Dopo un periodo di grandi difficoltà Walcor di Cremona ora potrà contare sul supporto del colosso americano Jp Morgan Asset Management (attraverso il fondo Lynstone) e Invitalia, attraverso il Fondo di salvaguardia dei marchi storici per per conto del Mise, che hanno affiancato il socio Aldo Santini, fratello del fondatore, nell’investimento di 25 milioni di euro nella storica azienda dolciaria del cremonese in concordato preventivo. L’azienda potrà così anticipare i pagamenti ai creditori entro l’estate, rispetto ai cinque anni inizialmente previsti.

Nel dettaglio, Invitalia ha fornito un supporto finanziario complessivo di 10 milioni di euro ripartiti tra aumento di capitale (3,6 milioni), finanziamento “quasi equity” (per oltre 4,6 milioni) e contributi a fondo perduto nell’arco del triennio successivo (2 milioni) a tutela dell’occupazione.

Questa operazione d’investimento su Walcor replica il metodo di intervento introdotto dal ministro, Giancarlo Giorgetti, e già utilizzato per rilanciare la Corneliani di Mantova e che è stato poi applicato anche per altre imprese.

Le difficoltà e l’aiuto ricevuto

Dopo aver raccolto il consenso di quasi l’80% dei creditori, compresa l’Agenzia delle entrate che aveva espresso la propria adesione alla transazione fiscale, il Tribunale di Cremona a febbraio 2022 aveva omologato il concordato preventivo in continuità presentato dalla società nei primi mesi dello scorso anno (con l’assistenza dello Studio Aziendale Savi, Studio Tomasi e dell’avvocato Francesco Santangelo) sulla base di un piano di ristrutturazione del debito che avrebbe consentito il rilancio elaborato dal manager Attilio Capuano.

Nel 2020, dopo l’improvvisa scomparsa del fondatore e in piena emergenza sanitaria, la società aveva presentato un concordato con riserva per contenere l’aggressione dei creditori e tutelare la continuità. Il debito concordatario oggetto di ristrutturazione ammontava a 80 milioni di euro circa.

Poi aveva formulato la richiesta di intervento del Fondo di salvaguardia dell’occupazione, dopo aver ottenuto l’iscrizione nel Registro dei marchi storici, per scongiurare la chiusura e preservare i posti di lavoro.

Allo stesso tempo era stato avviato un complesso processo di selezione di investitori a supporto della storica azienda del cioccolato, che aveva portato all’acquisizione di una prima proposta di ingresso nel capitale da parte di Jp Morgan – mediante uno dei suoi fondi in gestione, assistiti da Wai Capital Management e Bonelli Erede – disponibile a sottoscriverne l’aumento.

La richiesta di aiuto della società non ha lasciato indifferente poi Invitalia, guidato da Paolo De Angelis, che si è immediatamente attivata per assicurare il sostegno all’azienda e ha deliberato a luglio scorso il supporto finanziario di 10 milioni di euro ripartiti tra aumento di capitale (3,6 milioni), finanziamento “quasi equity” (per oltre 4,6 milioni) e contributi a fondo perduto nell’arco del triennio successivo (2 milioni) a tutela dell’occupazione.

La società

Fondata nel 1954 per la lavorazione del cioccolato, Walcor occupa attualmente circa 150 lavoratori, numero che aumenta sensibilmente nel periodo stagionale di produzione delle famose uova di Pasqua e delle monete di cioccolato (leader a livello mondiale). Dopo aver raggiunto fatturati di 60 milioni di euro, la società aveva vissuto un trauma che ha rischiato di segnare profondamente la continuità produttiva, con la morte improvvisa del socio fondatore, imponendo una rivisitazione sia dell’intera organizzazione aziendale che della gestione dell’impresa nel suo complesso. In occasione dell’ultima Pasqua, 2022, l’azienda ha realizzato un uovo con Elettra Lamborghini (nella foto).

Gli advisor

Walcor è stata assistita nell’operazione da Clearwater International in qualità di advisor finanziario con un team composto da Andrea Pagliara, Francesco Perrini e Silvia Stricchi e dallo Studio Aziendale Savi per gli aspetti legati al concordato con un team composto da Daniela Savi e Davide Filadelfia.

Jp Morgan Asset Management è stato assistito da Wai Capital Management con Antonio Mancaniello, BonelliErede e Deloitte Financial Advisory, quest’ultimo con il con il team turnaround & restructuring, composto dal senior director Andrea Flavio Alvano e dal senior consultant Adriano Erario.

Invitalia, invece, è stata assistita dallo studio Orrick.

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