Negli ultimi vent’anni a livello globale c’è stato un miglioramento in tutti i Paesi monitorati: la percentuale di donne che ricoprono posizioni apicali è aumentata dal 19,4% al 33,5%, con un incremento del 1,1% anno su anno dal 2004. Al ritmo attuale, la parità verrà raggiunta per la prima volta nel 2053.
Nel 2024 i Paesi che spiccano per il più alto tasso di donne che ricoprono posizioni manageriali nel mid-market sono le Filippine (43%), il Sud Africa (42%), Thailandia, Turchia e Nigeria (41% in ciascun paese), mentre i settori più virtuosi sono education & social services (40%) e agricoltura (40%), seguiti da turismo e healthcare (38% ciascuno). Record negativo per construction & real estate (31%) e manufacturing (31%).
Questi sono i dati riportati dal network di consulenza internazionale Grant Thornton in Pathways to Parity: 20 Years of Women in Business Insights, un report annuale in cui vengono indagati i progressi della rappresentanza femminile nei ruoli dirigenziali all’interno delle aziende del mid-market.
Donne manager: l’Italia supera la media dell’Eurozona
Rispetto agli scorsi anni emerge un progresso dell’Italia, che nel 2024 con il 36% di donne in posizioni manageriali per la prima volta supera la media dell’Eurozona (35%). Inoltre, nei 20 anni considerati dallo studio, nel nostro Paese si è assistito a un raddoppio della percentuale di donne ai vertici aziendali, 18% nel 2004, con una crescita nettamente superiore a quella registrata a livello globale (+14,1%).
Un altro dato interessante riguarda la gestione delle politiche di Diversity & Inclusion, che in Italia è meno spesso appannaggio di figure come Ceo (29%), Coo(29%) e Cfo (23,5%), ma viene prevalentemente affidata ai responsabili delle risorse umane (42%), un dato che secondo la ricerca è correlato a una minore presenza di donne manager rispetto ad altre economie.
Strategie positive per la parità di genere nel senior management
Il rapporto identifica tre azioni che hanno un impatto positivo sulle aziende interessate ad accelerare il progresso verso la parità di genere nel senior management: una corretta assegnazione delle responsabilità per le politiche di diversity & inclusion; l’implementazione di una strategia De&I autonoma con obiettivi misurabili; un’offerta di accordi di lavoro flessibili.
In particolare, dallo studio emerge che quando la De&I all’interno di un’organizzazione è guidata da una figura apicale, come un Ceo o un Cio, insieme a un senior leader donna, la rappresentanza femminile nel senior management è maggiore rispetto a quando a gestirla è una sola figura apicale.
Per quanto riguarda la flessibilità, negli ultimi 12 mesi si è assistito a un deciso cambio di trend rispetto agli scorsi anni, con il 47% delle aziende tornate a lavorare prevalentemente in presenza rispetto al 36% dello scorso anno, e il 45% che adotta forme di lavoro ibride, rispetto al 53% dello scorso anno. Questi dati non sono positivi per le donne manager, che prediligono la flessibilità e sono presenti in numero maggiore nelle aziende che la garantiscono.
Rispetto ai progressi riscontrati, Maria Luigia Di Gennaro, senior manager di Ria Grant Thornton commenta che “i dati che emergono dal report mostrano con chiarezza che negli ultimi vent’anni c’è stato un percorso di crescita positivo che ha permesso a sempre più donne nel mondo di raggiungere posizioni manageriali, ma allo stesso tempo è evidente la necessità di portare avanti azioni concrete per accelerare il progresso verso la parità, che sembra non essere abbastanza rapido, specialmente in alcuni settori”.