Collocata di fronte all’isola di Murano e il campanile e della Basilica di Piazza San Marco di Venezia, l’isola di Tessera, un tempo presidio militare della Repubblica di Venezia, sarà tokenizzata sulla piattaforma di investimenti alternativi Elviria di Ephelia Capital, investment bank di diritto svizzero arte del gruppo britannico Ephelia Global Services, fondato dall’imprenditore del fintech Franco Mignemi e attivo nei servizi di gestione e protezione patrimoniale, con sede in cinque giurisdizioni.
I dettagli dell’operazione
Elviria ha strutturato una Spv (cioè, Special purpose vehicles, una società costituite da uno o più soggetti per compiere operazioni precise) di diritto britannico, che punta a raccogliere tra gli investitori 14,5 milioni di dollari, necessari all’acquisto dell’isola e allo sviluppo del progetto di recupero e rilancio degli asset immobiliari, con gli investitori che potranno acquistare le quote dell’Spv oppure dei token (gettoni) rappresentativi di quelle quote.
I token, che potranno essere acquistati a loro volta con valuta oppure in criptovaluta, potranno essere emessi come Fungible token, e dunque divisibili, o come singoli Nft (Non fungible token, cioè veri e propri asset singoli, unici nel loro genere, esattamente come le opere d’arte, dunque non replicabili). I token potranno essere creati su una blockchain a scelta tra Ethereum, Binance, Polygon o Avalanche.
Il processo di tokenizzazione proposto da Elviria, consente infine la quotazione dei token anche su mercati secondari che hanno stretto una partnership con Elviria, tra i quali troviamo Archax, il primo mercato secondario britannico di security token autorizzato.
La storia dell’isola
Già nel 2021 il Comune di Venezia aveva deliberato il via libera al piano di recupero dell’Isola di Tessera, che vanta una superficie complessiva di circa 8mila metri quadri, su richiesta di Tessaglia, società di Lorenzo Marinese, poi dichiarata fallita dal Tribunale di Venezia nel maggio 2018.
Marinese, con un progetto dell’architetto Marino Folin, ex rettore dell’Università Iuav di Venezia, aveva pianificato infatti di trasformare l’isola in un nuovo resort di lusso con il recupero della struttura dell’antica batteria militare, prima veneziana e poi austriaca.
Dopo la dichiarazione di fallimento della società, nel luglio 2019 era stata indetta una prima asta dal Tribunale, che partiva da una valutazione base di 3,24 milioni di euro. La prima asta era fallita, mentre la seconda nel marzo 2020 aveva base d’asta di 2,2 milioni. L’offerta su Elviria partirà proprio questa settimana.