato al fondo Permira e infine nel 2012 finito alla moglie dell’emiro del Qatar, Sheikha Mozah bint Nasser al-Missned, attraverso la società Mayhoola for Investments. La Città Eterna è sempre stata la sede del “cuore” di Valentino rimane un punto fermo anche nei passaggi di proprietà del marchio, che ha contribuito a rendere potente il Made in Italy nel mondo.
Passaggio di testimone
Valentino firma l’ultima collezione Haute Couture nel 2005 e decide di lasciare la maison due anni più tardi, sempre insieme a Giammetti. Il suo addio alla moda a Roma durò tre giorni, con party da mille e una notte. Furono invitati principi e principesse, dive di Hollywood e capi di stato, che assistettero a una retrospettiva di abiti d’archivio all’Ara Pacis, a una sfilata di alta moda tutta di colore rosa nel complesso di S. Spirito in Sassia, a un galà tra le colonne del Tempio di Venere, mai concesso prima di allora, con il Colosseo sullo sfondo e il premio Oscar Dante Ferretti a curare la scenografia. Una festa colossal che gli fece meritare appieno il soprannome di ‘Ultimo Imperatore’ della moda. Stesso epiteto che diede in seguito il titolo al docu-film, The Last Emperor, diretto dal regista Matt Tyrnauer.
Dal 2012 l’azienda è controllata da Mayhoola for Investments, un’acquisizione che ha portato a un rapido sviluppo delle potenzialità del marchio Valentino. Presidente della società è Rachid Mohamed Rachid, un imprenditore egiziano di spicco con investimenti in tutto il mondo nonché ex Ministro egiziano del Commercio, dell’Industria e dell’Investimento. È attualmente il fondatore di Alsara Investment Group, e anche presidente di Balmain (che fa sempre parte di Mayhoola), due delle più prestigiose case di moda di lusso al mondo. È anche il fondatore di Bidayat, società di investimenti internazionali, che sostiene l’imprenditoria creativa nella regione del Mediterraneo.
Alla direzione creativa di palazzo Mignanelli, sede centrale della casa di moda, c’è invece Pierpaolo Piccioli. Dopo Fendi, insieme a Maria Grazia Chiuri arriva da Valentino per sviluppare la nascente linea di accessori. È l’inizio di una sfida: traghettare la grande tradizione della Couture Valentino dagli abiti agli oggetti. Il tutto mantenendo intatta la tradizione, la cura e la creatività del suo fondatore. Nel 2008, Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri vengono nominati Direttori Creativi di Valentino. In pochi anni, Valentino diventa un marchio di riferimento per il fashion system. Nel 2016, con l’uscita di Maria Grazia Chiuri, Pierpaolo Piccioli diventa il Direttore Creativo della Maison. È l’inizio di un nuovo corso, un’ulteriore evoluzione per il marchio italiano.
Tradizione e innovazione
A unire il passato e il presente del brand c’è invece l’amministratore delegato Jacopo Venturini. A giugno 2020, ritorna per la terza volta in Valentino, spronato dalla forte passione per il marchio e dal rapporto di lunga data con il Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli. Venturini, si legge sul sito del brand, è stato chiamato a guidare la maison in una nuova fase, con l’obiettivo di creare un’efficace strategia di medio e lungo termine. “Credo fortemente che Jacopo immetterà in Valentino nuove e stimolanti energie”, aveva commentato Rachid Mohamed Rachid.
Proprio Venturini ha spinto verso la componente retail del brand che nel 2021 ha toccato quota 57% del totale, strizzando l’occhio a nuove geografie come Far East e Cina. L’universo estetico di Valentino è presente in oltre 100 paesi nel mondo attraverso 175 boutique monomarca e 1500 punti vendita. In questo scenario, gli accessori sono stati una leva fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi, rappresentando il 66% delle vendite, seguiti dal ready-to- wear con una quota del 32%. Il business Valentino beauty e fragranze, in licenza dal 2018 a L’Oréal, ha fatto registrare un imponente aumento del 97% nel 2021 rispetto al 2020.
Non solo, la maison guarda sempre più alle potenzialità del digitale. Non solo cresce – e scommette – sull’ecommerce, ma ha anche implementato un servizio di concierge personalizzato che consente ai clienti, anche digitalmente, di vivere un’esperienza su misura attraverso servizi che hanno facilitato un approccio individuale e molto personale. In questo scenario, si guarda al domani: Roma attende adesso la sfilata evento del prossimo 8 luglio con la collezione Valentino autunno inverno 2022-23, tra la scenografica piazza Mignanelli e Trinità dei Monti. “Roma è dove tutto inizia, la vita, le persone, le nostre storie e le nostre identità risiedono qui. Apparteniamo a questo luogo tanto quanto esso appartiene al mondo e a Valentino”, ha detto Piccioli che ha appena firmato i vestiti di Laura Pausini e Mika per l’edizione dell’Eurovision Song Contest a Torino.